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Autore |
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Marm
Età: 43 Segno zodiacale: Registrato: 15/02/10 15:36 Messaggi: 984 Residenza: Veneto
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Inviato: Martedì 14 Mag 2013, 21:12 Oggetto: Sul come raccontare un racconto giungla |
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Al mio CFM L/C il racconto de “I cani rossi” ci era stato fatto giocare in questo modo: il racconto era iniziato nel modo classico, tutti seduti in cerchio ad ascoltare chi raccontava, ad un tratto un cambusiere era letteralmente saltato nel cerchio. Tutti sorpresi lo abbiamo guardato, e quello, interpretando un personaggio che proprio in quel momento veniva raccontato, ha fatto iniziare un gioco, come continuazione naturale della storia.
Rispetto al modo che considero classico (prima si fa il racconto, poi si gioca, basandosi sulla storia appena raccontata per lanciare il gioco), questo modo di fare mi ha affascinato per il coinvolgimento che riesce a trasmettere all'ascoltatore, di colpo divenuto giocatore. La storia la conosce, magari, per averla ascoltata negli anni precedenti, ma ora, invece, si appresta a costruirla egli stesso, partecipando al gioco, attraverso il quale la storia continua e si evolve.
Interruzioni del racconto di questo tipo, fatte per far continuare la storia con il lancio del gioco successivo, riescono bene quando la parte che deve essere giocata è una parte “movimentata”.
Ad esempio, quando Mowgli decide di affrontare i cani rossi, si può dividere il branco in due squadre, una farà la parte di Mowgli, che si prepara ad affrontare i cani rossi, gli altri saranno invece i cani rossi, all'inseguimento id Won-Tolla.
Per le due squadre, il racconto verrà continuato in parallelo, attraverso i giochi che dovranno affrontare. Infine si ritroveranno per la battaglia finale, e subito dopo, una volta calmati gli animi, si potrà concludere il racconto, nel modo classico, riprendendo, se è il caso, parti del racconto che siano state perse o a cui non sia stato possibile dare il giusto peso durante il gioco.
Sembra però che negli ultimi CFM L/C datti da membri della mia comunità capi, e non solo, questo modo di giocare il racconto sia stato abbandonato, se non addirittura screditato, o addirittura ritenuto “troppo” vicino, per alcuni aspetti, alla metodologia del cerchio.
Vorrei riportarvi la discussione che ne è seguita:
Citazione: |
Prima replica
Innanzitutto mi chiedo: PERCHE'? o meglio: Cosa vi spinge a penare a nuove strategie per il racconto?
Sai che la struttura classica da metodo nella giungla, diciamo, è quella di raccontare il brano e poi giocare il brano raccontato con dei giochi che ricalchino episodi del racconto appena fatto.
Direi che non è bene spezzare il racconto e raccontare solo la parte iniziale e la finale. Questo perché si potrebbero perdere dei pezzi importanti ed il filo del racconto. Infatti un gioco può curare solo un aspetto del "raccontato" e non tutte le varie sfaccettature.
Vi chiederei quindi di non rinunciare allo strumento fondamentale del racconto.
Altra idea è quella di raccontare una parte del racconto, fare il gioco sulla parte successiva, ma poi riprendere il racconto alla fine del gioco e raccontare la parte relativa al gioco appena fatto. Questo schema (prima il gioco e poi il racconto) deriva dalla metodologia bosco e permette che le coccinelle sentendo il racconto di quanto appena vissuto si confrontino loro stesse su come Cocci ha affrontato la cosa. Ovviamente è solo una prova che potete fare, non deve assolutamente diventare una costante o una consuetudine: questa è metodologia cocci, non giungla!
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Preciso adesso che non ritengo opportuno fare il racconto nel modo che ho suggerito per tutti i racconti giungla dell'anno, ma sul farne uno o due, non credo debba esserci nulla da ridire. Non ho conferme, ma sospetto che i grandi giochi giungla, descritti in "La giungla", come quello su "La tigre! La tigre!", o anche quello su "La caccia di Kaa" (che prevedono di fare tutto il racconto in 6-7 ore), oppure su “I cani rossi” (in 3 ore), siano particolarmente adatti ad essere "giocati" in questo modo.
Mi sorprende poi il riferimento alla metodologia cocci, alla quale non mi sono mai interessato, però non mi sembra corretto escludere che anche in branco si possa "giocare prima e spiegare poi" perché questo è un modo di fare usato tipicamente in cerchio.
Per citare un esempio che credo significativo, Martin, in "La tecnica del gioco in branco", parlando dei giochi di osservazione, non esclude affatto di giocare e poi spiegare:
Citazione: |
Martin, in "La tecnica del gioco in branco"
Noi dobbiamo insegnare ai nostri lupetti ad osservare e a far passare nella loro vita reale la Parola Maestra: "Apri gli occhi e le orecchie" ed, al termine di questi giochi, una breve spiegazione, od una storia sul genere di quella di B.P. sul numero di matricola degli agenti di polizia (8° morso del M.d.L.), ottiene per lo più i risultati voluti. |
Sono seguite alcune repliche, ma queste le trascriverò un'altra volta... |
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rinoceronte caparbio Moderatore
Età: 39 Segno zodiacale: Registrato: 04/09/06 00:01 Messaggi: 3920
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Inviato: Mercoledì 15 Mag 2013, 16:22 Oggetto: |
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Condivido la distinzione tra metodo cocci e giungla, ma anche trovare una motivazione corretta all'ambiente col quale ci si trova a che fare (se i bambini non stanno mai zitti, un racconto corto e diviso in due può aver senso...). |
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Marm
Età: 43 Segno zodiacale: Registrato: 15/02/10 15:36 Messaggi: 984 Residenza: Veneto
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Inviato: Mercoledì 15 Mag 2013, 16:52 Oggetto: |
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rinoceronte caparbio ha scritto: |
Condivido la distinzione tra metodo cocci e giungla |
La distinzione la condivido anch'io, ma faccio ancora fatica a capire cosa centri con il racconto giocato... dubito che con questa sequenza basti a fare metodo "cocci":
raccontato: ... e cocci si trovò così davanti a un prato immenso...
interruzione di Arcanda, che lancia il gioco: Cocci! Il prato è proprio qui dietro, correte a raccogliere le spighe per l'amica formica!
giocato: Le cocci raccolgono le spighe e le portano alla formica che ringrazia.
raccontato: ... e la formica poté così guarire e superare l'inverno...
edit
Forse un po' si... se nel gioco i bambini riflettono sulle difficoltà che stanno affrontando (ma il gioco deve essere pensato per questa riflessione), e nel pezzo di racconto che segue sentono cocci riflettere sulle proprie fatiche, allora si, penso che questo potrebbe bastare a fare metodo "cocci".
Ma non credo che questo si possa confrontare necessariamente con il racconto giocato per il branco... Akela non penserà certo a fare il gioco con questa intenzione... |
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rinoceronte caparbio Moderatore
Età: 39 Segno zodiacale: Registrato: 04/09/06 00:01 Messaggi: 3920
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Inviato: Giovedì 16 Mag 2013, 00:01 Oggetto: |
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Nel senso che nel metodo cocci non racconti prima... |
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