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Capi divorziati
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uomodelbosco





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MessaggioInviato: Lunedì 12 Marzo 2007, 16:49    Oggetto: Rispondi citando

Citazione:
ma la mia intenzione era far si che ci si renda conto,e non è facile,che dobbiamo cercare di non essere chiusi nel nostro mondo ma sapere che intorno a noi esistono anche altre realta. dico questo perche molti di noi non sono esattamente al corrente di quello che succede fuori dalle parrocchie,gruppi ecc.


Esattamente! Non serve a nulla riempirsi la bocca di "educazione" se non si vogliono fare i conti con la realtà circostante.
B.P. disse "uno scoutismo slegato dalla realtà è un'impossibilità" ("The Scouter", anno non mi ricordo).
Ora ci sono una serie di istanze, la più grave della quale non è certo il divorzio, che vanno affrontate.
Fa più danni il capetto con la svastica o il divorziato?
Non è certo una corsa al ribasso, è una corsa a non lasciare affondare la barca perchè si preferisce discutere se i remi sono o no in linea piuttosto che affrontare la realtà di un buco grosso così nello scafo.
E la realtà è fatta di cose che toccano in primis i ragazzi stessi che notano ben prima un capo che si vanta di essere "furbetto" piuttosto di un altro con una storia problematica dietro alle spalle.
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polvansen





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MessaggioInviato: Lunedì 12 Marzo 2007, 16:54    Oggetto: Rispondi citando

actaris ha scritto:
il gruppo di via dei ciliegi può accettare capi divorziati o omosessuali, quello di via dei girasoli no. E ognuno con valide ragioni.
Ma la vera tristezza è che dietro queste valide ragioni ci può essere un sì motivato da carenza di organico, così come un no motivato da chiusura preconcetta. Ma anche qui si fa la corsa al ribasso: io augurerei all'uomodelbosco che il gruppo con cui è in contatto non sia dell'uno nè dell'altro tipo.
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polvansen





Registrato: 01/06/06 17:10
Messaggi: 680

MessaggioInviato: Lunedì 12 Marzo 2007, 17:15    Oggetto: Rispondi citando

UOMODELBOSCO ha scritto:
Citazione:
ma la mia intenzione era far si che ci si renda conto,e non è facile,che dobbiamo cercare di non essere chiusi nel nostro mondo ma sapere che intorno a noi esistono anche altre realta. dico questo perche molti di noi non sono esattamente al corrente di quello che succede fuori dalle parrocchie,gruppi ecc.


Esattamente! Non serve a nulla riempirsi la bocca di "educazione" se non si vogliono fare i conti con la realtà circostante.
B.P. disse "uno scoutismo slegato dalla realtà è un'impossibilità" ("The Scouter", anno non mi ricordo).
Ora ci sono una serie di istanze, la più grave della quale non è certo il divorzio, che vanno affrontate.

Un momento, fatemi capire: come si valuta uno scautismo legato o slegato dalla realtà? Dal numero di capi che effettivamente hanno sperimentato in prima persona tale realtà?
Se proprio vogliamo contare le persone, io piuttosto misurerei il numero di ragazzi che, pur vivendo tali problematiche, trovano una risposta nell'associazione.

Citazione:
Fa più danni il capetto con la svastica o il divorziato?

Non mi interessa. Non misuro quello che faccio in chi o cosa fa più o meno DANNI. Questo esattamente intendo per correre al ribasso.

Citazione:
Non è certo una corsa al ribasso, è una corsa a non lasciare affondare la barca perchè si preferisce discutere se i remi sono o no in linea piuttosto che affrontare la realtà di un buco grosso così nello scafo.

Non capisco, proprio non capisco. A che buco ti riferisci? Quale emergenza l'associazione starebbe perdendo di vista per fare le pulci ai capi divorziati?
Non ai capi nazisti, immagino... non mi risulta siano un'emergenza.
Io l'emergenza la vedo sul fronte educativo, e la crisi della famiglia in questo non è un attore secondario. SENZA VOLERSI RIFERIRE A UN CASO PERSONALE, non credi che davanti a chi ha una crisi della famiglia alle spalle sia quantomeno responsabile chiedersi che ne è del suo percorso? Delle sue convinzioni? Di quali lezioni ha imparato e intende proporre ai ragazzi per non ripetere l'errore?
Boh... io non trovo nulla di strano in questo.
Come non trovo che il problema della crisi della famiglia, proprio ed appunto nella società attuale, sia una questione trascurabile di "allineamento dei remi".

Citazione:
E la realtà è fatta di cose che toccano in primis i ragazzi stessi che notano ben prima un capo che si vanta di essere "furbetto" piuttosto di un altro con una storia problematica dietro alle spalle.

Insisto... non facciamo a chi fa più danni, c'è solo da rimetterci.
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uomodelbosco





Registrato: 06/03/07 18:14
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MessaggioInviato: Lunedì 12 Marzo 2007, 17:30    Oggetto: Rispondi citando

Citazione:
Io l'emergenza la vedo sul fronte educativo, e la crisi della famiglia in questo non è un attore secondario. SENZA VOLERSI RIFERIRE A UN CASO PERSONALE, non credi che davanti a chi ha una crisi della famiglia alle spalle sia quantomeno responsabile chiedersi che ne è del suo percorso? Delle sue convinzioni? Di quali lezioni ha imparato e intende proporre ai ragazzi per non ripetere l'errore?



Ma per carità! Sono il primo ad esortare a non prendere Capi solo perchè c'è carenza e sono il primo a mettermi in discussione, dato che potevo benissimo fare che andare in CoCa, mi avrebbero preso e amen.
E qui sta il punto.
O meglio fino a che punto una CoCa dovrebbe non discutere del mio problema ed accettare tutto quanto passa di altro? O fare viceversa?
In ambedue i casi non ci siamo, però, personalmente, in una CoCa con "Capi" tra virgolette, credo che ben prima di affrontare l'argomento divorzio ci sia tutta una serie di problemi ben evidenti che vanno risolti SUBITO in quanto, appunto, evidenti (ANCHE ai ragazzi!!).
Ho esperienza diretta di una CoCa (altra, per fortuna), i quali membri, trovati ad una cena informale, non avevano alcuna difficoltà a: 1) turpiloquiare 2) fare il punto delle proprie situazioni "cacciatorie" 3) definire il Masci "roba da vecchi" 4) fare gare di rutti 5) affrontare una lunga selezione di alcolici e superalcolici 5) accendere la tv e guardarsi una bella raffica di tette e di culi.
Ora: io, come Capo, come uomo, come Cristiano e non ultimo, Genitore, in quale scala di priorità metterei il divorzio? Chi manderebbe in tutta allegria suo figlio in quel gruppo pensando "beh, però fanno una scelta Cattolica e non ci sono (per esempio) gay? o Divorziati?"[/quote]
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polvansen





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MessaggioInviato: Lunedì 12 Marzo 2007, 18:07    Oggetto: Rispondi citando

UOMODELBOSCO ha scritto:
potevo benissimo fare che andare in CoCa, mi avrebbero preso e amen.
E qui sta il punto.
O meglio fino a che punto una CoCa dovrebbe non discutere del mio problema ed accettare tutto quanto passa di altro? O fare viceversa?
In ambedue i casi non ci siamo,
Benissimo. Quindi?
Io rispondo così: dato che parliamo di questioni morali (se fosse che non si sa se sai fare le legature sarebbe diverso) i principi li prendo dalla nostra autorità morale di riferimento. Che non discrimina e non è intollerante, ma identifica una serie di situazioni "problematiche" e... le affida a una relazione personale in cui si affronta ogni caso a sé. E quindi rivendico il pieno diritto della coca a discutere l'ingresso di chi si presenta con una storia come la tua.
Naturalmente discutere non significa rifiutare, ma sentirsi rifiutato solo perché messo in discussione per me non è accettabile. Le situazioni disastrose di cui si parla altrove (e anche qui quando puntiamo al ribasso) si verificano proprio quando la gente smette di mettersi in discussione.

Citazione:
però, personalmente, in una CoCa con "Capi" tra virgolette, credo che ben prima di affrontare l'argomento divorzio ci sia tutta una serie di problemi ben evidenti che vanno risolti SUBITO in quanto, appunto, evidenti (ANCHE ai ragazzi!!).
Perfettamente d'accordo, ma tu non hai posto il problema di entrare in una "coca" tra virgolette. Non mi è parso che tu volessi diventare un "capo" tra virgolette. Per questo non voglio seguire chi fa la corsa al ribasso. Io parto dal presupposto che si ragioni in termini positivi, in termini di _miglior_servizio_possibile.

Citazione:
Ho esperienza diretta di una CoCa [cut]
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uomodelbosco





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MessaggioInviato: Lunedì 12 Marzo 2007, 18:47    Oggetto: Rispondi citando

O sei un campione nel fraintendere...oppure no so più come dire le cose....

Citazione:
quindi rivendico il pieno diritto della coca a discutere l'ingresso di chi si presenta con una storia come la tua.

Ma è difficile da capire? La rivendico anch'io!!

Citazione:
Le situazioni disastrose di cui si parla altrove (e anche qui quando puntiamo al ribasso) si verificano proprio quando la gente smette di mettersi in discussione.

Ma cosa vuoi mettere in discussione? Forse ti sfugge il fatto che tante CoCa sono costituite da amici che hanno identità di vedute nelle cose.- E se tutti sono dediti al culto del fiasco di vino sai a loro che interessa discutere la cosa?
Apri gli occhi: in quelle CoCa lì potresti anche essere uno spacciatore che nessuno avrebbe da ridire o quasi.
Ma il punto, come al solito, non è questo, ma un altro: manderesti tuo figlio in quel gruppo? Sarebbe prioritario il problema di un capo divorziato?

Citazione:
Per questo non voglio seguire chi fa la corsa al ribasso.

E fai male, perchè non si tratta di corsa al ribasso, cioè di giustificare certe cose perchè ce ne sono altre.
Qui si tratta di allargare le vedute e di dare una scala di priorità ai punti di intervento nel disastro.
E' ovvio che se una CoCa è "in forma" può anche addentrarsi nel caso specifico del divorziato, ma se ha altri problemi stai certo che il suo problema diventerà di secondo piano. O potrebbe anche non essere per nulla un problema (purtroppo).
A quel punto diventa un fatto di coscienza. Restare o no in quell'ambiente?
cambiarlo? E come?
Guarda: da quanto leggo in generale nel forum il problema dei divorziati è piuttosto in basso come priorità. Mi sembra che il futuro dello Scoutismo (cattolico o meno) si stia giocando in ben altri ambiti.
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polvansen





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Messaggi: 680

MessaggioInviato: Lunedì 12 Marzo 2007, 19:10    Oggetto: Rispondi citando

UOMODELBOSCO ha scritto:
Citazione:
quindi rivendico il pieno diritto della coca a discutere l'ingresso di chi si presenta con una storia come la tua.
Ma è difficile da capire? La rivendico anch'io!!

Beh, allora non so neanche perché abbiamo discusso fin qui...

Citazione:
Citazione:
Le situazioni disastrose di cui si parla altrove (e anche qui quando puntiamo al ribasso) si verificano proprio quando la gente smette di mettersi in discussione.
Ma cosa vuoi mettere in discussione? Forse ti sfugge il fatto che tante CoCa sono costituite da amici che hanno identità di vedute nelle cose.- E se tutti sono dediti al culto del fiasco di vino sai a loro che interessa discutere la cosa?
Apri gli occhi: in quelle CoCa lì potresti anche essere uno spacciatore che nessuno avrebbe da ridire o quasi.
Alt... io non ti seguo più...
Scusa, io sicuramente fraintendo, senz'altro non capisco sempre tutto, ma ora veramente non riesco più a capire. No, perché io pensavo che il punto di riferimento fosse il tuo post di martedì scorso, in cui leggevo una forte e sincera difesa della tua situazione, non certo in riferimento a situazioni peggiori...
Quindi credo che a questo punto non ci sia molto da aggiungere: sul principio siamo d'accordo e tanto mi basta.
Sul fatto che delle buone motivazioni possano venire da una situazione già altrimenti discutibile, beh... non mi trovi per niente d'accordo. Ma è un altro tema e se ne sta già discutendo nel topic sul divario etico.

Citazione:
Ma il punto, come al solito, non è questo, ma un altro: manderesti tuo figlio in quel gruppo? Sarebbe prioritario il problema di un capo divorziato?
Ovviamente no a entrambe.

Citazione:
E' ovvio che se una CoCa è "in forma" può anche addentrarsi nel caso specifico del divorziato, ma se ha altri problemi stai certo che il suo problema diventerà di secondo piano.
Ma scusa, stai dicendo che tutti i nostri fraitendimenti vengono dal fatto che io presumevo una coca valida e tu una disastrosa?
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uomodelbosco





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MessaggioInviato: Lunedì 12 Marzo 2007, 19:10    Oggetto: Rispondi citando

Piuttosto, per rimanere in Topic, sarebbe interessante sapere come si regolano altre associazioni cattoliche (per es. FSE) in merito ai Capi divorziati.
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aureliano



Età: 43
Segno zodiacale: Gemelli
Registrato: 16/10/06 10:56
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Residenza: Fra Bolzano e Trento...

MessaggioInviato: Lunedì 12 Marzo 2007, 19:26    Oggetto: Rispondi citando

UOMODELBOSCO ha scritto:
Piuttosto, per rimanere in Topic, sarebbe interessante sapere come si regolano altre associazioni cattoliche (per es. FSE) in merito ai Capi divorziati.


Sarebbe interessante sì, ma ormai questo forum è OKKUPATO in toto dall'Agesci Very Happy ...
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uomodelbosco





Registrato: 06/03/07 18:14
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MessaggioInviato: Martedì 13 Marzo 2007, 09:09    Oggetto: Rispondi citando

Credo che la discussione ci abbia portati ad un nodo interessante.
Abbiamo stabilito che in Agesci un divorziato debba sottoporsi al vaglio della CoCa che deciderà se e come consentirgli di fare servizio.
Ora, se da un lato il divorziato ha il dovere di sottoporsi al vaglio, dall’altro ha anche il diritto che questo giudizio venga da una CoCa in grado di giudicarlo in modo corretto.
Quando si parla di CoCa con Capi evasori fiscali o collezionisti di materiale porno, non si tratta di corsa al ribasso, ma si tratta della legittima pretesa di essere giudicati da un organismo che abbia l’autorità morale per farlo.
Il problema si complica ulteriormente se pensiamo alle varie differenze di Capi divorziati.
Un Capo già in servizio che divorzi è in una Coca potenzialmente in grado di giudicarlo anche in merito ad altri aspetti che possano aiutarlo a restare in servizio, ma non è così per un divorziato che desideri diventare Capo.
Quest’ultimo, se meramente sconosciuto, non è in grado di far riconoscere alla Coca le sue qualità “extra-divorziato” e rischia così o di essere rifiutato senza troppi preamboli o al contrario essere accettato con troppa leggerezza.
Si tratta di un problema di riconoscimento reciproco.
Come può il divorziato sapere se quella Coca non mortifichi il suo cammino con troppa durezza o, al contrario, leggerezza?
Ma non solo: un Capo in servizio che divorzi, proprio perché bene a conoscenza dei possibili scheletri ben nascosti negli armadi della CoCa, molto difficilmente accetterà di essere giudicato e piuttosto facilmente continuerà all’insegna del “siamo tutti amici”.
A meno di essere così fortunati da imbatterci in una CoCa ideale, in tutti gli altri casi il problema del Capo divorziato molto, molto difficilmente potrà essere esaminato alla giusta luce, gettando così un’ombra sul diritto-dovere di autonomia decisionale della Coca.
uesta riflessione:
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giacco





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Messaggi: 82

MessaggioInviato: Martedì 13 Marzo 2007, 09:26    Oggetto: Rispondi citando

volevo fare una domanda forse stupida e banale ma è la prima cosa che mi viene in mente alla lettura delle vostre/nostre:

In questi casi non ha un ruolo fondamentale e fortemente rilevante a figura dell'AE di gruppo?
E si ci trova in contrasto con lui?
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polvansen





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Messaggi: 680

MessaggioInviato: Martedì 13 Marzo 2007, 10:58    Oggetto: Rispondi citando

UOMODELBOSCO ha scritto:
Credo che la discussione ci abbia portati ad un nodo interessante.
Abbiamo stabilito che in Agesci un divorziato debba sottoporsi al vaglio della CoCa che deciderà se e come consentirgli di fare servizio.
Ora, se da un lato il divorziato ha il dovere di sottoporsi al vaglio, dall’altro ha anche il diritto che questo giudizio venga da una CoCa in grado di giudicarlo in modo corretto.
In effetti è così, la coca intera ha la responsabilità della sua proposta educativa, e quindi dell'azione dei suoi capi. Ma questo vale indifferentemente per qualsiasi persona che chieda di entrare in servizio. Quindi credo che sia piuttosto OT in questo topic.
Citazione:
Quando si parla di CoCa con Capi evasori fiscali o collezionisti di materiale porno, non si tratta di corsa al ribasso, ma si tratta della legittima pretesa di essere giudicati da un organismo che abbia l’autorità morale per farlo.
Personalmente se sapessi che tale coca esiste difficilmente mi muoverei per entrarci... al limite per farci entrare finanza e carabinieri. Per dire che, depotenziando il termine "giudicare" in "valutare", il diritto è reciproco. La coca valuta se si fida di me, io valuto se mi fido di quella coca.
E torniamo alla questione per cui se non c'è una significativa conoscenza reciproca è impossibile anche solo ipotizzare un ingresso in coca.

Citazione:
Il problema si complica ulteriormente se pensiamo alle varie differenze di Capi divorziati.
E ancora di più se pensiamo che il divorzio è solo una delle possibili situazioni da mettere sul piatto.

Citazione:
Un Capo già in servizio che divorzi è in una Coca potenzialmente in grado di giudicarlo anche in merito ad altri aspetti che possano aiutarlo a restare in servizio, ma non è così per un divorziato che desideri diventare Capo.
Quest’ultimo, se meramente sconosciuto, non è in grado di far riconoscere alla Coca le sue qualità “extra-divorziato” e rischia così o di essere rifiutato senza troppi preamboli o al contrario essere accettato con troppa leggerezza.
Si tratta di un problema di riconoscimento reciproco.
Come può il divorziato sapere se quella Coca non mortifichi il suo cammino con troppa durezza o, al contrario, leggerezza?
Guarda, nella mia esperienza posso farti un solo esempio che ho conosciuto direttamente. Si tratta di una persona in una situazione simile alla tua che si è avvicinata a un gruppo mediante la partecipazione di due figli, e in questo modo ha conosciuto il gruppo e si è fatta da loro conoscere.
Ma credo che la necessità di conoscenza reciproca e di confronto profondo necessario prima di essere gettati nella mischia, possa essere benissimo percorsa con una partecipazione graduale, con l'ingresso in servizio per gradi, ad esempio con un anno speso a disposizione della coca e a fare formazione...
Lo scoglio resta quello iniziale dell'accostamento tra sconosciuti, che magari si guardano con sospetto. Lì gli attori siete tu e loro, e ormai credo tu possa capire abbastanza bene cosa ci gira dietro.

Citazione:
Ma non solo: un Capo in servizio che divorzi, proprio perché bene a conoscenza dei possibili scheletri ben nascosti negli armadi della CoCa, molto difficilmente accetterà di essere giudicato e piuttosto facilmente continuerà all’insegna del “siamo tutti amici”.
Il caso non mi interessa: IO in una coca del genere non ci metterei piede.

Citazione:
A meno di essere così fortunati da imbatterci in una CoCa ideale, in tutti gli altri casi il problema del Capo divorziato molto, molto difficilmente potrà essere esaminato alla giusta luce, gettando così un’ombra sul diritto-dovere di autonomia decisionale della Coca.
uesta riflessione:
Facciamo il caso normale ed evitiamo gli eccessi.
La coca ha i suoi "difetti" e ci lavora sopra. L'aspirante capo ha i suoi "difetti" e ci lavora sopra. Gli attori si incontrano e cominciano a studiarsi per raggiungere LA base di cui non si può fare a meno: la fiducia reciproca. Questa per me è LA strada.
Se tu (generico) non ti fidi della valutazione della coca, hai qualche strada da percorrere (i responsabili di zona, ad esempio), ma se manca la fiducia (tua in quella coca) si va poco lontano. Non è una cosa che si risolve in maniera burocratica (il sig. taldeitali, stanti gli artt. 18, 19 e 20, ha pieno titolo e diritto ecc. ecc.).
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polvansen





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MessaggioInviato: Martedì 13 Marzo 2007, 11:19    Oggetto: Rispondi citando

giacco ha scritto:
volevo fare una domanda forse stupida e banale ma è la prima cosa che mi viene in mente alla lettura delle vostre/nostre:

In questi casi non ha un ruolo fondamentale e fortemente rilevante a figura dell'AE di gruppo?
E si ci trova in contrasto con lui?

Credo che in un caso del genere l'ae abbia una certa voce in capitolo, pur essendo solo uno dei responsabili del gruppo. Rimanendo sul generale mi chiederei il motivo del contrasto. Da capogruppo cercherei di capire se il contrasto viene da qualcosa che l'ae conosce - a differenza di tutti gli altri - e che gli fa presumere che non sia il caso di affidare il servizio a quella persona... Oppure se è una questione banalmente di pelle, o di una posizione troppo rigida da parte dell'ae, addirittura in contrasto con quello che gli viene prescritto a livello pastorale (chiamiamolo il prete integralista in accezione negativa).
Se invece dovessi mettermi nei panni dell'aspirante capo in questa situazione, il motivo del contrasto già mi sarebbe chiaro. Quindi, escludendo la prima ipotesi (nel qual caso torniamo a colui che vuole fare servizio tenendo nascoste le "magagne") penso che cercherei in tutti i modi di ricostruire con lui, perché è un elemento fondamentale nel mio possibile futuro cammino nel gruppo. Se non fosse possibile, al limite (se fossimo davvero davanti al vero prete integralista), sono certo che i capi della coca ne sono già ben coscienti. E proverei a costruire qualcosa con loro.

Ma generalizzare è impossibile.
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uomodelbosco





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MessaggioInviato: Martedì 13 Marzo 2007, 13:12    Oggetto: Rispondi citando

Citazione:
Personalmente se sapessi che tale coca esiste difficilmente mi muoverei per entrarci...

Ovvio, ma tu come fai a saperlo a priori? Se ci arrivi dall'esterno, anche in veste di genitore, come fai a saperlo? Quante volte hai incontrato i membri di quella CoCa? Quanto siete entrati nelle rispettive profondità per conoscervi così bene? Avete parlato lungamente dello status di genitore divorziato? Dubito.
Restiamo con i piedi per terra: nella migliore delle ipotesi (genitore) uno può essersi fatto un'idea "a pelle" che non può essere certamente sufficiente per tranciare giudizi.-

Citazione:
Il caso non mi interessa: IO in una coca del genere non ci metterei piede.

Purtroppo non puoi dire che non ti interessa. Una CoCa del genere danneggia tutto il movimento e voltandoti dall'altra parte non saresti diverso da loro. E' dovere di tutti metterci piede e anche mano.

Citazione:
Facciamo il caso normale ed evitiamo gli eccessi.
La coca ha i suoi "difetti" e ci lavora sopra.

E chi lo dice? Tutti noi conosciamo almeno una CoCa dove il problema del Capo divorziato sarebbe minore. Una CoCa con "difetti" ben difficilmente ci lavora sopra. Vuoi che siamo tutti amici, vuoi che ci sono problemi nel tenere aperte le unità, vuoi che in fondo che vuoi che sia, vuoi che ognuno di noi non può mai permettersi di scagliare la prima pietra, alla fine è molto più comodo chiudere un occhio e a volte anche due.
E non dire che questa è una eccezione che sai benissimo che così non è.
Il Capo divorziato può anche lavorarci sopra, la decisione è solo sua, una CoCa è un organismo più complesso, con dinamiche molto diverse e con risultati tuttaltro che scontati.
Con questo non dico che non ci siano situazioni dove si lavora anche su questi problemi, ma ritengo che sia questa la vera eccezione.
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polvansen





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Messaggi: 680

MessaggioInviato: Martedì 13 Marzo 2007, 14:44    Oggetto: Rispondi citando

UOMODELBOSCO ha scritto:
Citazione:
Personalmente se sapessi che tale coca esiste difficilmente mi muoverei per entrarci...

Ovvio, ma tu come fai a saperlo a priori?
Ferma un attimo... me l'hai detto tu...! Hai fatto un esempio di uno che vuole entrare in una coca con evasori e pornografi... Io mi limito a seguire il ragionamento.
Citazione:
Se ci arrivi dall'esterno, anche in veste di genitore, come fai a saperlo? Quante volte hai incontrato i membri di quella CoCa? Quanto siete entrati nelle rispettive profondità per conoscervi così bene? Avete parlato lungamente dello status di genitore divorziato? Dubito.
Restiamo con i piedi per terra: nella migliore delle ipotesi (genitore) uno può essersi fatto un'idea "a pelle" che non può essere certamente sufficiente per tranciare giudizi.

E infatti:
polvansen PIU' VOLTE ha scritto:
E torniamo alla questione per cui se non c'è una significativa conoscenza reciproca è impossibile anche solo ipotizzare un ingresso in coca.
Che secondo me è il nocciolo della questione.

UOMODELBOSCO ha scritto:
polvansen ha scritto:
Il caso non mi interessa: IO in una coca del genere non ci metterei piede.
Purtroppo non puoi dire che non ti interessa. Una CoCa del genere danneggia tutto il movimento e voltandoti dall'altra parte non saresti diverso da loro. E' dovere di tutti metterci piede e anche mano.
Aspetta un momento: rimaniamo nel seminato. Ovvio che quella coca non mi interessa dal punto di vista di chi deve cominciare ad averci a che fare (un cammino di ingresso, l'inserimento di un figlio...). Pensa che avevo anche scritto che poi, dal punto di vista associativo io cancellerei quella coca dalla faccia della terra, ma poi l'ho tolto perché non è la questione in discussione, e perché del "sedicente perfettino" ne ho preso a sufficienza in questo topic.

Citazione:
Citazione:
Facciamo il caso normale ed evitiamo gli eccessi.
La coca ha i suoi "difetti" e ci lavora sopra.

E chi lo dice?
Ma... l'ho ipotizzato io... è un esempio. Ma va bene, non ti piace, non lo consideri "normale", abbandoniamolo.

Citazione:
Una CoCa con "difetti" ben difficilmente ci lavora sopra. Vuoi che siamo tutti amici, vuoi che ci sono problemi nel tenere aperte le unità, vuoi che in fondo che vuoi che sia, vuoi che ognuno di noi non può mai permettersi di scagliare la prima pietra, alla fine è molto più comodo chiudere un occhio e a volte anche due.
E non dire che questa è una eccezione che sai benissimo che così non è.
Guarda, io ti assicuro che non capisco.
Posto che non sono assolutamente d'accordo con la tua visione disastrosa (alla faccia, non ero io quello che non aveva fiducia e che lo scout è persona d'onore e bla e bla?), assumiamo comunque che sia vera: ok la maggior parte delle coca sono come dici tu.
Ma allora, veramente mi chiedo: che cerchi da un mondo del genere? Mica ti servirà a qualcosa un riconoscimento da tale accozzaglia di degenerati...?

Citazione:
Con questo non dico che non ci siano situazioni dove si lavora anche su questi problemi, ma ritengo che sia questa la vera eccezione.
Guarda, io veramente voglio capire e cerco di uscirne.
Partendo da quello che dici, voglio sperare che la coca alla quale ti rivolgi tu sia proprio una di queste eccezioni, ovvero che tu ad oggi non abbia motivo di dubitare della conduzione "morale" media dei suoi componenti.
Perché se non è così mi torno a chiedere che ci vai a fare...
Quindi hai davanti una coca in cui per ora non hai motivo di non credere... giusto? Bene, se ti interessa procedi con la conoscenza reciproca di cui sopra, e a un certo punto di questo cammino farete una verifica per stabilire se percaso qualcosa, nel processo di conoscenza, sta minando la reciproca fiducia. Non funziona, così?
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