IL LIBRO DI LÉZARD itinerari, riflessioni, esperienze per conquistare e diffondere la gioia E/G
NUOVA EDITRICE FIORDALISO |
Ho incontrato la prima volta « il libro di Lézard » quando ero Guida. Ne circolavano
alcuni brani che mi affascinavano: sapevano di campo, di avventura, di sogno e soprattutto
di gioia. Era quello che desideravo fosse il Reparto per i miei quindici anni.
Ho letto per intero « il libro di Lézard » quando ero Capo Reparto. Cerano il
clima, lemozione, la forza, lo spirito e lamore che desideravo per le mie
Guide. Lho utilizzato, proposto, commentato, letto al mio Reparto; è stato il
silenzioso e fedele compagno di quegli anni di servizio. Ho consegnato quel libretto
azzurro, ormai consumato e segnato dai campi, a chi ha continuato il servizio in Reparto.
Dentro cera, per me, tutto lo spirito che avrebbe dovuto caratterizzare un Reparto
di Guide e cento occasioni per rivedere con occhi semplici e chiari la vita di tutti i
giorni.
Poi lho perduto. Era fuori commercio da anni, impossibile ritrovarlo. La consideravo
una perdita: generazioni di Capi avrebbero perso loccasione di trovare tra le righe,
tra le semplici e profonde riflessioni di Lézard, un clima, un calore, una gioia un
po unica, non narrabile. Avrebbero perso loccasione di conoscere Lézard, di
avere dalle sue parole un aiuto, uno stimolo, una guida per costruire e « diffondere »
la gioia.
Mi è stato chiesto di rileggere « il libro di Lézard » per vedere se fosse ancora
proponibile oggi. Strana coincidenza: dallanno scorso sono di nuovo Capo Reparto e
lho ritrovato.
Lho « riletto » con occhi adulti, cercando di dominare lemozione di averlo
tra le mani, e vi ho trovato la stessa freschezza di sempre, la stessa intatta gioia di
vivere e di essere scout, la stessa profonda fede. Non ho resistito alla tentazione:
lho portato al campo. Ne ho letto dei brani, talvolta in quadrato, talvolta seduti
sullerba.
Le parole di Lézard hanno girato per il Campo, a loro agio, come sempre. E una sera
Alessandra, una capo squadriglia, mi ha chiesto dove avessi preso la lettura del mattino:
aveva voglia, con la sua squadriglia, di leggerla ancora, di andare avanti, di trovare
altri brani. Le ho dato « il libro di Lézard » e anche i Castori hanno conosciuto e
amato le parole della « lucertola », le Lézard, come si è sempre firmata questa Capo
svizzera.
Adesso so con certezza che « il libro di Lézard » può ancora essere uno stimolo per i
Reparti, in particolare per le Guide, perché si adatta, scavalcando gli anni, al clima e
allo spirito del Reparto, disegnandone quasi un ritratto. Ma va oltre, va al cuore della
Legge e la presenta con efficacia e semplicità: una Legge vissuta, incarnata nel
quotidiano, una Legge entrata nella pelle.
Qualche termine usato da Lézard è sicuramente in disuso (La
traduzione dal francese, autorizzata dallAutrice Mme Aimée Dégallier e riveduta da
Erinna Palomba, è la medesima della prima edizione de « Il libro di Lézard »
pubblicato nel 1963 dallASCI Commissariato Regionale Ligure.), ma non
incide assolutamente nel complesso del testo, ricco di poesia e di suggestione.
Quel che ne emerge, invece, e che può far riflettere noi Capi, è lo spazio dato al
dialogo e al rapporto personale tra Capo e ragazzo. Su questo Lézard tesse i suoi
profondi legami con il Reparto, su questo innesta la riflessione e la catechesi.
Negli spaccati dei campi descritti si intravedono tempi e ritmi tranquilli, non
sovraccarichi di impegni, nei quali è possibile raggiungere tutti, chiacchierare e
riflettere insieme, godere del fuoco e del silenzio, giocare a palla, sdraiarsi contro il
cielo e parlare a bassa voce. Lézard ci fa intuire le mille occasioni che si presentano
ad un Capo per cogliere le sfumature di ogni ragazzo, Lézard insegna ai Capi la vera
attenzione alle piccole cose. E di questa attenzione fa uno stile di vita.
Perché per Lézard « un Capo è un compagno leale su cui si può contare. Colui che se
ne va, solo, alla ricerca della bellezza, e che la porta agli altri, e che ve li conduce
».
«Il libro di Lézard», però, non è un libro unicamente per Scouts e Guide, ma per
tutti quelli che hanno voglia di spazi, di sogni, di tempo per pensare, per gioire, per
scoprire e apprendere la vita: è in fondo, un libro giovane, fresco, pieno e profondo.
Nonostante sia il canto di una ragazza degli anni 30, un canto che non si spegne, ma
che lancia le sue note ai ragazzi e alle ragazze che saranno uomini e donne nel XXI
secolo.