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Scout C@fé: Il Forum degli Scout Possono leggere e scrivere in questo forum tutti coloro che sono interessati al mondo dello scautismo
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gufopreciso
Età: 37 Segno zodiacale: Registrato: 24/12/07 12:37 Messaggi: 909 Residenza: Genova-Voltri
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Inviato: Mercoledì 25 Novembre 2009, 10:41 Oggetto: Parallel Pride |
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Il perchè di questo thread nasce da alcune riflessioni a seguito della decisione lunedì scorso di dedicare la riunione di Zona di branca di gennaio alla Coeducazione (dopo la verifica di Impeesa, un evento che facciamo di Zona per i Capi Sq già da 3 anni che stiamo sperimentando anche per la Regione) con anche l'intervento degli IABZ.
Ricordandomene l'esistenza, sono andato a sfogliare gli atti dello scorso Consiglio Generale, e sono rimasto colpito in negativo da come sarebbe posta la domanda all' e/g nel DVD: Se la tua Unità fosse di soli ragazzi/ragazze cosa mancherebbe? Quali migliori opportunità?. Domanda insomma che si può porre esclusivamente ad un e/g che vive la propria esperienza in un'unità mista. Vero che i reparti misti sono la maggioranza, tuttavia quest'atteggiamento mi deprime un pò; perchè in un dvd da visionare e da cui partire per un dibattito nelle CoCa ci dovrebbe essere solamente il punto di vista di un e/g in Reparto Misto? A livello generale con questo lavoro sulla coeducazione ci si propone anche di riflettere su "quanta consapevolezza e intenzionalità educativa le CoCa scelgono oggi il tipo di unità (miste-monosessuali-parallele)?"; perciò sarebbe stato più corretto per esplorare al meglio la questione (coeducazione) e le opportunità del Metodo porre anche la domanda ad un e/g che vive la propria esperienza in un Reparto monosessuale (sia che sia monosessuale puro o più facilmente abbinato ad uno monosessuale che accoglie e/g dell'altro sesso e perciò realizzando una struttura "parallela"); non è da dimenticare comunque al di là della possibilità, il fatto che il 30,34% dei Reparti censiti in AGESCI siano censiti come monosessuali (a livello di censimento non risulta la "parallelità"), contro l'11,19% in L/C ed il 4,78% in R/S.
Se la tua Unità fosse mista, accogliesse cioè ragazzi e ragazze, cosa mancherebbe? Quali migliori opportunità?.
Oltre ad essere portatore di un'esperienza diversa (vissuta in 3 riparti su 10), l'opinione di un e/g che la vive in una struttura parallela penso inoltre possa essere più oggettiva rispetto a quella di uno che vive solo la proposta mista. Semplicemente perchè egli "assaggia" sia attività svolte assieme esploratori e guide sia attività svolte separatamente; quindi sa cosa vuol dire essere assieme e cosa vuol dire non esserlo.
Questo si aggiunge all'elenco di scarsa attenzione che viene posta a livello nazionale alla specificità della nostra proposta; scarsa attenzione che si dimostra da un lato nella presunzione che il reparto sia misto, dall'altro alla scarsa "pubblicità" della nostra esistenza, dei nostri risultati, della nostra potenzialità. Mi riferisco alle riviste associative, Proposta Educativa in primis non si parla mai specificatamente di noi. Questo sia dal punto di vista promozionale "ohi! ci sono anche loro"; sia dal punto di vista di discussione ed aiuto, perchè sicuramente la specificità di tale proposta comporta anche dei dubbi, delle domande e delle difficoltà, applicazione di strumenti che non si verificano in unità mista (come al contrario a loro se ne presentano alcuni che a noi non nascono). Ma questo anche al CFM. Nella sessione sulla Coeducazione, nonostante i miei Capi Campo fossero ottimi, e nonostante il fatto che in Liguria la percentuale si elevi al 36,78%, di questo fatto, dell'esistenza del parallelo se n'è parlato en passant ("esiste") senza approfondirlo. Risultato che nei momenti liberi i compagni chiedevano a noi pochi che facevamo servizio in unità Parallele "com'è? cos'è? come funziona? che fate?", c'era insomma curiosità, ma anche, come dicevo, ignoranza. Ignoranza riflessa sempre nella principale obiezione "ma voi non fate coeducazione!"
Io e le Direzioni una piccola vittoria l'abbiamo già avuta.
Quando 5 anni fa ho fatto il servizio in reparto come rover CRm e CRf erano due coniugi. Il M, che stimo molto, è stato mio CR per 2 anni e Maestro dei Novizi; mentre la F è stata per 3 anni mia VL e per l'ultimo pure Akela, persona molto in gamba davvero che mi ha insegnato tanto, un'ottima Akela, ma non altrettanto in Reparto che non ha mai vissuto. Il risultato di ciò fu che i Reparti rimanevano paralleli, separati di nome; ma di fatto agivano sempre come un solo Reparto Misto. La CRf mi disse anche "dovremmo cercare una sede più grossa" "perchè?" "così da farceli stare entrambi" "ma perchè? mica è un solo reparto?" "dovranno abituarsici, perchè è inevitabile". Rimasi sbalordito. Da 3 anni a questa parte è stato un punto d'onore recuperare la dimensione parallela, convinti della bontà della proposta e della migliore possibilità di rispondere alle esigenze, necessità e specificità di ragazzi/ragazze. Obiettivo raggiunto, e dimostrazione del fatto che gli e/g, non credo i nostri siano particolari, lo apprezzano e lo "vogliono"; ad inizio anno quando con i due ConCa si è dovuto programma in linea di massima il 1 trimestre, le attività fino a Gennaio, a livello unanime loro (e unanime delle sq con cui avevano già parlato) si è deciso che parte i passaggi ed il campo invernale, le altre attività si sarebbero dovute svolgere separati.
"Poco considerati", e "minacciati". Ma orgogliosi.
L'ultima modifica di gufopreciso il Martedì 15 Dicembre 2009, 10:19, modificato 1 volta |
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chiurlox
Registrato: 18/09/06 18:16 Messaggi: 297
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Inviato: Mercoledì 25 Novembre 2009, 11:56 Oggetto: |
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Credo che la possibilià di scegliere di avere unità miste, parallele o monosessuate crei una confusione, non voglio giudicare la bontà dele tre scelte, ma mi sembra che questa triplice scelta sia una fuga verso ciò che è "più adatto ad un particolare momento o situazione" (come si capisce dal racconto di Gufo), e mai o quasi mai verso ciò che è in assoluto migliore.
Se l'associazione crede che la coeducazione sia valore irrinunciabile credo che debba percorrere tale strada, la troverei almeno coerente, abolendo le due scelte di unità parallele e monosessuate.
La cosa che trovo stonatà è la voluta forzatura nell' "unitarietà orizzontale" cioè unire il metodo delle sei branche (L, C, E, G, R, S) in 3 dovuto al percorrere la coeducazione ad ogni costo (L/C, E/G, R/S) in questo senso esiste un metodo unico per ognuna delle tre branche previste in associazione frutto di una rielabozazione delle precednti esperienza ASCI-AGI.
Esempio eclatante diell'unitarietà orizzontale è pensare alla giungla e al bosco come una metodologia unica, avendo perfino a consigliare la creazione di cerchi solo maschili !!!! per non perdere la metodologia coccinelle, cosa assurda perchè è un ambiente fantastico plasmato palesemente e volutamente sulle esigenze delle sole bambine.
Infatti anche dopo i vari rimaneggiamenti al metodo o revisioni nessuno può negare che la giungla è un ambiente epico, mentre il bosco è un ambiente lirico, proprio perchè creati ognuno osservando i caratteri diversi di bambine e bambini.
Nelle tre branche maschili evidenziano la loro epicità nella continuità Cucciolod'uomo----->uomo dei boschi------>uomo di frontiera, nelle branche femminili il clima lirico si evidenzia in altre circostanze e chi ha letto il libro di Lezard non può che convenire con tale affermazione. In AGESCI non si fa guidismo, ma si creano delle esploratrici (un testo scritto espressamente per le guide è Girl's Guiding e non scouting for girls, edito per la prima volta in Italia solo nel 2005!!
Mi permetto inoltre di dissentire sull'unitarietà verticale che si cerca di dare, secondo la visione che il branchismo sia un male assoluto, dove la formazione non viene più rivolta ad una metodologia della branca, ma al capo.
In Agesci si percorre la strada dell'interbranchismo, convinzione secondo la quale lo scoutismo sia un solo metodo che viene applicato in modo diverso a seconda dell'età. Non a caso i CFA di branca sono stati aboliti, con l'idea (anche nobile) che un capo debba essere competente in tutte le branche e non in una sola. Credo invece che quello che leghi le sei branche non sia l'unico metodo, ma la continuità metodologica, il lupettismo è propedeutico al riparto, e il roverismo ne è il coronamento. (ma qui sono palesemente off topic e mi fermo), ovviamnete il discorso non cambia per le tre branche femminili (C, G, S). |
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elfo
Registrato: 05/03/07 11:40 Messaggi: 1399
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Inviato: Mercoledì 25 Novembre 2009, 12:43 Oggetto: |
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Sono d'accordo con Chiurlox per quanto riguarda la specificità di certi aspetti dello Scautismo/Guidismo (sarà perché i "coccinelli" mi hanno sempre fatto rabbrividire), un po' meno sul discorso interbranca: è vero che vi è una specificità di branca, ma penso che vi debba essere una certa uniformità nel Metodo sia per i ragazzi (il Branco non è l'"asilo di zia Mariuccia"), sia per i Capi (un Capo Branco non è "la zia Mariuccia", ma deve sapere e poter fare tutto ciò che ci si aspetta da un vero Scout). |
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newlucio
Registrato: 13/01/08 17:11 Messaggi: 158
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Inviato: Mercoledì 25 Novembre 2009, 15:11 Oggetto: |
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concordo con quanto detto finora da elfo.. l'intereducazione è una ricchezza, un vantaggio per i ragazzi a tutte le età, compresa anche la Terza Branca (spesso si trovano capi convinti sull'intereducazione solo a livello di L/C ed E/G); personalmente, anche dopo l'esperienza del Ceggia 1°, credo che il destino di questi gruppi che "soffrono" in agesci sia o quello di cambiare secondo le modaltà preferite dall'Associazione (misto), oppure fuoriuscire; l'AGESCI è ormai lanciata verso una direzione (condivisibile o meno) e se questi 35 anni ci hanno insegnato qualcosa è che chi credeva di poterla cambiare dall'interno ha perso la guerra; |
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elfo
Registrato: 05/03/07 11:40 Messaggi: 1399
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Inviato: Mercoledì 25 Novembre 2009, 16:07 Oggetto: |
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Piccola osservazione:
In un manuale di stile di scrittura dell'AGESCI intitolato "Come si scrive" (pubblicato su Esperienze e Progetti N. 2 / 1986, pag. 41) si legge:
Giusto: Branche L/C, Branche E/G, Branche R/S; Errato: Branca L/C, Branca E/G, Branca R/S; Perché si usa così: in ciascun arco di età esistono due branche e la branca maschile è citata prima di quella femminile.
Adesso anche sui documenti ufficiali, sia sullo Statuto, che sul Regolamento AGESCI, che sul Regolamento Metodologico, viene usato comunemente la dizione "branca" al singolare. Anzi, in ognuno dei tre si fa più volte riferimento alle "tre branche". Sebbene lo stile di scrittura non venga rispettato in tali documenti (per esempio alcune parole come proprio "Branca" sono scritte indifferentemente con l'iniziale maiuscola o minuscola senza alcuna regola, così pure si trova indifferentemente "L/C" che "l/c", "Capi" o "capi", ecc.) appare evidente che si parli di tre branche e non sembra evincersi che si tratti di sei accorpate a coppie. Le uniche eccezioni notevoli si trovano nel Regolamento Metodologico (guarda caso Art. 20 - Reparto e sue tipologie, dove si parla di reparti monosessuati, anche se il riferimento è ai L/C) dove si legge "Qualora fosse presente nel gruppo una unità mista nelle branche l/c", e il Regolamento AGESCI (Art. 80 – Uniformi e distintivi: Allegati "A") che parla espressamente di "Distintivi per la branca Lupetti" e "Distintivi per la branca Coccinelle", benché nello stesso articolo più sopra si legga "Distintivi della branca E/G, R/S e per soci adulti" (utilizzando quindi il temine al singolare per E/G e R/S). |
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chiurlox
Registrato: 18/09/06 18:16 Messaggi: 297
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Inviato: Mercoledì 25 Novembre 2009, 17:55 Oggetto: |
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elfo ha scritto: |
Sono d'accordo con Chiurlox per quanto riguarda la specificità di certi aspetti dello Scautismo/Guidismo (sarà perché i "coccinelli" mi hanno sempre fatto rabbrividire), un po' meno sul discorso interbranca: è vero che vi è una specificità di branca, ma penso che vi debba essere una certa uniformità nel Metodo sia per i ragazzi (il Branco non è l'"asilo di zia Mariuccia"), sia per i Capi (un Capo Branco non è "la zia Mariuccia", ma deve sapere e poter fare tutto ciò che ci si aspetta da un vero Scout). |
Forse mi sono spiegato male
il lupettismo non è l'asilo mariuccia, ma è propedeutico quindi in continuità con il riparto, ma non è lo stesso metodo, applicato annaquato per l'esigenze di età.
Nelle branche si usano metodi diversi che utilizzano strumenti diversi ma sono l'una strumentale all'altra.
Modificato per aggiungere, L'akela e i vvll, non sono scout a metà, ma ricoprono la stessa dignità nell'essere scout, ma il luogo dove si impara a fare lo scout, non è il cfm, ma si inizia nei lupetti, si prosegue nel riparto e si conclude nel clan, a 21 con la partenza in teoria uno deve essere padrone di tutte le tecniche scout a prescindere dalla scelta di fare Akela il capo riparto o il capo clan o perchè no di abbandonare lo scoutismo, così la vedo io e così credo che dovrebbe funzionare. |
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gufopreciso
Età: 37 Segno zodiacale: Registrato: 24/12/07 12:37 Messaggi: 909 Residenza: Genova-Voltri
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Inviato: Giovedì 26 Novembre 2009, 11:14 Oggetto: |
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chiurlox ha scritto: |
lupettismo non è l'asilo mariuccia, ma è propedeutico quindi in continuità con il riparto, ma non è lo stesso metodo, applicato annaquato per l'esigenze di età.
Nelle branche si usano metodi diversi che utilizzano strumenti diversi ma sono l'una strumentale all'altra. |
Dubito troverai qualcuno dire che Lupettismo e Scautismo siano lo stesso metodo, di cui il primo una forma semplificata ed accessibile del primo.
Si tratta si di due Metodi diversi, con strumenti diversi, ma parenti fra loro. O ancora meglio, in Continuità Metodologica; il che significa, anche, che ci sono delle fondamenta, dei geni in comune ad entrambi che caratterizzano la proposta Scout nella sua globalità.
chiurlox ha scritto: |
Se l'associazione crede che la coeducazione sia valore irrinunciabile credo che debba percorrere tale strada, la troverei almeno coerente, abolendo le due scelte di unità parallele e monosessuate. |
Ahi, mi ferisci a tradimento
Mi sembra un buon punto di partenza, per dire, brevemente, che il concetto di Coeducazione semplificato è terribilmente frainteso. Sia all'interno dell'associazione, che all'esterno chiurlox. Perchè Coeducazione come valore irrinunciabile significa piuttosto non abbandonare le strade, ma anzi sostenerle nell'idea, per lo meno in Reparto, che il parallelo abbia più forza Coeducativa del misto il quale, al contrario, comporta dei pericoli.
Purtroppo questo fraintendimento, questa deviazione dall'origine si sta diffondendo velocemente, per "ignoranza", e come per effetto stoppino sta forse risalendo; risalendo nel senso a cui mi riferivo nel primo post della scarsa considerazione a noi posta e nel concetto che si fa strada che non si tratta più di tipologie diverse, ma di una "norma", il misto, e di una "particolare", il parallelo.
Eppure non parlo di secoli fa, cito brani dal capitolo 6 "Coeducazione" dall'attuale Manuale di Branca E/G del 2001 (e qui, mi associo al fatto che parlare di Branca E/G e non di Branche E/G sia un'implicita cessione all'omologazione, all'annacquamento del guidismo e delle specificità di uno scautismo femminile nei caratteri di quello maschile). Tra poco andrà finalmente in stampa la nuova edizione aggiornata alle modifiche regolamentari intervenute (anche se capisco poco la scelta di sperimentare per un triennio il "nuovo sentiero" per capire se c'è qualcosa che non funziona, e nel frattempo pubblicare in forma stampata il manuale...), sarei curioso di vedere se è cambiato il punto di vista.
La Coeducazione ha in sè una valenza metodologica e strumentale: la formazione in comune di persone di sesso diverso. Questa è anche la scelta indicata dal Patto Associativo: "nel rispetto delle situazioni concrete delle realtà locali e personali e dei diversi ritmi di crescita e di maturazione, offrono alle ragazze e ai ragazzi di vivere esperienze educative comuni, al dià di ogni ruolo imposto o artificiosamente costituito". La Coeducazione è scelta come strumento importante, pur non esclusivo, che consente ai ragazzi e alle ragazze di imparare a comprendere meglio se stessi, vivendo inseme e a rispettarsi reciprocamente; di liberarsi dalla banalizzazione della sessualità ridotta a genitalità; di collaborare in modo costruttivo - proprio perchè diversi - aunebtando le possibilità di espressione e realizzazione personale. [...] Nell'incontro con l'altro sesso l'alterità diventa comprensibile e nello stesso tempo sfida educativa. Uomo e donna, nella loro diversità, si pongono come "altro", poichè molto differenti tra loro, in modo radicale, netto. Coeducazione allora non può ridursi al semplice stare assieme di ragazzi e ragazze, e ricondurre le differenze tra uomini e donne ad un fatto esclusivamente culturale piuttosto che naturale. la sfida della Coeducazione consiste proprio in ciò: nel riconoscere l'alterità tra uomo e donna, sapendo rispettarla, educando ciascuno a cogliere e conservare alcune differenze, superando ogni omologazione.
[...] Unità parallele, che meglio favoriscono lo sviluppo del contenuto educativo e l'applicazione dello strumento della coeducazione nella branca Esploratori e Guide [...] le unità parallele tengono opportunamente in considerazione gli aspetti evolutivi, estremamente divrsi nell'età E/G: diversità offerta non solo dall'essere maschi o femmine, ma anche verticalità dell'età compresa. [...] Se dei momenti di vita separati sono indispensabili durante tuto l'arco educativo, ciò è tanto più necessario durante la pubertà quando l'aspetto evolutivo legato alla identificazione sessuale si pone in maniera più decisiva. è essenziale allora un'intensa esperienza monosessuale, in cui sia possibile l'apprendimento di comportamenti e la socializzazione di fantsie paure coi ragazzi e ragazze dello stesso sesso e di età lievemente superiore, senza la presenza di persone dell'altro sesso che modificherebbero profondamente la spontaneità del rapporto.
[...] Reparto misto offre un ambiente educativo stabile [...] si tratta di una soluzione che richiede una maggiore attenzione educativa, per evitare di offrire una proposta prevalentemente al maschile. Occorrerà inanzitutto dare maggiore vigore alle attività di Squadriglia che essemndo monosessuate recupereranno quell'ambiente monosessuate necessario per la identificazione sessuale ed il confronto tra persone dello stesso sesso.
Poi continua con alcune pagine sulla differenza tra Guide ed Esploratori, ed anche, soprattutto, da quelle pagine, viene fuori come la scelta Mista è difficile, estremamente difficile da portare avanti in modo corretto.
Io credo che sia evidente cosa si intende(va?) per Coeducazione, ovvero non il "semplice stare assieme", e come sia elementare, e detto nel Manuale e nel Regolamento, come in età E/G sia più Coeducativa la proposta dei Reparti Paralleli rispetto a quello Misto.
Quindi quando si dice che "coeducazione vuol dire stare assieme" e "il reparto parallelo non fa coeducazione" permettetemi di dire che si tratta di ignoranza. Ignoranza, nel senso di ignorare, della Coeducazione; ed ignoranza, nel senso di ignorare in base alla Coeducazione, cosa offre in più il Reparto Parallelo e cosa in meno quello Misto. Come faccio ad aiutare l'identificazione sessuale ed educare all'altro se vi propongo ad entrambi sempre le stesse attività, se venite trattati allo stesso modo, se al Consiglio della Legge ci siete entrambi? Faccio piuttosto Omologazione al maschile, di fatto, che è una cosa ben diversa. E siamo onesti, alzi la mano il gruppo che fa Reparto Misto o ha scelto il Reparto misto per comodità (meno capi forse, sicuramente meno ragazzi: per censire un reparto servono 12 ragazzi sia esso misto o monosessuale, perciò per una piena struttura parallela servono almeno 12 esplo e 12 guì [ma che fine ha fatto il concetto di Sq Libera?] ecc...) e non per riflessione educativa.
Purtroppo però questa idea superficiale si è diffusa, e si diffonde. Al CFM bisognerebbe parlare di questo! E si ha l'impressione appunto di venir considerati mosche bianche, eccezioni, diversi dalla norma. E non tipologia. E tornando al punto di partenza, il famoso DVD, non solo sarebbe stato più corretto domandarlo ad entrambi, o piuttosto a solo quello del parallelo; ma domandare poi cosa cambia in meglio o in peggio nel non stare assieme, significa aver presupposto che "coeducazione vuol dire stare assieme". Bum!
Mi chiedo, è una sensazione diffusa? Che sia stata solo una "lunga sconfitta"? Non credo ciò (no alle facili retoriche), ma tuttavia... Nonostante, ripeto, ciò che dica a proposito il Manuale, ci si sente sempre più quelli diversi e "guardati con interesse archeologico"...
Badate, non si tratta di attaccare il Misto, sebbene non ci credo in età E/G, no. Ma semplicemente di difendere e riconoscere cos'è la Coeducazione, ed il fatto che ci siano Tipologie di Unità ciascuna con pregi e difetti, e non superficialità e tendenza verso "normaVSeccezione"... |
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elfo
Registrato: 05/03/07 11:40 Messaggi: 1399
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Inviato: Giovedì 26 Novembre 2009, 13:11 Oggetto: |
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gufopreciso ha scritto: |
Dubito troverai qualcuno dire che Lupettismo e Scautismo siano lo stesso metodo, di cui il primo una forma semplificata ed accessibile del primo.
Si tratta si di due Metodi diversi, con strumenti diversi, ma parenti fra loro.. |
Veramente il Metodo Scout è uno, gli strumenti sono diversi.
Il Metodo Scout è composto da elementi quali autoeducazione, imparare facendo, vita nella natura, dai "4 punti di B.-P.", ma soprattutto "la cosa più importante nel metodo dello Scautismo è di lasciare che i ragazzi siano i protagonisti" (John Turman), tutti concetti che si applicano a qualunque branca. E' il modo in cui applicarli che cambia. Ci sono elementi che spiccano più in una branca che in un'altra, per esempio Gioco, Avventura, e Servizio, ma fondamentalmente tutti trovano applicazione in ciascuna branca, opportunamente coniugati e dosati.
EDIT: aggiungo questo documento tratto dal sito Web del Centro Studi ed Esperienze Scout Baden-Powell
http://www.baden-powell.it/bazar/Metodo/Comunicazione-e-lupettismo.asp
(l'enfatizzazione è mia)
Citazione: |
Noi ci occupiamo oggi di comunicazione nell’educazione. Anzi in un particolare e specifico tipo di educazione: quella del metodo scout di Baden-Powell. Ed, all’interno d’esso, del suo primo fondamentale momento educativo: il LUPETTISMO.
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chiurlox
Registrato: 18/09/06 18:16 Messaggi: 297
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Inviato: Venerdì 27 Novembre 2009, 12:18 Oggetto: |
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gufopreciso ha scritto: |
chiurlox ha scritto: |
Se l'associazione crede che la coeducazione sia valore irrinunciabile credo che debba percorrere tale strada, la troverei almeno coerente, abolendo le due scelte di unità parallele e monosessuate. |
Ahi, mi ferisci a tradimento
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La Coeducazione ha in sè una valenza metodologica e strumentale: la formazione in comune di persone di sesso diverso. Questa è anche la scelta indicata dal Patto Associativo (questo lo trovo strano)
Personalmente non credo nella coeducazione come valore aggiunto, anzi credo fortemente che il modo migliore sia l'intereducazione.
Dove per intereducazione si intende educare all'altro, non necessariamente in riferimento a persone di altro sesso. l'altro può essere un capo, un compagno di scuola, un amico, uno squadrigliere ecc. In Tal senso lo scoutismo fa già costantemente ed involontariamente intereducazione, perchè educa ragazzi e ragazze a crescere e maturare prevalentemente nel rapporto con gli altri. Però nell'ambito scout entra in gioco anche il particolare ruolo del rapporto uomo-donna, l'incontro dell'altro quando è diverso per sesso. Qui il termine intereducazione acquista un senso più ristretto ma secondo me nevralgico non solo più quindi educazione all'altro, ma educazione all'altro sesso.
Coeducazione e intereducazione tutte due vogliono educare all'altro ma con metodi diversissimi tra di loro, coeducazione è un educazione fatta insieme utilizzando come dice il testo citato da gufo: una formazione in comune di persone di sesso diverso, mentre intereducazione è educare all'altro partendo dalle specificità proprie di ciascun individuo inteso quindi anche nella specificità del suo essere donna o uomo. Questo è il presupposto che consente ad un successivo passo che è l'incontro e la collaborazione tra i due sessi. Credo che questo sia il modo di aiutare la formazione di uomini e donne di carattere rispettando la loro specificità e che in questo modo si potrà ottenere in modod migliore e più semplicemente nel riconoscere l'alterità tra uomo e donna, sapendo rispettarla, educando ciascuno a cogliere e conservare alcune differenze, superando ogni omologazione. Infatti nell'intereducazione si parte già dal presupposto delle differenze naturali e non culturali tra uono e donna.
Anche il documento riconosce che lavorare in unità monosessuate da risultati che evitino l'appiattimento del metodo proposto
Cit.
Occorrerà inanzitutto dare maggiore vigore alle attività di Squadriglia che essemndo monosessuate recupereranno quell'ambiente monosessuate necessario per la identificazione sessuale ed il confronto tra persone dello stesso sesso.
Ma qui mi sorge sempre il dubbio della confusione che sorge quando si parla di coeducazione lasciando libertà di scelta in unità miste, parallele o monosessuate, come si può fare in un unica unità guidismo e scoutismo
senza arrivare ad una proposta prevalentemente al maschile, il documento risponde bene facendo attività di squadriglia che essendo monosessuate rispettano tempi e modalità di crescita, ma allora non è meglio avere unità monosessuate con incontri mirati come fanno altre associazioni?
Ritengo una forzatura ideologica difendere il misto a tutti i costi, visto i risultati. Credo che ci voglia coraggio da parte di chi è al vertice perchè il documento riportato da gufo è chiaro e esplicativo, quanti riparti fanno attività di sq? 10% a livello nazionale? (abbondo credo che siano molto meno) in quanti riparti misti le ragazze fanno guidismo??
I dati sono chiaramente inconfutabili nella nostra zona nessun riparto fa guidismo e un riparto solamente fa (poche e ancora embrionali perchè ha ripreso da due anni) attività di squadriglia.
Non credo nella coeducazione come metodo efficace nel tempo, non credo nelle unità miste come luogo dove riuscire veramente ad educare l'altro rispettandone completamente l'esigenze biologiche e naturali.
Che sia una sfida nobile riuscire in ciò non lo metto assolutamente in dubbio, ma credo che lo scout e la guida siano uomini e donne pratici e l'avere riparti divisi, branchi e cerchi, clan e fuochi sia a livello pratico più semplice che non avere unità miste.
Basta sono stato lungo mi automodero
Quando parlo di confusione vedi, tu ritieni (e secondo me a ragione) che il lupettismo sia un metodo, propedeutico al riparto, mentre per elfo è una componente del metodo. |
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paciock87
Età: 37 Segno zodiacale: Registrato: 07/05/06 21:36 Messaggi: 1435 Residenza: Romano
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Inviato: Venerdì 27 Novembre 2009, 15:52 Oggetto: |
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Scusate, può essere che mi sbaglio, ma nè nei reparti paralleli nè in quelli monosessuati si fa guidismo... Nè tantomeno si fa coccinellismo nelle coccinelle... Il metodo agesci è unico, sia per ragazzi che per ragazze... |
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Gerri
Età: 39 Segno zodiacale: Registrato: 21/09/05 20:08 Messaggi: 588 Residenza: Giungla Anconetana
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Inviato: Venerdì 27 Novembre 2009, 17:29 Oggetto: |
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elfo ha scritto: |
Veramente il Metodo Scout è uno, gli strumenti sono diversi. |
Questa è l'affermazione che fa chi sostiene l' "interbranchismo", che è l'attuale posizione dell'AGESCI...
In FSE ad esempio i metodi lupetti, esploratori e rover sono 3 metodi diversi, il primo è propedeutico al secondo ed il terzo né è il coronamento...
Il fine di tutti è quello di "condurre alla partenza" ma in una ottica di "continuità per tappe" non di un metodo che si adatta all'età...
B.-P. ha sempre trattato le branche distintamente (soprattutto da Kandersteg in poi), ma è anche vero che all'epoca non esisteva questo dibattito e quindi non è possibile sentenziare "cosa intendesse veramente" e quale fosse la sua vera intenzione
fatto sta che son scelte pedagogiche diverse che si legano a mio avviso fortemente con la scelta intereducazione-coeducazione, ma questo è un altro argomento, anzi, siamo già OT
paciock87 ha scritto: |
Scusate, può essere che mi sbaglio, ma nè nei reparti paralleli nè in quelli monosessuati si fa guidismo... Nè tantomeno si fa coccinellismo nelle coccinelle... Il metodo agesci è unico, sia per ragazzi che per ragazze... |
Per fortuna l'hai detto tu, quando l'ho detto io qualcuno si è offeso |
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francesco.c
Età: 54 Segno zodiacale: Registrato: 06/05/07 17:21 Messaggi: 417 Residenza: Pomezia 1
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Inviato: Venerdì 27 Novembre 2009, 17:43 Oggetto: |
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come passa il tempo... |
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gufopreciso
Età: 37 Segno zodiacale: Registrato: 24/12/07 12:37 Messaggi: 909 Residenza: Genova-Voltri
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Inviato: Sabato 28 Novembre 2009, 21:59 Oggetto: |
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Gerri ha scritto: |
elfo ha scritto: |
Veramente il Metodo Scout è uno, gli strumenti sono diversi. |
Questa è l'affermazione che fa chi sostiene l' "interbranchismo", che è l'attuale posizione dell'AGESCI...
[...]
B.-P. ha sempre trattato le branche distintamente (soprattutto da Kandersteg in poi), ma è anche vero che all'epoca non esisteva questo dibattito e quindi non è possibile sentenziare "cosa intendesse veramente" e quale fosse la sua vera intenzione |
Assolutamente.
Non si può in questo senso fare una "lettura".
è innegabile il fatto che B.P consideri le branche distintamente, tant'è che ogni volta che parla di Metodo Scout ripete che la cosa essenziale è la Squadriglia. Vedi il Libro dei Capi e il Taccuino. Perciò se non c'è squadriglia non c'è "metodo scout", chiamiamolo per non confonderci "Metodo Riparto".
Il metodo lupetto, mediante un'atmosfera avventurosa e grazie allo strumento del gioco...
...la formazione lupetto è distinta da quella degli esploratori...
Certo vi è continuità metodologica, ci sono caratteristiche innegabili, pilastri dello scautismo (in senso lato) comuni a tutte le branche in continuità. Quelle che diceva elfo: Autoeducazione, ecc... sono caratteristiche genetiche (interbranca) della proposta, formazione Scout (Scelta Scout) nella sua globalità per le motivazioni ed i legami che tutti sappiamo e conosciamo. Ma non credo che sia questo il Metodo. Il Lupettismo agisce in un certo modo, il "Ripartismo" in un altro ed il Roverismo in un'altro ancora: in continuità e in comunanza certo. Tappe di un unico percorso che conduce ad un fine ultimo, orrizzonte di ciascuna branca. La Partenza. Ovvero, un certo tipo ben definito di Uomo e Donna. Lo Scout.
FSE?
Citazione: |
Scusate, può essere che mi sbaglio, ma nè nei reparti paralleli nè in quelli monosessuati si fa guidismo... Nè tantomeno si fa coccinellismo nelle coccinelle... Il metodo agesci è unico, sia per ragazzi che per ragazze... |
Già. Ma ciò non toglie, con un movimento ascendente approntato (ormai) al recupero, che ragazzi e ragazze siano ed abbiano aspirazioni e specificità diverse. Se è vero che AGESCI ha un metodo unico, ciò non toglie che non si possa e si debba rispondere alla specificità di ciascuno. E ciò fa il Reparto Parallelo. Non è tanto nel "metodo in sè", ma nell'Ask the boy. Non vi è nessuna possibilità di educazione all'altro sesso, se non vi è in partenza una corretta identificazione nel proprio. Un Reparto Maschile ed uno Femminile che rispondono alle esigenze ed alle specificità del proprio sesso, che cammina ai loro ritmi, che vive e permette di vivere le loro avventure (volute, desiderate, sognate), che li faccia crescere; due Reparti Maschili e Femminili che anche si incontrano, vivono avventure e realtà assieme, in questo modo si può "crescere assieme". |
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francesco.c
Età: 54 Segno zodiacale: Registrato: 06/05/07 17:21 Messaggi: 417 Residenza: Pomezia 1
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Inviato: Sabato 28 Novembre 2009, 22:26 Oggetto: |
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il lato oscuro gufo... il lato oscuro sta avendo la meglio su di te...
o forse era quello chiaro mah
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gufopreciso
Età: 37 Segno zodiacale: Registrato: 24/12/07 12:37 Messaggi: 909 Residenza: Genova-Voltri
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Inviato: Domenica 29 Novembre 2009, 20:40 Oggetto: |
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Citazione: |
il lato oscuro gufo... il lato oscuro sta avendo la meglio su di te... |
Spunto di riflessione (in ogni senso), RS Servire del 1998 "Coeducazione". |
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