Laura e Claudio Gentili FARE STRADA CON LA BIBBIA Sei programmi annuali di catechesi per gli adulti sulle orme di Abramo, Isacco, Giacobbe, Giuseppe, Mosè e Davide in stile scout MASCI
Nuova Fiordaliso |
Questo libro è nato in Comunità e si rivolge a Comunità. 0 meglio, è uno strumento,
nato dalla riscoperta delle Scritture, per fare catechesi in stile scout.
È nato nel MASCI (Movimento Adulti Scouts Cattolici Italiani). Ogni anno, dal 1992 al
1997, la rivista del MASCI, Strade Aperte, ha offerto esempi di lettura
spirituale della Scrittura, schemi per organizzare incontri, suggerimenti di testi e di
personaggi biblici per andare alla scuola della Parola di Dio.
Lo stile è tipicamente scout, ma il metodo adottato può dare i suoi frutti in una
molteplicità di situazioni, sia in gruppi parrocchiali che in Comunità di preghiera.
Questo libro propone 6 itinerari di catechesi degli adulti sulle orme di Abramo, Isacco,
Giacobbe, Giuseppe, Mosè e Davide. Ogni itinerario si compone di cinque tappe, che
possono scandire un programma annuale di catechesi.
Ogni tappa ci aiuta a riscoprire 5 ingredienti fondamentali delle catechesi: laParola,
laTradizione, laLiturgia, laPreghiera e laMissione.
Ciascuna tappa si compone di tre distinte parti: la presentazione di un testo biblico
dellAntico Testamento e un testo parallelo del Nuovo Testamento (Per leggere);
la proposta di alcune domande che ci aiutano a mettere la nostra vita in gioco di fronte
alla potenza liberatrice della Parola di Dio (Per meditare e pregare); la proposta
di un segno che ci aiuta a fare ciò che la Parola dice (Per
testimoniare).
Il documento della CEI sulle Aggregazioni ecclesiali dice chiaramente al n.
41 che è necessaria da parte di ogni associazione la realizzazione di limpidi e
precisi metodi formativi per leducazione alla fede nel suo integrale
contenuto.
Nello stesso tempo vorremmo collegare il nostro impegno ad un profondo senso ecclesiale,
perché non ci sfugge limportanza del Catechismo universale, come strumento per un
ancoraggio forte dei credenti, in un tempo di relativismo etico e teologico dilagante, dai
cui esiti di costume e mentalità nessuno di noi può dirsi immune.
Occorre fare metodo, oltre che parlare di metodo. Per questo motivo bisogna
dare giusto spazio alle esperienze di catechesi delle comunità.
Nel documento della CEI La formazione dei catechisti viene data grande
importanza alla catechesi svolta dai movimenti e dalle associazioni. Il contenuto della
catechesi è infatti identico, mentre si differenzia la parte metodologica.
Si diffonde tra gli scouts - e, in generale, tra gli adulti cristiani - la consapevolezza
che cè un mandato battesimale a fare catechesi e che il catechista scout deve
essere, nella porzione della Chiesa in cui vive, un maestro di metodo, forte del fatto che
lesperienza scout aiuta a dare attenzione ai contesti informali e al linguaggio non
verbale (dellavventura, del gioco, del silenzio, della natura, dellamicizia,
della gioia...).
Come ci ricorda s. Pietro nessuna scrittura profetica va soggetta a privata
spiegazione (2Pt 1,20) e come ci suggerisce S. Agostino la Parola di Dio va letta
sulle ginocchia della Chiesa.
Il modo con cui è invocata qui lispirazione delle Scritture da parte dello Spirito
indica, pertanto, che la loro lettura suppone la guida dello Spirito nella Tradizione
apostolica.
Nellavvicinarsi alla Scrittura non bisogna farsi ingannare da letture superficiali o
moralistiche del testo. Né ignorare che la Bibbia è un libro complesso (per alcuni
approfondimenti vedi capitolo 7 Cassetta degli attrezzi).
La nostra è una lettura cristologica, spirituale ed esistenziale della Scrittura, secondo
i Padri della Chiesa e secondo Gesù stesso (cfr. Lc 24,13-35).
La Parola di Dio infatti è, innanzitutto, per quanto riguarda lAntico
Testamento, preparazione e figura del mistero del Padre in Gesù Cristo; e, per quanto
riguarda il Nuovo Testamento, compimento e criterio di interpretazione dellAntico.
Pertanto lAntico Testamento si ritrova nel Nuovo come il Nuovo Testamento è
già presente nellAntico (S. Agostino). È il mistero della persona di Gesù
che spiega le Scritture. Tutto lAntico Testamento ci parla di Lui e Lui solo rende
possibile lapertura del Libro, cioè la Rivelazione del Mistero di Dio (cfr. CCC n.
102).
I noltre, attraverso il racconto di un fatto o di un personaggio, si mira ad uno scopo
che ci riguarda da vicino.
La lettura della Bibbia è sempre finalizzata allapplicazione personale, perché ha
sempre come obiettivo la nostra conversione, attraverso tre momenti:
I) la Parola di Dio illumina la nostra vita, il nostro cuore, opera cioè un giudizio.
Vuole farei prendere coscienza di come noi ci troviamo posizionati di fronte a Dio, il
testo ci interroga sulla nostra vita, sulle nostre scelte, svelandoci la nostra situazione
interiore;
Il) la Parola, che ha svelato i nostri peccati e la nostra distanza da Dio che è Amore,
ci esorta a non sentirci schiacciati dalle nostre debolezze e dai nostri peccati, e a
conîidare non nelle nostre forze, ma solo in Lui;
III) la Parola non ci lascia come ci trova, ma ci indica il cammino, donandoci la sua
forza, la sua grazia, lo Spirito Santo, potenza di Dio per coloro
che credono in Lui.
La catechesi è elemento essenziale delleducazione permanente, della crescita
delluomo interiore.
Attraverso questo libro e le diverse tappe sulle orme dei più importanti personaggi
biblici, vorremmo proporre esercizi di catechesi. Anche nella catechesi vale
infatti il classico metodo scout dellimparare facendo.
Quali sono questi esercizi? La lectio divina innanzitutto (vedi cap. 7
La lectio divina: un metodo). Poi la drammatizzazione. dei testi biblici, la
veglia sullicona, la lettura e la meditazione silenziosa in mezzo alla natura,
lesplorazione della Scrittura (dallAntico al Nuovo Testamento e dal Nuovo
allAntico, attraverso i passi paralleli).
E ancora lesame di coscienza; e la messa in comune delle risonanze che
la Parola ha suscitato nei nostri cuori (collatio).
Tutto ciò rende la nostra catechesi viva e coinvolgente. Non dimentichiamo, infine, di
aprire i nostri incontri di catechesi innanzitutto con linvocazione dello Spirito
(0 Signore manda il tuo Spirito che rinnova la faccia della terra) e di
chiuderli con la recita del Padre Nostro.
Qual è la specificità del nostro contributo allimpegno ecclesiale della
catechesi degli adulti? A nostro parere, risiede nel metodo.
Lo scautismo è infatti un grande metodo di educazione alla libertà e al servizio, che si
serve di alcuni strumenti come lavventura, limparare facendo, la strada,
limpresa, il servizio, la vita a contatto con la natura, la comunità, ecc. Tutti
questi sono anche efficaci strumenti per fare catechesi.
Certo sappiamo bene che la fede è un libero dono di Dio, che può essere ostacolato dalla
presunzione umana. Sappiamo di essere servi inutili.
Daltro canto la difficoltà di numerose parrocchie a portare la catechesi oltre
letà della prima comunione e della cresima, non trova spiegazione anche nella
presunzione delladulto (anche cristiano, anche praticante) di fare a meno della
catechesi?
Non è possibile per luomo stare
nellimmobilità.
Non crescere nella scala delle virtù,
significa crescere nella scala del vizio.
La citazione è del grande Padre della Chiesa Gregorio di Nissa. Senza educazione
permanente, potremmo parafrasare, cè un progressivo imbarbarimento delluomo.
Nellesperienza della fede leducazione permanente si chiama catechesi. Fare a
meno della catechesi da adulti non significa privarsi di un lusso, ma rinunciare a
crescere nella scala delle virtù e predisporsi al rischio di discendere nella scala del
vizio. Vizio e virtù non sono gli estremi di una scala morale, ma sono i frutti della
vicinanza o della lontananza da Dio.
Non è un caso che il Catechismo della Chiesa Cattolica (CCC) inserisca il piano morale
allinterno dellesperienza di Dio: infatti la morale non precede, ma segue
lesperienza di Dio. Noi non andiamo dalle virtù alla fede, ma dalla fede alle
virtù. Noi non diventiamo più buoni grazie alle nostre capacità e alla
nostra volontà, ma se facciamo lesperienza di Dio nella nostra vita, se lo Spirito
del Signore Risorto ci rinnova, se facciamo della conoscenza di Cristo il fine più grande
della nostra esistenza, i comportamenti morali saranno il frutto dello Spirito del Signore
che abita in noi.
Non a caso Paolo elenca le virtù (pazienza, benevolenza, mitezza, umiltà...) come frutti
dello Spirito (Gai 5,22). Vale per la virtù quello che vale per la fede. Non è una
conquista delluomo, ma è frutto dellamore di Dio. In questo senso potremmo
dire che Dio non ci vuole buoni (cioè attenti ad ogni cavillo morale), ma
santi, cioè peccatori perdonati, perché hanno creduto nellamore di
Dio.
Più che parlare di catechesi, vogliamo fare catechesi. Con un
metodo adatto e coinvolgente per gli adulti. Vivendo il mistero di Dio come Signore della
vita, incontrando Dio nella liturgia, nei Sacramenti, nella preghiera, nella vita morale,
nellimpegno di servizio. Ogni capitolo è dedicato ad un personaggio biblico,
propone la meditazione di alcuni testi, propone alcune domande e un segno.
SantIreneo dice che noi dobbiamo abituarci a Dio come Dio si è abituato a noi,
nellIncarnazione. È questo lo scopo della catechesi.
Per questo la catechesi è permanente o non è. Non è bene che in tan-te parrocchie la
catechesi si fermi alletà della fanciullezza. Il processo della conoscenza di Dio
non può non essere un processo di crescente comunione con Dio e non può non durare tutta
la vita. In fondo la catechesi è... leducazione permanente del credente.
Parafrasando ancora Gregorio di Nissa potremmo dire che dobbiamo liberare in noi
limmagine di Dio, ciò che ci fa capaci di comunione di vita con Lui. E non dobbiamo
farlo da soli, ma insieme a tutti gli uomini. Anzi dobbiamo lasciare che Dio ci attiri a
sé. Non dobbiamo mai dimenticare che è Lui che per primo ci ha cercato e ci ha trovato.
E questo incontra trasforma noi e trasforma il mondo.
Aveva scritto D. Bonhoeffer nel 1944, durante la sua prigionia nel campo di
concentramento: Non sta a noi predire il giorno ma il giorno verrà in
cui gli uomini saranno chiamati a pronunciare la Parola di Dio in modo che il mondo ne sia
trasformato e rinnovato. Sarà un linguaggio nuovo [...] il linguaggio che annuncia la
pace di Dio con gli uomini e lavvicinarsi del Regno di Dio.
In fondo la storia dei Patriarchi è la storia delle promesse di Dio ed è la storia
della speranza che viene educata negli uomini. Da una parte cè Dio che provoca a
una risposta luomo, con le sue promesse. Dallaltra cè la storia di
gente che vive nel deserto e viene passo passo educata a sperare, abbandonando tutto e
tutto possedendo solo nella promessa. Questa è la contraddizione della fede: la povertà
di chi non può contare su nulla di suo e poco per volta apprende, tra disinganni e
fallimenti, quellobbedienza alle promesse di Dio che è appunto la fede. Abramo,
Isacco, Giacobbe, Giuseppe e poi anche Mosè e Davide, sono per noi figura di Cristo e
modelli di catechesi per adulti, proprio perché per primi hanno sperimentato sulla loro
pelle liniziativa di Dio e per primi hanno imparato ad abbandonarsi a Lui. Per
cominciare ad entrare nel clima del nostro cammino leggiamo e meditiamo nel silenzio il
brano dellaLettera agli Ebrei, cap. 11.
La fede è fondamento delle cose che si sperano e prova di quelle che non si
vedono. Per mezzo di questa fede gli antichi ricevettero buona testimonianza.
Per fede noi sappiamo che i mondi furono formati dalla parola di Dio, sì che da cose non
visibili ha preso origine quello che si vede (...J
Per fede Abramo, chiamato da Dio, obbedì partendo per un luogo che doveva ricevere in
eredità, e partì senza sapere dove andava. Per fede soggiornò nella terra promessa come
in una regione straniera, abitando sotto le tende, come anche Isacco e Giacobbe, coeredi
della medesima promessa. Egli aspettava infatti la città dalle salde fondamenta, il cui
architetto e costruttore è Dio stesso I; ..J
Per fede Abramo, messo alla prova, offrì Isacco e proprio lui, che aveva ricevuto le
promesse, offrì il suo unico figlio, del quale era stato detto: In Isacco avrai una
discendenza che porterà il tuo nome. Egli pensava infatti che Dio è capace di far
risorgere anche dai morti; per questo lo riebbe e fu come un simbolo.
Per fede Isacco benedisse Giacobbe ed Esaù anche riguardo a cose future.
Per fede Giacobbe, morente, benedisse ciascuno dei figli di Giuseppe e si prostrò,
appoggiandosi allestremità del bastone. Per fede Giuseppe, alla fine della vita,
parlò dellesodo dei figli dIsraele e diede disposizioni circa le proprie
ossa. Per fede Mosè, appena nato, fu tenuto nascosto per tre mesi dai suoi genitori,
perché videro che il bambino era bello; e non ebbero paura delleditto del re.
Per fede Mosè, divenuto adulto, rifiutò di esser chiamato figlio della figlia del
faraone, preferendo essere maltrattato con il popolo di Dio piuttosto che godere per breve
tempo del peccato. Questo perché stimava lobbrobrio di Cristo ricchezza maggiore
dei tesori dEgitto; guardava infatti alla ricompensa.
Per fede lasciò lEgitto, senza temere lira del re; rimase infatti saldo, come
se vedesse linvisibile.
Per fede celebrò la pasqua e fece laspersione del sangue, perché lo sterminatore
dei primogeniti non toccasse quelli degli israeliti. Per fede attraversarono il Mare Rosso
come fosse terra asciutta; questo tentarono di fare anche gli Egiziani, ma furono
inghiottiti (...J
Mi mancherebbe il tempo, se volessi narrare di Gedeone, di Barak, di Sansone, di Iefte, di
Davide, di Samuele e dei profeti, i quali per fede conquistarono i regni, esercitarono la
giustizia, conseguirono le promesse, chiusero le fauci dei leoni, spensero la violenza del
fuoco, scamparono al taglio della spada, trovarono forza dalla loro debolezza, divennero
forti in guerra, respinsero invasioni di stranieri.
Un parallelo di questo brano lo troviamo in Atti 7, nel discorso di Stefano prima del suo
martirio (cfr. pure Sir, capp. 44 e segg.). Tuttavia il brano della Lettera agli Ebrei ha
un carattere soprattutto liturgico, si celebra la storia della salvezza, riletta in chiave
di fede, cioè nello Spirito Santo che è dato nei tempi nuovi. Mentre nel libro degli
Atti il discorso di Stefano ha in particolar modo un carattere kerigmatico, di annuncio
del mistero di Cristo, nel quale si compie e si ricapitola tutta la storia della salvezza.
In realtà i due testi presentano una vera e propria teologia della storia, reinterpretata
alla luce dello Spirito Santo. Riscoprire la Parola di Dio, Antico e Nuovo Testamento, è
riscoprire Gesù Cristo nelle pagine della Bibbia e negli eventi della nostra storia.