Scout C@fé: Il Forum degli Scout

[Fenicottero]

Io sono di un'idea un pochino diversa...
Cioè, non penso che si debbano colpevolizzare le persone che non hanno ancora capito fino in fondo cosa vuol dire lo scoutismo, soprattutto se al'età del reparto o entrato da poco.
Dopotutto, lo scoutismo è crescita, e nessuno, o quasi, entra già sicuro degli ideali e dello stile di vita scout.
Quindi penso che il gruppo scout sia formato anche dalle persone che non hanno ancora fatto propri quegli ideali e quei valori (dell'essenzialità, della fraternità, del coraggio di proclamare le proprie idee).

Poi, penso che nessuno di noi sia proprio lo scout perfetto, e che ognuno abbia ancora della strada da fare: è vero, il modo giusto di vivere qualunque esperienza è credere a quello che si sta facendo, e farlo con entusiasmo, ma si sa, nessuno è perfetto!

Ma sono d'accordissimo nel dire che uno dei grandi pregi di essere scout è quello di viere insieme anche i momenti difficili, il che li rende molto più semplici da superare.

[+*laura*+]

io intendevo le persone *Le abbreviazioni non si leggono. Scrivi in italiano corretto, per favore...* fanno parte del gruppo scout da un pò di anni..
quelli appena entrti *Le abbreviazioni non si leggono. Scrivi in italiano corretto, per favore...* *Le abbreviazioni non si leggono. Scrivi in italiano corretto, per favore...* hanno capito il vero spirito scout *Le abbreviazioni non si leggono. Scrivi in italiano corretto, per favore...* hanno colpa; ank'io 6anni fa *Le abbreviazioni non si leggono. Scrivi in italiano corretto, per favore...* conoscevo i veri valori scout..

[sary]

[quote="Fenicottero"]Poi, penso che nessuno di noi sia proprio lo scout perfetto, e che ognuno abbia ancora della strada da fare: è vero, il modo giusto di vivere qualunque esperienza è credere a quello che si sta facendo, e farlo con entusiasmo, ma si sa, nessuno è perfetto!
[quote]
si sono d'accordo fenicottero!!!

[lupetta coraggiosa]

secondo me gli scout si riescono sempre a comprendere tra di loro anche se sono di associazioni diverse...tutti noi siamo uniti dagli stessi ideali e leggi

[lupetta coraggiosa]

secondo me laura ha ragione...nella mia classe ho tentato di fare iscrivere un ragazza...ma meno male che non ci sono riusvita: prima di tutto xkè si vergognava di indossare l'uniforme e anche di avere amici come me marmellata25 girl e olive90xx che avevano fatto questa bellissima scelta a differenza da lei....ma poi anche perchè è antipatica e ci ho litigato visto che continuava a rompere le scatole con il fatto degli scout e osava offenderli...capisco che ognuno fa le sue scelte e ha i suoi gusti ma almeno non interferire nelle faccende altrui anche se non le condividi..e poi la cosa + brutta è che lei si sente superiore agli altri e prende in giro tutti e ti ride alle spalle e anche davanti(senza ritegno)!!adesp questa rega col suo atteggiamento da: è giusto solo quello che condivido io....è diventata la + antipatica della classe e tutti cercano di evitarla!

[lupetta coraggiosa]

scusate se sono andata un po fuori tema

[lupetta coraggiosa]

anchio non condivido iragazzi o le ragazze che si portano gel, profumo(quando basta il semplice deodorante),fondotinta, matite,mascara e cose di questo genere alle uscite perchè lo scoutismo è ANCHE essenzialità...ma nulla toglie che non possano essere bravi scout

[lupetta coraggiosa]

[lupetta coraggiosa]

noi si che andremo daccordo!!

[lupetta coraggiosa]

x quanto riguarda il lettore cd non sopporto proprio chi se lo porta...infatti i miei capi lo sequestrano(braviiiii)xkè devi portarti un sacco di batterie e poi scusa non è molto più bello che le canzoni x dieci giorni le canti con i tuoi amici al posto di ascoltare una voce registrata???

[cammy]

LO SCOUT E' SEMPRE PRONTO A SERVIRE IL PROSSIMO
LA GUIDA E' SEMPRE PRONTA A SERVIRE IL PROSSIMO

L'uomo è chiamato a vivere insieme con altri fratelli e questo è già un fatto che va scoperto nel suo senso profondo.
Ogni esperienza comunitaria non è mai per se stessi ma per i fratelli ed è appunto il servizio nell'amore che garantisce l'essere "per i fratelli"; nessun contatto viene realizzato senza parole: di amicizia, di sapienza, di incoraggiamento, di correzione; nessun incontro rimane privo di gesti che dovrebbero mirare alla crescita della comunità e dei singoli aiutandoli nella loro crescita e rispettando il progetto di ciascuno.
Ma spesso capita che cosa?
(Lc 9,46) "Poi sorse fra loro una disputa su chi di loro fosse il maggiore".
E' l'atteggiamento di chi incomincia ad osservare il fratello con occhi invidiosi cercando di farsi strada, parlando contro il fratello con l'intento di fargli del male come riferisce il salmo 50,20:
"Tu parli contro il tuo fratello ma Io ti riprenderò".
Spesso chi comanda finisce per opprimere ed esigere di essere riconosciuto nel suo sforzo facendosi chiamare con titoli benemeriti. "I re delle nazioni le signoreggiano, e quelli che hanno potere su di esse sono chiamati benefattori". (Lc 22,25)
Ma non è questo il senso profondo per cui esiste "un grande".
Ogni grande, se è tale, non dovrebbe aver bisogno del servizio degli altri, ma dovrebbe servire proprio perché è grande.
Chi coltiva dentro di sé il desiderio dell'altruismo, del dono di sé generoso, gode, appena può, di fare qualcosa.
Gesù insegnò "Tra voi però non agite così, ma il più grande fra voi diventi come il più piccolo e colui che comanda come colui che serve". (Lc 22,26)
Sono parole meravigliose che nascono dalle labbra pure del Cristo che ha speso tutta la sua vita unicamente servendo, al punto che sarà chiamato il SERVO DI JHAVE, colui che ha sempre vissuto servendo.
Dalla sua esperienza si comprende, allora, che per servire bene bisogna essere all'ultimo posto.
Solo chi è all'ultimo posto conosce le fatiche del piccolo, del povero, dell'ultimo, del dimenticato, del messo in disparte, di colui che soffre, che non sa, che non ha coraggio. Il piccolo non si confida con il grande perché è grande, confida le sue pene a chi lo può capire e può partecipare della sua situazione.
Chi aiuta il piccolo, seduto, dall'alto dei suoi privilegi, non lo capirà mai e non lo potrà mai aiutare. "Infatti chi è più grande, colui che sta a tavola o colui che serve? Non è forse colui che sta a tavola? Ora io sto in mezzo a voi come colui che è servitore, all'ultimo posto". (Lc 22,27)
(Fil 2,5-l1) Di Gesù poi è detto ancora che pur essendo Dio uguale al Padre non ritenne questo come un qualcosa di assolutamente irrinunciabile, quasi una preda da cacciatore, ma accettò di spogliarsi di tutti i privilegi che provenivano dal suo essere Dio, e si fece uguale all'ultimo uomo, allo schiavo.
Ecco l'orizzonte del servizio vero: la libertà profonda da ogni privilegio o attaccamento di comodità; un autentico ideale di dono di sé, di aiuto che diventa prima di tutto prendersi sulle spalle la condizione del fratello affaticato.
Un portare insieme, un dividere che diventano l'ideale di una vita contrapposta alla ricerca egoistica delle soddisfazioni personali, delle riuscite a danno degli altri, di una visuale che tiene conto solo del proprio orizzonte.
Servire il fratello è poi ascoltarlo: è il primo servizio che mi permette di capire il bisogno altrui.
Da qui comincia il servizio: DALL'ASCOLTO DEL FRATELLO.
Un ascolto aperto, che non giudica, che non sa già tutto quello che l'altro dirà; che non attende solo che l'altro finisca, per rispondere. Non rifiutare i piccoli servizi "nessuno è troppo alto per un servizio piccolo al fratello". (Crf. Bonhaeffer: "Vita comune" - Ed. Queriniana)

Innanzitutto bisogna imparare a saper superare la paura del "perdere tempo".
E' il fratello che decide del tuo tempo.
Impara a sopportare il fratello, e solo se ti è un peso ti è fratello.
L'uomo è stato per Dio un peso così grande che lo ha schiacciato sotto la croce.
Non pretendere la perfezione dagli altri, ma aiutali.
Accetta la debolezza degli altri con pazienza.
Non giudicare il tuo fratello.
(Lc 19,11-27) E ricordati che tutto quello che hai è un talento donato da Dio
(Mt 25,14-30) perché tu lo divida con il fratello, diversamente sarai condannato. (Rom 12,3- Ogni dono dunque non è per te ma per gli altri.