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Scout Rosarno 2
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Autore Messaggio
excapogrupporosarno2





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MessaggioInviato: Martedì 06 Marzo 2012, 22:15    Oggetto: Rispondi citando

documento ufficiale dal nazionale redatto dallo stesso il 20 dicembre 2010 prot. 438/ppaeg
che dice :

Carissimi
lo scorso giovedi 14 ottobre, come sapete, ci siamo incontrati a Reggio Calabria, in concomitanza con la Settimana Sociale dei Cattolici italiani.Erano presente all'incontro i Presidenti del comitato nazionale, alberto fantuzzo e paola stroppiana e l'assistente ecclesiastico generale, don Francesco Marconato, insieme al comitato regionale della Calabria e al Comitato di Zona Piana degli Ulivi.
In quell'occasione, che da parte nostra abbiamo valutato molto positivamente, è stato illustrata ai Capi dell'ex Comunita' Capi del Rosarno 2 la proposta concordata precedentemente fra i vari livelli: nazionale, regionale e di zona.
Com'è noto essa prevede di riprendere come capi un percorso di formazione personale e di servizio, all'interno di una delle tre comunita' capi della zona piana degli ulivi che si sono rese disponibili ad accompagnare questo cammino:Rosarno 1, Polistena 1, e Palmi 1. Nel ricordarvi quanto concordato in quella serata, vi rinnoviamo il nostro augurio di Buona Strada, oltre che di un buon Natale nel Signore e di un sereno anno nuovo.


questo è l'unico documento ufficiale dal nazionale alla mia ex comunita' capi
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rinoceronte caparbio
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MessaggioInviato: Martedì 06 Marzo 2012, 23:15    Oggetto: Rispondi citando

Cosa impediva di andare al rosarno 1?
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antonio valerioti



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MessaggioInviato: Mercoledì 07 Marzo 2012, 00:13    Oggetto: Rispondi citando

e perchè non "anche" al Palmi 2?
o perchè non "anche" al Gioia Tauro 1 o al Varapodio 1?

antonio valerioti, palmi 2
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antonio valerioti



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MessaggioInviato: Mercoledì 07 Marzo 2012, 00:14    Oggetto: Rispondi citando

o "anche" al Rizziconi 1? (pardon, me lo ero dimenticato)

antonio valerioti, palmi 2
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rinoceronte caparbio
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MessaggioInviato: Mercoledì 07 Marzo 2012, 00:37    Oggetto: Rispondi citando

Qual'è la distanza?

inoltre, leggo che:
Citazione:
Com'è noto essa prevede di riprendere come capi un percorso di formazione personale e di servizio, all'interno di una delle tre comunita' capi della zona piana degli ulivi che si sono rese disponibili ad accompagnare questo cammino:Rosarno 1, Polistena 1, e Palmi 1.

stando a quello che si legge, queste sono 3 gruppo che accettavano questo percorso.

C'è una lettera che dice che il palmi 2 l'avrebbe fatto?

E sopratutto, i capi sono entrati in qualche gruppo?
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franzos79





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MessaggioInviato: Mercoledì 07 Marzo 2012, 09:51    Oggetto: Rispondi citando

Sul dubbio se i capi del Rosarno 2 sono entrati in un altro gruppo aveva già risposto Glaxo, inoltre ricordo sempre un intervento in cui si diceva che i capi del Rosarno 2 erano almeno 6 brevettati, molti con cfm, attivi in zona e come aiuti o capi nei campi regionali, dunque non certo persone fino a quel momento "non affidabili" per l'associazione.

Glaxo ha scritto:
I ragazzi sono stati abbandonati dai loro capi? Risp. assolutissimamente no.
Dopo la chiusura ,tutto il gruppo (ragazzi capi e genitori) hanno fatto ugualmente il campo estivo (1 settimana tra giugno e luglio) ,ogni hanno i ragazzi dell'ex branca RS (tra aprile e maggio) si ritrovano per fare la consueta route (Trekking visto che non si può usare più la frase route), ovviamente tutto questo senza indossare l'uniforme scout .Quindi come vedi i ragazzi non sono stati abbandonati al loro destino , ti dirò di più questo Natale hanno fatto il Tombolone ,riscuotendo un notevole successo e proprio ieri a Rosarno c'è stata l'inaugurazione di un nuovo gruppo che fa capo ad un'associazione Nazionale (NO scout), dove molti capi dell'exRosarno2 insieme ai suoi ragazzi ne fanno parte.
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Michele





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MessaggioInviato: Mercoledì 07 Marzo 2012, 10:54    Oggetto: Rispondi citando

franzos79 ha scritto:

E poi vorrei capire il senso, se così è stato, di dire a questi capi prima di rientrare a fare gli educatori ma non nello scoutismo agesci e poi dopo, sempre agli stessi capi, si propone di rientrare ma in altri gruppi agesci (escluso uno). Se così è andata, qualcuno me ne fa capire il senso di queste proposte che trovo contraddittorie l'una con l'altra


Ti sembrano contraddittorie in questo polverone.

Vedila così.

1. Alla richiesta di revocare le dimissioni viene risposto di no. Quale sarebbe stato l'effetto della revoca, devi chiederti. Sarebbe stato la rinascita della Comunità Capi "dov'era e com'era" - salvo, ovviamente l'assenza di un solo capo...

2. La proposta alternativa invece, dopo quella di svolgere servizio educativo in altra modalità e non in associazione, è stata per le singole persone di poter riprendere il proprio servizio educativo a favore dei ragazzi, magari anche degli stessi ragazzi di quel Gruppo, ma in altre Co.Ca.

Se leggi la vicenda in questo modo, vedi la perfetta coerenza della posizione associativa: quel Gruppo lì doveva chiudere; le singole persone - contrariamente a quanto è stato scritto in un messaggio precedente - avevano ogni diritto di ripensarci, e di rioffrire il loro volontariato non solo, ovviamente, come educatori non scout, ma anche come capi, a patto che fosse in altre Co.Ca.

Questo è ciò che, evidentemente, voleva l'associazione.

Ciò che volevano i capi di quella Co.Ca., invece, era di rimettere in piedi la loro Co.Ca., il loro Gruppo. Fare servizio educativo in associazione, a prescindere dalla Co.Ca. e dal Gruppo? Mai! In messaggi precedenti questa offerta viene rappresentata come una particolare cattiveria da parte dei livelli associativi superiori.
E quanto ai ragazzi? Quello che i soci adulti volevano era che restassero sotto la loro responsabilità, o nel loro Gruppo, oppure, ed è notizia recente perchè per mesi di questa discussione la cosa non era emersa, in attività educative alternative ma sempre dirette da loro. Invitarli ad unirsi ad altri Gruppi? Magari inserendosi come adulti nelle rispettive Co.Ca. per garantire loro un minimo di continuità? Mai!
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rinoceronte caparbio
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MessaggioInviato: Mercoledì 07 Marzo 2012, 11:00    Oggetto: Rispondi citando

franzos79 ha scritto:
Sul dubbio se i capi del Rosarno 2 sono entrati in un altro gruppo aveva già risposto Glaxo, inoltre ricordo sempre un intervento in cui si diceva che i capi del Rosarno 2 erano almeno 6 brevettati, molti con cfm, attivi in zona e come aiuti o capi nei campi regionali, dunque non certo persone fino a quel momento "non affidabili" per l'associazione.


Il problema è proprio questo: l'astio nelle relazioni personali ha impedito ai capi di fare il loro servizio in altri gruppi, e non ha aiutato le scelte forti del patto associativo, visto i vari brevetti, nella continuazione nella strada agesci.

Concordo quindi appieno con michele.
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antonio valerioti



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MessaggioInviato: Lunedì 12 Marzo 2012, 00:35    Oggetto: Rispondi citando

fatemi capire,

qual'è la colpa degli adulti della ex Co.Ca. dell'ex Rosarno 2?
- sono tutti mafiosi?
- non hanno capito che tra di loro ci poteva essere una persona "connivente con la ndrangheta"? non sono stati attenti?
- non sono stati tempestivi nel diramare un comunicato col quale prendevano le distanze dalla persona arrestata?

se sono tutti mafiosi, allora è bene che stiano fuori dall'Associazione! nessuna pietà!
ma se non sono mafiosi, non vi sembra una punizione eccessiva averli costretti ad andarsene, peraltro con l'inganno?
se la loro colpa è stata la "distrazione" che non ha loro consentito di individuare ed emarginare chi razzolava male in quella co.ca., non vi sembra eccessiva la punizione inflitta?
penso, tanto per fare un esempio recente, al tal Luigi Lusi che per tanti anni ha ingannato l'AGESCI: come mai non ci siamo accorti prima di che pasta era fatto costui?
sicuramente, quella co.ca. qualche difetto lo aveva, perché le scelte del Patto Associativo non le aveva condivise con tutti i suoi membri, ma perché non dare loro qualche altra chance?
o (peggio, secondo me) se l'accusa si basa soprattutto sulla mancata emanazione di un documento ufficiale col quale la Co.Ca. prendeva le distanze dalla persona arrestata (se la Co.Ca. avesse preso le distanze tutto questo putiferio non sarebbe successo, vero?), allora mi chiedo: perché hanno pagato solo loro? Nè la Zona e neanche la Regione hanno espresso un giudizio ufficiale sulla questione, prima dell'intervento del Centrale, ma non hanno subito neanche un richiamo! (io non ce l'ho nè con la Zona nè con la Regione, ma mi pare che delle responsabilità le hanno avute pure altri livelli associativi)

mi sembra che la questione principale sia stata la decisione di chiudere il gruppo (ormai il gruppo è chiuso e non si torna più indietro, ma questo confronto potrebbe servire in futuro per orientare eventuali scelte associative nella malaugurata ipotesi di episodi analoghi: o sarà sempre così? chi sbaglia paga con la pena capitale?)
ed è proprio su questa decisione che io non concordo, perchè la considero eccessiva
così come non concordo sul percorso scelto per farli andare via, percorso che non è stato "ligio" alle regole che l'Associazione si è data.

Antonio Valerioti, Palmi 2
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rinoceronte caparbio
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MessaggioInviato: Lunedì 12 Marzo 2012, 10:47    Oggetto: Rispondi citando

Citazione:
come non concordo sul percorso scelto per farli andare via, percorso che non è stato "ligio" alle regole che l'Associazione si è data.

Su questo, sulla base di quello che posso sapere, potrei concordare (anche se per prima la coca si è data la zappa sui piedi).

Non comprendo l'inganno di cui parli per farli andare via (che gliene frega a capo guida/scout di chiudere un gruppo?). Concordo su un fatto di corresponsabilità della zona, anche se con un'enorme punto di domanda: se un capo a zona non viene mai, che tipo di controllo ha?

Io ho capi che a riunione di branca non vengono mai, difatti escono i problemi quando ci sono le nomine a capo (che pensiero esprimo su una persona che non ha mai visto?)
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Michele





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MessaggioInviato: Lunedì 12 Marzo 2012, 13:33    Oggetto: Rispondi citando

antonio valerioti ha scritto:

averli costretti ad andarsene


Questi messaggi hanno veramente dell'incredibile.

Tu stesso hai battuto e ribattuto sulla proposta a queste persone di rientrare in associazione, in servizio educativo, come soci adulti e capi - ma in altre Comunità Capi.

In che modo questa offerta si traduce in una costrizione ad andarsene?

Se io presidente dell'unione bocciofile ritengo che Tizio sia un inveterato imbroglione e non voglio vederlo più nei tornei, che faccio, dopo che il suo circolo bocciofilo ha chiuso:
a) non gli parlo più, e scrivo alle bocciofile rimanenti di non accettare una sua eventuale iscrizione,
b) gli propongo di iscriversi ad un altro circolo?
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antonio valerioti



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MessaggioInviato: Lunedì 12 Marzo 2012, 17:20    Oggetto: questione Rosarno 2 Rispondi citando

Restiamo all’essenza della questione: un gruppo scout è stato chiuso perché uno dei capi è stato arrestato con l’incriminazione di collusione con la ‘ndrangheta (o ci sono altri motivi?).

La Comunità Capi del Rosarno 2 non ha mai pensato di andarsene spontaneamente dall’Associazione, sono stati “invitati” a farlo, peraltro rassicurandoli che una volta calmatesi le polemiche sarebbero rientrati in associazione come Rosarno 2.
L’inganno sta nella procedura scelta per convincerli a dimettersi (qualcuno mi può correggere dimostrandomi che la procedura scelta è stata corretta? Cioè: aver contattato una persona estranea all’associazione per fare da intemediario e aver minacciato ritorsioni contro quella Co.Ca., anche se su questo secondo passaggio non saprei dire se è stata una iniziativa dell’intermediario)
La Co.Ca. si è tirata la zappa sui piedi perché ha sbagliato a dare credito incondizionato al sacerdote, ma questo dovrebbe testimoniare almeno il loro stato di confusione. Inoltre penso che nessun mafioso se minacciato si mette paura e se ne va via, semmai reagisce e si vendica. Altro elemento a riprova che non tutti gli adulti di quella Co.Ca. erano mafiosi.

Dalla lettura dei post evinco che qualcuno ha ricoperto il ruolo di responsabile di zona. Questo quadro associativo non dovrebbe essere soltanto il formale vidimatore di schede e autorizzazioni, ma si dovrebbe caricare l’onere di fare scelte precise anche in situazioni difficili. Se fossi stato io il RdZ avrei chiesto a quella comunità capi una prova “forte” della loro estraneità ai fatti (un documento, un articolo su un quotidiano, le dimissioni dei capi gruppo,…….), insomma, non sarei stato in disparte, spettatore passivo di ciò che avveniva.
Non solo, ma quei capi io li conoscevo, sapevo quanto valevano, sapevo di che pasta erano fatti (sono sempre stati presenti, numerosi e propositivi alle assemblee e agli eventi di zona): perché altrimenti avrei consesso loro l’autorizzazione a censirsi e a svolgere il ruolo di educatori nell’associazione che io rappresento? Perché non mi ha neanche sfiorato l’idea di concedere loro un’altra possibilità? Perché non ho tentato una mediazione tra loro e il livello Centrale dell’Associazione? Magari proponendomi io stesso come garante almeno di un percorso di riflessione?
Voi come vi sareste comportati in questa vicenda se foste stati RdZ di questa Zona?

A Michele: io ho sempre sostenuto che la chiusura del gruppo era una esagerazione, il problema sta tutto qui.
Non ho mai pensato che la soluzione poteva essere farli rientrare in altre co.ca., ho sempre sostenuto che si potevano prendere altre decisioni, e non la chiusura del gruppo (per questo sostengo che la questione va dibattuta più a monte) . Poi, vista la decisione di reintegrarli in associazione, mi sono semmai sorpreso che la mia co.ca. fosse stata esclusa dal novero delle co.ca. che avrebbero potuto accettarli, e non ho mai capito il perché di questa esclusione.

Antonio Valerioti, Palmi 2
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rinoceronte caparbio
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MessaggioInviato: Lunedì 12 Marzo 2012, 20:25    Oggetto: Rispondi citando

Citazione:
Cioè: aver contattato una persona estranea all’associazione per fare da intemediario e aver minacciato ritorsioni contro quella Co.Ca., anche se su questo secondo passaggio non saprei dire se è stata una iniziativa dell’intermediario)

Non ho prove a sostegno della mia tesi, ma non credo proprio sia andata così.

Sarebbe, oltre che anti statuto, molto grave.

Ergo, reputo molto difficile che sia andata così.
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Michele





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MessaggioInviato: Martedì 13 Marzo 2012, 11:32    Oggetto: Re: questione Rosarno 2 Rispondi citando

antonio valerioti ha scritto:


A Michele: io ho sempre sostenuto che la chiusura del gruppo era una esagerazione, il problema sta tutto qui.
Non ho mai pensato che la soluzione poteva essere farli rientrare in altre co.ca., ho sempre sostenuto che si potevano prendere altre decisioni, e non la chiusura del gruppo (per questo sostengo che la questione va dibattuta più a monte) .


Quindi, in breve, vuoi discutere delle dimissioni della Co.Ca., partendo dal presupposto che siano state "imposte" dall'Associazione, e a prescindere dalla successiva proposta di rientro.

Il presupposto, ovviamente, si basa su una delle due possibili campane visto che l'altra tace.
La scelta di prescindere dalla successiva proposta di rientro è possibile, anche se avrebbe senso studiare la cosa in questo modo solo se la successiva proposta avesse rappresentato un voltafaccia dell'Associazione, un cambiamento di idee. Cosa che può anche essere, ma, anche in questo caso, non abbiamo conferma da parte dell'altra campana.

Ma supponiamo pure, per amor di discussione, che i presupposti di cui sopra siano veri; cioè che l'Associazione abbia in qualche modo imposto le dimissioni, e che quando lo ha fatto non avesse alcuna intenzione di fare la successiva proposta di rientro dei singoli capi.

Se la mettiamo in questi termini, il mio punto di vista in realtà l'ho già esposto più a monte (un thread che va avanti per 20 pagine inevitabilmente dopo un po' comincia a ripetersi ad nauseam).

Le dimissioni in blocco, contrariamente a quanto pensi tu, io le vedo quanto meno come opportune.

Ricordiamo che lo Statuto attribuisce all'intera Comunità Capi la responsabilità di conferire gli incarichi educativi. Se il capoclan è un delinquente, è un delinquente sotto la sua sola responsabilità, certo; ma è un delinquente che è anche capoclan sotto la responsabilità di tutta la Co.Ca.; non la sua; non quella della staff R/S; non quella dei soli Capigruppo; ma di tutti i capi della Co.Ca.
Quello della responsabilità educativa collegiale della Comunità Capi è un punto che non a tutti i capi resta ben presente in zucca. Molte volte mi è capitato di sentire il capounità che dice qualcosa come: io con la mia staff me la cavo egregiamente, se un'altra unità del Gruppo va a rotoli è colpa di quel capounità/di quella staff/al limite dei Capigruppo. Un corno. E' anche colpa tua.

E' un peso molto considerevole se ci si pensa. Io come membro di una Co.Ca. devo poter mettere la mano sul fuoco per tutti gli altri. Anche per questo mi fanno ridere quei Gruppi con 15 unità e 60 capi; non li puoi conoscere abbastanza tutti quanti. E quando ero membro di una Co.Ca. e non mi sentivo del tutto tranquillo rispetto alle capacità di uno dei capi, sentivo quella responsabilità.

Mi dirai: OK, se sapevano, chiedergli le dimissioni era giusto, ma poteva anche darsi che non sapessero. Certo. Potevano non sapere. Ovviamente è possibile non sapere di un problema personale che viene ben celato dalla persona stessa. Mi chiedo, a questo proposito, quanto fosse possibile, in una realtà locale come quella, con un problema di carattere sociale come quello, e con parenti nella Comunità Capi, quanto sia plausibile che il problema fosse davvero così ben celato.

Ma non è neanche questo il punto. Supponiamo pure che non sapessero nulla. Il mio parere è che le loro dimissioni sarebbero state quanto meno opportune, esattamente perchè non sapevano nulla. Era loro responsabilità sapere che ognuno di loro era adatto ad essere un capo dell'AGESCI, e sono venuti meno a questa responsabilità.

In più c'è il segnale di discontinuità, che al di là del problema della responsaiblità educativa collegiale andava a tutelare l'immagine dell'Associazione nel suo insieme.

Naturalmente, questo modo di pensare - mi dimetto per una colpa di altri, che era al di fuori della mia consapevolezza - è difficile da accettare per noi Italiani medi di oggi. Assumersi responsabilità per comportamenti sbagliati di altre persone sembra abnorme - anche se la responsabilità nostra non è per i comportamenti sbagliati di quelle altre persone, ma per aver scelto quelle persone. Come facciamo a pensare in questi termini, se gli esempi che riceviamo sono quelli di persone come Formigoni che, ogni volta che si inizia ad indagare su un caso di corruzione nella sua amministrazione regionale, cade dalle nuvole e non ci pensa neanche lontanamente a dare le dimissioni?

Ma non è sempre così, altrove e/o in altri tempi vale il principio della responsabilità politica. Se lo sbaglio è stato fatto dal mio ministero, anche se non da me personalmente, la responsabilità finale è mia come ministro (Lord Carrington ai tempi dell'invasione argentina delle Falklands). Se il guaio si è verificato negli impianti della società che presiedo, la responsabilità finale è mia come presidente, anche se rispettavamo le leggi, l'evento è stato eccezionale, e non ho responsabilità mie personali (il presidente della TEPCO dopo Fukushima).

Personalmente ritengo che i capi di questa Co.Ca. abbiano fatto bene a comportarsi come Lord Carrington e come il presidente della TEPCO, invece che come Formigoni. Se poi l'abbiano fatto sotto costrizione dell'AGESCI, non lo so.

Ma se l'AGESCI ha richiesto loro questa scelta nell'ottica qui descritta, non mi sembra un male.
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Marm



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MessaggioInviato: Martedì 13 Marzo 2012, 13:09    Oggetto: Re: questione Rosarno 2 Rispondi citando

Michele ha scritto:
Supponiamo pure che non sapessero nulla. Il mio parere è che le loro dimissioni sarebbero state quanto meno opportune, esattamente perchè non sapevano nulla. Era loro responsabilità sapere che ognuno di loro era adatto ad essere un capo dell'AGESCI, e sono venuti meno a questa responsabilità.

Però non mi pare che questa logica sia adottata dall'AGESCI in caso di comportamenti gravi da parte di un educatore verso un ragazzo, quale che sia la gravità del fatto.

Riesce difficile anche a me credere che il Rosarno2 non sapesse quali contatti avesse un suo capo con la malavita e immagino che se al nazionale fosse giunta voce attendibile di omertà e connivenza, allora la richiesta di sciogliere il gruppo sarebbe stata congrua alla situazione.


L'ultima modifica di Marm il Martedì 13 Marzo 2012, 13:10, modificato 1 volta
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