Libri Scout

Laura e Claudio Gentili
FARE STRADA CON LA BIBBIA
Sei programmi annuali di catechesi per gli adulti sulle orme di Abramo, Isacco, Giacobbe, Giuseppe, Mosè e Davide in stile scout

MASCI

 

Nuova Fiordaliso
Roma 1977
ISBN 88-8054-113-7
cm. 15 x 21 pagine 195

collana: Orientamenti


INDICE Prefazione di Mons. Arrigo Miglio, Vescovo di Iglesias Introduzione Prima di tutto il metodo Alcuni criteri esegetici Lettura cristologica Lettura spirituale esistenziale Il metodo nella catechesi Gli scouts e la catechesi La catechesi degli adulti La catechesi è l’educazione permanente del credente Perché i Patriarchi Nota bibliografica 1 Sulle orme di Abramo, padre nella fede Introduzione Scoperte archeologiche Notizie storiche I racconti patriarcali Il libro della Genesi Raccontiamo Abramo in Comunità Il cammino di Abramo come modello di catechesi degli adulti Sulle orme di Abramo: l' tappa: “Esci dalla tua terra...” (Parola, scautismo e catechesi) 2' tappa: “Signore che mi darai...” (Tradizione, scautismo e catechesi) 3' tappa: “Padre dov’è l’agnello...? Dio provvede” (Liturgia, scautismo e catechesi) 4' tappa: “Non passare, ti prego, senza fermarti” (Preghiera, scautismo e catechesi) 5' tappa: “In te saranno benedette tutte le genti” (Missione, scautismo e catechesi) Per approfondire la conoscenza di Abramo: bibliografia 2 Sulle orme di Isacco, scavatore di pozzi Introduzione Raccontiamo Isacco in Comunità Sulle orme di Isacco: l' tappa: “Tu sei il Dio della visione...” (Parola, scautismo e catechesi) 2' tappa: “I servi di Isacco scavarono... un pozzo di acqua viva” (Tradizione, scautismo e catechesi) 3' tappa: “Ecco io sto presso la fonte dell’acqua...” (Liturgia, scautismo e catechesi) 4' tappa: “Dio ti conceda rugiada dal cielo” (Rvghiera, scautismo e catechesi) 5' tappa: “Isacco abitò presso il pozzo” (Missione, scautismo e catechesi) Per approfondire la conoscenza di Isacco: bibliografia 3 Sulle orme di Giacobbe, l’uomo della grazia Introduzione Perché Giacobbe? Raccontiamo Giacobbe in Comunità Sulle orme di Giacobbe: l' tappa: “Questa è la porta del cielo” (Parola, scautismo e catechesi) 2' tappa: “Torna al paese dei tuoi padri, alla tua Patria, e io sarò con te” (Tradizione, scautismo e catechesi) 3' tappa: “Non ti chiamerai più Giacobbe ma Israele” (Liturgia, scautismo e catechesi) 4' tappa: “Ma Esaù gli corse incontro, lo abbracciò, gli si gettò al collo, lo baciò e piansero” (Preghiera, scautismo e catechesi) 5' tappa: “Non temere anche questo è un figlio” (Missione, scautismo e catechesi) Per approfondire la conoscenza di Giacobbe: bibliografia 4 Sulle orme di Giuseppe, granaio della misericordia Introduzione Raccontiamo Giuseppe in Comunità Sulle orme di Giuseppe: l' tappa: “Presero allora la tunica di Giuseppe” (Parola, scautismo e catechesi) 2' tappa: “Ma il coppiere non si ricordò di Giuseppe e lo dimenticò” (Tradizione, scautismo e catechesi) 3' tappa: “Non vi affliggete, non vi rattristate per avermi venduto perché Dio mi ha mandato per salvare vite” (Liturgia, scautismo e catechesi) 4' tappa: “Germoglio di ceppo fecondo è Giuseppe” (Preghiera, scautismo e catechesi) 5' tappa “Se voi avevate pensato del male contro di me Dio ha pensato di farlo servire ad un bene: far vivere un popolo numeroso” (Missione, scautismo e catechesi) Per approfondire la conoscenza di Giuseppe, bibliograîia 5 Sulle orme di Mosè, figura di Cristo Introduzione Mosè e lo scautismo La struttura dell’Esodo Noi e l’Esodo È anche il “nostro” Esodo L’Esodo va letto in chiave cristologica Notizie storiche Gli eventi Gli stranieri Gesù compie le promesse L’Esodo è modello di ogni liberazione Il cristiano nuovo Mosè L’Esodo non è esempio di lotta politica Mosè Rabbenù Raccontiamo Mosè in Comunità Sulle orme di Mosè: 1' tappa: “Io sarò con te” (Preghiera, scautismo e catechesi) 2' tappa: “Vi libererò con braccio teso” (Parola, scautismo e catechesi) 3' tappa: “Mia forza e mio canto è il Signore” (Liturgia, scautismo e catechesi) 4' tappa: “Io sono colui che ti guarisce” (Tradizione, scautismo e catechesi) 5' tappa: “Io sono il Signore” (Missione, scautismo e catechesi) Per approfondire la conoscenza di Mosè: bibliografia 6 Sulle orme di Davide: l’amato; un uomo secondo il cuore di Dio Introduzione Chi era Davide? Raccontiamo Davide in Comunità I libri di Samuele e dei Re Sulle orme di Davide: 1' tappa: “Tu vieni a me con la spada io vengo a te nel nome del Signore” (Parola, scautismo e catechesi) 2' tappa: “Davide danzava con tutte le sue forze davanti al Signore” (Tradizione, scautismo e catechesi) 3' tappa: “Sono stato con te dovunque sei andato” (Liturgia, scautismo e catechesi) 4' tappa: “Ho peccato contro il Signore” (Preghiera, scautismo e catechesi) 5' tappa: “Figlio mio Assalonne, Assalonne figlio mio, îiglio mio!” (Missione, scautismo e catechesi) Per approfondire la conoscenza di Davide: bibliografia 7 Cassetta degli attrezzi La Lectio Divina: un metodo La Lectio La Meditatio L’Oratio La Contemplatio Per saperne qualcosa di più Riaffermazione della centralità della Parola negli ultimi documenti della Chiesa Preghiera dell’adulto scout
INTRODUZIONE

Questo libro è nato in Comunità e si rivolge a Comunità. 0 meglio, è uno strumento, nato dalla riscoperta delle Scritture, per fare catechesi in stile scout.
È nato nel MASCI (Movimento Adulti Scouts Cattolici Italiani). Ogni anno, dal 1992 al 1997, la rivista del MASCI, “Strade Aperte”, ha offerto esempi di lettura spirituale della Scrittura, schemi per organizzare incontri, suggerimenti di testi e di personaggi biblici per andare alla scuola della Parola di Dio.
Lo stile è tipicamente scout, ma il metodo adottato può dare i suoi frutti in una molteplicità di situazioni, sia in gruppi parrocchiali che in Comunità di preghiera.
Questo libro propone 6 itinerari di catechesi degli adulti sulle orme di Abramo, Isacco, Giacobbe, Giuseppe, Mosè e Davide. Ogni itinerario si compone di cinque tappe, che possono scandire un programma annuale di catechesi.
Ogni tappa ci aiuta a riscoprire 5 ingredienti fondamentali delle catechesi: laParola, laTradizione, laLiturgia, laPreghiera e laMissione.

Ciascuna tappa si compone di tre distinte parti: la presentazione di un testo biblico dell’Antico Testamento e un testo parallelo del Nuovo Testamento (Per leggere); la proposta di alcune domande che ci aiutano a mettere la nostra vita in gioco di fronte alla potenza liberatrice della Parola di Dio (Per meditare e pregare); la proposta di un segno che ci aiuta a “fare” ciò che la Parola “dice” (Per testimoniare).

PRIMA DI TUTTO IL METODO

Il documento della CEI sulle “Aggregazioni ecclesiali” dice chiaramente al n. 41 che è necessaria da parte di ogni associazione “la realizzazione di limpidi e precisi metodi formativi per l’educazione alla fede nel suo integrale contenuto”.
Nello stesso tempo vorremmo collegare il nostro impegno ad un profondo senso ecclesiale, perché non ci sfugge l’importanza del Catechismo universale, come strumento per un ancoraggio forte dei credenti, in un tempo di relativismo etico e teologico dilagante, dai cui esiti di costume e mentalità nessuno di noi può dirsi immune.
Occorre “fare” metodo, oltre che parlare di metodo. Per questo motivo bisogna dare giusto spazio alle esperienze di catechesi delle comunità.

Nel documento della CEI “La formazione dei catechisti” viene data grande importanza alla catechesi svolta dai movimenti e dalle associazioni. Il contenuto della catechesi è infatti identico, mentre si differenzia la parte metodologica.
Si diffonde tra gli scouts - e, in generale, tra gli adulti cristiani - la consapevolezza che c’è un mandato battesimale a fare catechesi e che il catechista scout deve essere, nella porzione della Chiesa in cui vive, un maestro di metodo, forte del fatto che l’esperienza scout aiuta a dare attenzione ai contesti informali e al linguaggio non verbale (dell’avventura, del gioco, del silenzio, della natura, dell’amicizia, della gioia...).

ALCUNI CRITERI ESEGETICI

Come ci ricorda s. Pietro “nessuna scrittura profetica va soggetta a privata spiegazione” (2Pt 1,20) e come ci suggerisce S. Agostino la Parola di Dio va letta “sulle ginocchia della Chiesa”.
Il modo con cui è invocata qui l’ispirazione delle Scritture da parte dello Spirito indica, pertanto, che la loro lettura suppone la guida dello Spirito nella Tradizione apostolica.
Nell’avvicinarsi alla Scrittura non bisogna farsi ingannare da letture superficiali o moralistiche del testo. Né ignorare che la Bibbia è un libro complesso (per alcuni approfondimenti vedi capitolo 7 “Cassetta degli attrezzi”).
La nostra è una lettura cristologica, spirituale ed esistenziale della Scrittura, secondo i Padri della Chiesa e secondo Gesù stesso (cfr. Lc 24,13-35).

LETTURA CRISTOLOGICA

La Parola di Dio infatti è, innanzitutto, per quanto riguarda l’Antico Testamento, preparazione e figura del mistero del Padre in Gesù Cristo; e, per quanto riguarda il Nuovo Testamento, compimento e criterio di interpretazione dell’Antico.
Pertanto “l’Antico Testamento si ritrova nel Nuovo come il Nuovo Testamento è già presente nell’Antico” (S. Agostino). È il mistero della persona di Gesù che spiega le Scritture. Tutto l’Antico Testamento ci parla di Lui e Lui solo rende possibile l’apertura del Libro, cioè la Rivelazione del Mistero di Dio (cfr. CCC n. 102).

LETTURA SPIRITUALE ESISTENZIALE

I noltre, attraverso il racconto di un fatto o di un personaggio, si mira ad uno scopo che ci riguarda da vicino.
La lettura della Bibbia è sempre finalizzata all’applicazione personale, perché ha sempre come obiettivo la nostra conversione, attraverso tre momenti:
I) la Parola di Dio illumina la nostra vita, il nostro cuore, opera cioè un giudizio. Vuole farei prendere coscienza di come noi ci troviamo posizionati di fronte a Dio, il testo ci interroga sulla nostra vita, sulle nostre scelte, svelandoci la nostra situazione interiore;
Il) la Parola, che ha svelato i nostri peccati e la nostra distanza da Dio che è Amore, ci esorta a non sentirci schiacciati dalle nostre debolezze e dai nostri peccati, e a conîidare non nelle nostre forze, ma solo in Lui;
III) la Parola non ci lascia come ci trova, ma ci indica il cammino, donandoci la sua “forza”, la sua “grazia”, lo Spirito Santo, potenza di Dio per coloro che credono in Lui.

IL METODO NELLA CATECHESI

La catechesi è elemento essenziale dell’educazione permanente, della crescita dell’uomo interiore.
Attraverso questo libro e le diverse tappe sulle orme dei più importanti personaggi biblici, vorremmo proporre “esercizi” di catechesi. Anche nella catechesi vale infatti il classico metodo scout dell’imparare facendo.
Quali sono questi “esercizi”? La lectio divina innanzitutto (vedi cap. 7 “La lectio divina: un metodo”). Poi la drammatizzazione. dei testi biblici, la veglia sull’icona, la lettura e la meditazione silenziosa in mezzo alla natura, l’esplorazione della Scrittura (dall’Antico al Nuovo Testamento e dal Nuovo all’Antico, attraverso i passi paralleli).

E ancora l’esame di coscienza; e la messa in comune delle “risonanze” che la Parola ha suscitato nei nostri cuori (collatio).
Tutto ciò rende la nostra catechesi viva e coinvolgente. Non dimentichiamo, infine, di aprire i nostri incontri di catechesi innanzitutto con l’invocazione dello Spirito (“0 Signore manda il tuo Spirito che rinnova la faccia della terra”) e di chiuderli con la recita del Padre Nostro.

GLI SCOUTS E LA CATECHESI

Qual è la specificità del nostro contributo all’impegno ecclesiale della catechesi degli adulti? A nostro parere, risiede nel metodo.
Lo scautismo è infatti un grande metodo di educazione alla libertà e al servizio, che si serve di alcuni strumenti come l’avventura, l’imparare facendo, la strada, l’impresa, il servizio, la vita a contatto con la natura, la comunità, ecc. Tutti questi sono anche efficaci strumenti per fare catechesi.
Certo sappiamo bene che la fede è un libero dono di Dio, che può essere ostacolato dalla presunzione umana. Sappiamo di essere “servi inutili”.
D’altro canto la difficoltà di numerose parrocchie a portare la catechesi oltre l’età della prima comunione e della cresima, non trova spiegazione anche nella presunzione dell’adulto (anche cristiano, anche praticante) di fare a meno della catechesi?

LA CATECHESI DEGLI ADULTI

“Non è possibile per l’uomo stare
nell’immobilità.
Non crescere nella scala delle virtù,
significa crescere nella scala del vizio”.


La citazione è del grande Padre della Chiesa Gregorio di Nissa. Senza educazione permanente, potremmo parafrasare, c’è un progressivo imbarbarimento dell’uomo.
Nell’esperienza della fede l’educazione permanente si chiama catechesi. Fare a meno della catechesi da adulti non significa privarsi di un lusso, ma rinunciare a crescere nella scala delle virtù e predisporsi al rischio di discendere nella scala del vizio. Vizio e virtù non sono gli estremi di una scala morale, ma sono i frutti della vicinanza o della lontananza da Dio.

Non è un caso che il Catechismo della Chiesa Cattolica (CCC) inserisca il piano morale all’interno dell’esperienza di Dio: infatti la morale non precede, ma segue l’esperienza di Dio. Noi non andiamo dalle virtù alla fede, ma dalla fede alle virtù. Noi non diventiamo più “buoni” grazie alle nostre capacità e alla nostra volontà, ma se facciamo l’esperienza di Dio nella nostra vita, se lo Spirito del Signore Risorto ci rinnova, se facciamo della conoscenza di Cristo il fine più grande della nostra esistenza, i comportamenti morali saranno il frutto dello Spirito del Signore che abita in noi.

Non a caso Paolo elenca le virtù (pazienza, benevolenza, mitezza, umiltà...) come frutti dello Spirito (Gai 5,22). Vale per la virtù quello che vale per la fede. Non è una conquista dell’uomo, ma è frutto dell’amore di Dio. In questo senso potremmo dire che Dio non ci vuole “buoni” (cioè attenti ad ogni cavillo morale), ma “santi”, cioè peccatori perdonati, perché hanno creduto nell’amore di Dio.

LA CATECHESI È L’EDUCAZIONE PERMANENTE DEL CREDENTE

Più che “parlare” di catechesi, vogliamo “fare” catechesi. Con un metodo adatto e coinvolgente per gli adulti. Vivendo il mistero di Dio come Signore della vita, incontrando Dio nella liturgia, nei Sacramenti, nella preghiera, nella vita morale, nell’impegno di servizio. Ogni capitolo è dedicato ad un personaggio biblico, propone la meditazione di alcuni testi, propone alcune domande e un segno. Sant’Ireneo dice che noi dobbiamo abituarci a Dio come Dio si è abituato a noi, nell’Incarnazione. È questo lo scopo della catechesi.

Per questo la catechesi è permanente o non è. Non è bene che in tan-te parrocchie la catechesi si fermi all’età della fanciullezza. Il processo della conoscenza di Dio non può non essere un processo di crescente comunione con Dio e non può non durare tutta la vita. In fondo la catechesi è... l’educazione permanente del credente. Parafrasando ancora Gregorio di Nissa potremmo dire che dobbiamo liberare in noi l’immagine di Dio, ciò che ci fa capaci di comunione di vita con Lui. E non dobbiamo farlo da soli, ma insieme a tutti gli uomini. Anzi dobbiamo lasciare che Dio ci attiri a sé. Non dobbiamo mai dimenticare che è Lui che per primo ci ha cercato e ci ha trovato. E questo incontra trasforma noi e trasforma il mondo.
Aveva scritto D. Bonhoeffer nel 1944, durante la sua prigionia nel campo di concentramento: “Non sta a noi predire il giorno – ma il giorno verrà – in cui gli uomini saranno chiamati a pronunciare la Parola di Dio in modo che il mondo ne sia trasformato e rinnovato. Sarà un linguaggio nuovo [...] il linguaggio che annuncia la pace di Dio con gli uomini e l’avvicinarsi del Regno di Dio”.

PERCHÉ I PATRIARCHI

In fondo la storia dei Patriarchi è la storia delle promesse di Dio ed è la storia della speranza che viene educata negli uomini. Da una parte c’è Dio che provoca a una risposta l’uomo, con le sue promesse. Dall’altra c’è la storia di gente che vive nel deserto e viene passo passo educata a sperare, abbandonando tutto e tutto possedendo solo nella promessa. Questa è la contraddizione della fede: la povertà di chi non può contare su nulla di suo e poco per volta apprende, tra disinganni e fallimenti, quell’obbedienza alle promesse di Dio che è appunto la fede. Abramo, Isacco, Giacobbe, Giuseppe e poi anche Mosè e Davide, sono per noi figura di Cristo e modelli di catechesi per adulti, proprio perché per primi hanno sperimentato sulla loro pelle l’iniziativa di Dio e per primi hanno imparato ad abbandonarsi a Lui. Per cominciare ad entrare nel clima del nostro cammino leggiamo e meditiamo nel silenzio il brano dellaLettera agli Ebrei, cap. 11.

“La fede è fondamento delle cose che si sperano e prova di quelle che non si vedono. Per mezzo di questa fede gli antichi ricevettero buona testimonianza.
Per fede noi sappiamo che i mondi furono formati dalla parola di Dio, sì che da cose non visibili ha preso origine quello che si vede (...J
Per fede Abramo, chiamato da Dio, obbedì partendo per un luogo che doveva ricevere in eredità, e partì senza sapere dove andava. Per fede soggiornò nella terra promessa come in una regione straniera, abitando sotto le tende, come anche Isacco e Giacobbe, coeredi della medesima promessa. Egli aspettava infatti la città dalle salde fondamenta, il cui architetto e costruttore è Dio stesso I; ..J
Per fede Abramo, messo alla prova, offrì Isacco e proprio lui, che aveva ricevuto le promesse, offrì il suo unico figlio, del quale era stato detto: In Isacco avrai una discendenza che porterà il tuo nome. Egli pensava infatti che Dio è capace di far risorgere anche dai morti; per questo lo riebbe e fu come un simbolo.
Per fede Isacco benedisse Giacobbe ed Esaù anche riguardo a cose future.
Per fede Giacobbe, morente, benedisse ciascuno dei figli di Giuseppe e si prostrò, appoggiandosi all’estremità del bastone. Per fede Giuseppe, alla fine della vita, parlò dell’esodo dei figli d’Israele e diede disposizioni circa le proprie ossa. Per fede Mosè, appena nato, fu tenuto nascosto per tre mesi dai suoi genitori, perché videro che il bambino era bello; e non ebbero paura dell’editto del re.
Per fede Mosè, divenuto adulto, rifiutò di esser chiamato figlio della figlia del faraone, preferendo essere maltrattato con il popolo di Dio piuttosto che godere per breve tempo del peccato. Questo perché stimava l’obbrobrio di Cristo ricchezza maggiore dei tesori d’Egitto; guardava infatti alla ricompensa.
Per fede lasciò l’Egitto, senza temere l’ira del re; rimase infatti saldo, come se vedesse l’invisibile.
Per fede celebrò la pasqua e fece l’aspersione del sangue, perché lo sterminatore dei primogeniti non toccasse quelli degli israeliti. Per fede attraversarono il Mare Rosso come fosse terra asciutta; questo tentarono di fare anche gli Egiziani, ma furono inghiottiti (...J
Mi mancherebbe il tempo, se volessi narrare di Gedeone, di Barak, di Sansone, di Iefte, di Davide, di Samuele e dei profeti, i quali per fede conquistarono i regni, esercitarono la giustizia, conseguirono le promesse, chiusero le fauci dei leoni, spensero la violenza del fuoco, scamparono al taglio della spada, trovarono forza dalla loro debolezza, divennero forti in guerra, respinsero invasioni di stranieri.”


Un parallelo di questo brano lo troviamo in Atti 7, nel discorso di Stefano prima del suo martirio (cfr. pure Sir, capp. 44 e segg.). Tuttavia il brano della Lettera agli Ebrei ha un carattere soprattutto liturgico, si celebra la storia della salvezza, riletta in chiave di fede, cioè nello Spirito Santo che è dato nei tempi nuovi. Mentre nel libro degli Atti il discorso di Stefano ha in particolar modo un carattere kerigmatico, di annuncio del mistero di Cristo, nel quale si compie e si ricapitola tutta la storia della salvezza. In realtà i due testi presentano una vera e propria teologia della storia, reinterpretata alla luce dello Spirito Santo. Riscoprire la Parola di Dio, Antico e Nuovo Testamento, è riscoprire Gesù Cristo nelle pagine della Bibbia e negli eventi della nostra storia.

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