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Che cos'è il Macramé? Quale è la sua storia? È la storia di un popolo, quello genovese, che incontra le usanze di una civiltà lontana, che impara un'arte remota che prosegue ancora oggi. Il Macramé è un frammento della più antica e comune cultura mediterranea, ha un'origine antichissima e dall'Oriente giunge in Italia intorno al 1400, forse portato dai marinai imbarcati sui velieri che durante le lunghe traversate passavano le forzate ore di ozio mettendo in pratica questa tecnica imparata in Arabia. La parola Macramé infatti deriva dalla fusione dei termini "mahrana": frangia e "rame": nodo, che stanno appunto a significare la caratteristica di questo lavoro che è una vera e propria arte, quella di creare degli ornamenti intrecciando ed annodando una serie di fili. Si sviluppò intorno al XVI-XVII secolo nei conventi e nei monasteri di tutta Italia, ma sicuramente furono le donne liguri ad appropriarsene trasformandolo in ornamento per asciugamani (non a caso in genovese antico l'asciugamano si chiama Macramé), lenzuola, tovaglie ecc... che andavano a far parte dei corredi da sposa ed arredi ecclesiastici. In seguito furono ancora i liguri ad esportarlo nel mondo, e con la loro emigrazione fu portato in particolar modo nei Paesi dell' America meridionale. Già nel 1680 si ha notizia che a Costantinopoli si commerciava il Macramé di Chiavari che in quel periodo era prodotto praticamente da tutte le famiglie della costiera e dell'entroterra. Di mano in mano, da madre a figlia, questo pizzo si è arricchito e complicato secondo la capacità e la fantasia delle sue creatrici, rimanendo comunque sempre fedele ai motivi base oltre che racchiuso in un'industria tipicamente familiare. Le sue tracce sono percorribili in tutte le civiltà del mondo, dal Messico al Giappone, dall'Oceania alla Cina, anche se ormai la sua pratica è eseguita da un numero esiguo di "merlettaie". Questo intreccio di nodi, all'apparenza così fragile e puramente decorativo, ci sembra invece testimoniare la grande unità delle culture non solo mediterranee. E quale migliore simbolo, allora, per rappresentare la fratellanza Scout? |