Il suo nome deriva dallarabo e significa più o meno cercatore di stelle. Come saprete, gli Arabi diedero un notevole impulso alla scienza dellastronomia; nella loro necessità di conquista e di commercio dovevano vedersela spesso con la navigazione, ed in alto mare gli unici riferimenti sono i corpi celesti. Per questo i loro studi in campo astronomico furono molto progrediti e raggiunsero eccellenti risultati, ponendo le basi scientifiche alla moderna astronomia (ancora oggi, quasi tutti i nomi delle stelle sono gli stessi assegnati loro molti secoli fa dagli astronomi arabi).
I primi astrolabi erano in grado di fornire ai naviganti approssimate informazioni sulla loro posizione in mare; gli europei ne perfezionarono luso, ma nonostante ciò, tale strumento cadde in disuso in quanto poco preciso per più avanzate tecniche di navigazione. Gli Arabi navigarono per lo più nel Mediterraneo, che è relativamente piccolo, ed un errore nel punto nave provocava pochi inconvenienti: qualche giorno di ritardo e niente più. Navigare nei grandi Oceani invece era tuttaltra cosa: un errore di rotta su un lungo percorso poteva causare pericolose permanenze in mare (cera il problema dei viveri) o addirittura naufragi su coste sconosciute.
Per questo motivo, ai giorni nostri, a bordo delle navi gli astrolabi sono scomparsi, sostituiti dal sistema satellitare chiamato GPRS. Ma prima dellingresso di questa tecnologia, vi era il sestante (che serve a misurare laltezza degli astri sullorizzonte), il cronometro (che permette di conoscere la propria longitudine) e le effemeridi (un libro su cui sono riportati tutti i dati astronomici dei principali corpi celesti e che con il sestante ed il cronometro permettono di calcolare il punto nave con ottima precisione).
Ma per le esigenze di un osservatore impegnato in una caccia alle stelle (che sa perfettamente dove si trova e non corre il rischio di arenarsi) lastrolabio rimane un amico insostituibile nella ricerca dei corpi celesti.
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