Libri Scout

COSTANTINI Lucio e Rosalba
IL SEME SULL'ISOLA
attualità del metodo educativo scout

 

ÀNCORA
MILANO 1987
ISBN 88-7610-199-3
cm. 12 x 17 pagine 171


a Riky, ai suoi sogni

Mains qui s’étreignent ne pèsent rien
(Mani che si stringono nulla pesano).
Paul Eluard, L’intesa

«...Se il pescatore arma la sua lenza con il genere di cibo che piace a lui, è probabile che di pesci non ne prenda neanche uno; certo non quelle .specie di pesce che si usano pescare con la lenza, che sono particolarmente timide. Perciò egli si serve come esca del cibo che piace al pesce.
Con i ragazzi è la stessa cosa; se cercate di far loro una predica su ciò che voi considerate edificante, non sarete mai accettati da loro. Chiunque si presenti apertamente come una persona "tutta per benino" farà fuggire spaventati i più vivaci tra di essi, cioè proprio quelli che è importante "agganciare". L’unico sistema è quello di prentarsi a loro con qualcosa che veramente li attragga e li interessi. E ritengo che voi scoprirete che lo Scautismo fa appunto questo».

BADEN-POWELL
(Suggerimenti per l'educatore scout)

 

PREFAZIONE

Ottant’anni fa un generale inglese a riposo, Robert Baden-Powell, condusse un piccolo gruppo d’adolescenti sull’isola di Brownsea. Il suo obiettivo era molto modesto. Voleva sedere il funzionamento nella pratica di una sua intuizione nata in Africa a contatto con i giovani.
Baden-Powell voleva verificare che cosa sarebbe accaduto se i ragazzi, invece di subire la costrizione dei loro superiori, fossero stati invitati ad essere gli artefici principali della loro educazione. Baden-Powell fu il primo ad essere sorpreso nel vedere questa gioiosa banda eteroclita amalgamarsi, portare a termine quel che aveva deciso di fare, senza bisogno di ricevere ordini, «sul proprio onore» soltanto, senza alcuna prospettiva di ricompensa o minaccia di punizione.
Il 9 agosto quando il campo di Brownsea si concluse, lo scautismo, in quanto movimento, era nato. Il suo sviluppo fu fulmineo e ciò senza che né Baden-Powell né alcun altro ricorresse a zelo missionario o agli artifici delle pubbliche relazioni o della propaganda. Lo scautismo è diventato il più grande movimento volontario giovanile del mondo e la sua crescita non si è mai arrestata.

Oggi vi sono circa ventisei milioni di ragazzi e ragazze membri di organizzazioni riconosciute dall’Organizzaione Mondiale del Movimento Scout e dall’Associazione Mondiale delle Guide e delle Esploratrici. Stando ad una prudente stima, duecentocinquanta milioni di giovani sarebbero transitati attraverso la scuola dello scautismo dal momento della sua fondazione ad oggi.

Questo successo costituisce già una risposta al quesito: lo scautismo oggi è ancora attuale? Andando però oltre questo successo quantificabile, siamo in presenza di un metodo educativo moderno, per nulla superato perché facilmente flessibile e rispondente alle aspirazioni dei giovani d’oggi e ai bisogni sociali della nostra epoca in cui il solo elemento permanente è il cambiamento.

Lo studio di Lucio e Rosalba Costantini teso ad analizzare l’attualità dello scautismo è originale e intelligente. L’apprendimento sociale tramite l’auteducazione è in effetti un elemento essenziale del metodo scout il quale resterà ancora per molto tempo un complemento utile e ben accetto dell’educazione classica offerta dalla famiglia, dalla scuola e dalle comunità spirituali.

Laszlo Nagy
Segretario Generale dell’ Organizzazione Mondiale del Movimento Scout

 

Quasi un’introduzione
UN PIFFERAIO MAGICO

Piccola e quieta, ignorata dagli atlanti, l’isola di Brownsea giace nella baia di Poole, nel Dorset, Gran Bretagna.
Sul finire del 1907 vi sbarca un signore inglese dal portamento distinto; alle spalle una carriera militare vertiginosa dovuta esclusivamente alle sue qualità inusuali, alla sua personalità originale e a una certa dose di fortuna. Baffi rossicci, ben curati, un volto lentigginoso segnato da un sorriso tra l’ironico e l’accattivante, occhi estremamente mobili e vivi. Il suo abbigliamento è certamente eccentrico. Indossa calzoni che gli giungono al ginocchio, una larga e comoda casacca; sul capo un cappello floscio di feltro.

Certamente non sarebbe stato facile riconoscere, celato in quei panni, l’ispettore generale della cavalleria di Sua Maestà Britannica, Robert Stephenson Smyth Baden-Powell. Lo accompagnano una ventina di ragazzi inglesi di diverse classi sociali, ancora ignari dell’esperienza che si accingono a vivere insieme a quel magico pifferaio che li ha portati fin là [Baden-Powell sbarcò sull'isola di Brownsea il 29 luglio 1907 insieme a suo nipote Donald, di nove anni e tre ragazzi. Era stato preceduto da un suo vecchio compagno d’arme, Kennech McLaren e da un cuoco. Due giorni dopo giunsero sull'isola altri diciotto ragazzi. Baden-Powell suddivise i giovani in quattro piccoli gruppi che denominò Chiurli, Corvi, Lupi e Tori.]

Baden-Powell balzò alla ribalta come personaggio, acclamato eroe nazionale dal popolo inglese al suo rientro in patria dal Sud-Africa, ove sostenne con successo, dall’11 ottobre 1899 al 16 maggio 1900, un logorante assedio nella cittadina di Mafeking (oggi Mafikeng), allora importante nodo strategico.
Quando si seppe che la cittadina era stata liberata, la popolazione di Londra che aveva seguito la vicenda con trepidazione inconsueta per il flemmatico carattere britannico, scese nella strada e si diede a tale tripudio - eguagliato, pare, solo dai festeggiamenti al termine della Grande Guerra - che l’occasione fu buona per creare un neologismo. Da allora to maffick (da Mafeking, appunto) significò darsi a sfrenati festeggiamenti [Sulla situazione dell'Africa meridionale a cavallo tra l'800 e il '900, si veda: Ki Zerbo Joseph, Storia dell'Africa nera, Einaudi, Torino 1977. Si consulti inoltre il documentatissimo volume di T. Pakenham, La guerra anglo boera, Rizzoli, Milano 1982 e, segnatamente, il cap. 33 dedicato all'assedio di Mafeking e al ruolo di Baden-Powell in esso. La figura di Baden-Powell da quest’opera esce alquanto ridimensionata rispetto alle biografie correnti.].

Fu durante l’assedio, di Mafeking che Baden-Powell, allora colonnello, ebbe modo di riflettere sull’utilizzo da parte del suo capo di stato maggiore di alcuni ragazzi quali portaordini tra i vari capisaldi delle linee fortificate. Ne scaturì un’intuizione che conteneva, in embrione, quello che doveva diventare l’elemento basilare del metodo scout: la fiducia più aperta nelle possibilità di riuscita dei giovani. Un concetto pedagogico indubbiamente avanzato per quei tempi marcati da verghe e rigidi precettori.

Baden-Powell fu grandemente colpito dal coraggio, dallo spirito d’iniziativa e dalla capacità di cavarsela di fronte alle difficoltà dimostrati dai ragazzi di Mafe-king che seppero fare buon uso della fiducia loro accordata. Fu così che più tardi, una volta rientrato in patria, sollecitato da più parti, decise di sperimentare concretamente ciò che in seguito avrebbe via via codificato nei suoi testi che costituiscono la base per comprendere lo spirito che anima lo scautismo.

Quei venti ragazzi, sbarcati insieme al loro capo sull’isola di Brownsea, trascorsero un’avventura felice e indimenticabile e, inconsapevoli, posero le basi per il più diffuso metodo educativo e movimento giovanile contemporaneo.
Baden-Powell lasciò loro ampia autonomia, dividendoli in piccoli gruppi guidati da un loro coetaneo. «...la sua cortesia, la sua comprensione, la sua sicurezza eccitavano l'entusiasmo dei ragazzi. Con lui nessuna arida teoria, nessuna di quelle lezioni noiose ch’essi conoscevano fin troppo bene. La giornata trascorreva come un sogno, tratteggiata da attività appassionanti, nelle quali si metteva in pratica quello che il capo aveva insegnato nella mattinata. La scienza dei nodi, dei boschi, la ricerca di tracce, le imboscate o l’osservazione ben presto non ebbero più, per loro, alcun segreto...».

«(...) Così, senza rendersene conto, questi ragazzi felici scoprivano il mondo e le sue meraviglie riservate a coloro che sanno osservare, e facevano collezione di piume d'uccelli, di conchiglie e di foglie d’albero. Raccoglievano anche dei ricordi, sui quali avrebbero poi costruito la loro vita. Per Baden-Powell la scoperta era ancora più ricca: le anime di quei ragazzi che egli aveva penetrato a pieno. (...) Poteva donare al mondo una nuova ricchezza: quella di un movimento perfettamente adatto alla psicologia dei ragazzi, d’un movimento fatto su misura per loro» [R. Bastin, Lord Baden-Powell of Gilwell Cittadino del Mondo, Centro Librario ltaliano, Roma 1955, p. 153, 154.].

Nel 1908 Baden-Powell pubblicò Scautismo per ragazzi, un testo che sintetizzava la caratteristica proposta del metodo scout, frutto della recente esperienza di Brownsea e delle molteplici attività dell’autore in qualità di esploratore e di ufficiale dalle doti non comuni, doti che poté mettere a frutto in diversi soggiorni in India e in Africa.
Il libro, scritto per i ragazzi, andò a ruba, conteso anche da educatori e insegnanti. Nel 1909 il volume - cui altri seguirono - era già stato tradotto in cinque lingue e il movimento scout era ormai una realtà, tanto che si rese necessaria la creazione di un apposito ufficio per il suo coordinamento.
È a questo punto che Baden-Powell, anche dietro consiglio di Edoardo VII, decide di lasciare l’esercito per dedicarsi totalmente allo scautismo. Inizia quella che i suoi biografi chiamano la sua «seconda vita», ch’egli consacrerà al movimento fino alla morte (avvenuta nel 1941). All’inizio furono l’impulso del fondatore, il suo entusiasmo, i suoi viaggi, la sua capacità di coordinatore (dedicava dalle otto alle dieci ore al giorno all’iniziativa) che contribuirono all'espansione dello scautismo. In seguito, grazie soprattutto ai raduni mondiali, i Jamborees [Sull'origine del termine Jamboree, cf. L. Costantini, «Un termine magico: Jamboree», in Mandi, periodico del Friuli Venezia Giulia, Serie speciale, Quaderni della Storia, Numero monografico dedicato allo scautismo nel 75° della fondazione, Udine 1982, p. 34], il metodo scout si diffuse a macchia d’olio su tutto il mondo libero. Il primo grande raduno di scouts che si tenne al Crystal Palace di Londra nel 1909, vide insieme più di diecimila ragazzi, tra cui un pugno di ragazze, embrione dello scautismo femminile. Il primo conflitto mondiale avrebbe potuto dare un forte scossone al movimento scout ormai diffuso in molte nazioni. Furono i ragazzi stessi che, sostituitisi ai loro educatori partiti per il fronte, seppero mante-nere in vita i gruppi nei piccoli e grandi centri, rendendosi inoltre utili nelle retrovie in varie opere di assistenza. Il Movimento resse e si diffuse di più. Nel 1920, il primo Jamboree che si tenne all’Olympia, una vasta arena coperta da un tetto a vetri, a Londra, indicò in modo inusuale una via per la pace e la comprensione tra i popoli. Migliaia di giovani[I partecipanti al primo Jamboree si stimano in una cifra variabile tra i sei e gli ottomila, provenienti da ventun nazioni indipendenti e da dodici territori dipendenti dalla Gran Bretagna.] di razze, religioni, paesi diversi si incontrarono per condividere i loro interessi e i loro comuni ideali. In quell’occasione Baden-Powell venne acclamato Capo Scout del Mondo. «Dodici anni dopo la sua fondazione, meno di due anni dalla fine delle ostilità (della prima guerra mondiale; n.d. aa.), lo scautismo fu capace di unire tutte le nazioni – comprese quelle ex nemiche – sotto la stessa uniforme, in un unico cuore. L’impatto dell’avvenimento sull’opinione pubblica fu rilevante e la presenza del re e di due futuri regnanti fece capire che lo scautismo veniva preso sul serio, anche tra le alte sfere» [" L. Nagy, 250 millions de scout, Favre, Lausanne 1984, p. 94 (trad. d. aa.).].

Il successo dello scautismo è sottolineato, oltre che dalla sua tangibile diffusione, anche dalle numerose distinzioni che Baden-Powell riceve. Il re gli conferisce il titolo di Baronetto per l’opera da lui svolta a favore dei giovani; nel 1929 viene creato Lord; nel 1937 rice-ve il gran cordone della Legion d’onore. Gli viene attribuito anche il Premio Wateler da parte dell’Istituto statunitense Carneige, per l’opera da lui svolta tramite il movimento scout a favore della pace e della comprensione internazionale.
Dal 1920 ad oggi si sono susseguiti 15 raduni mondiali, dimostrando la vitalità di un movimento che raccoglie oltre venticinque milioni di giovani e la validità del suo messaggio di fraternità e di pace. Il fatto che l’Unesco abbia attribuito nel 1981 al Movimento Scout il Premio per l'Educazione alla Pace, è un chiaro indice che esso è ben di più che una modalità per consentire ai giovani di utilizzare il loro tempo libero, caratterizzandosi per delle valenze educative di tutto rispetto.

Viene da chiedersi che cosa abbia consentito a questo movimento di giovani di espandersi in maniera così estesa e di reggere, contrariamente a quanto accaduto ad altre realtà giovanili, al vento della contestazione studentesca degli anni sessanta, consentendogli di adattarsi alle attese di una società giovanile così composita come quella contemporanea. E quello che si cercherà di analizzare nelle pagine che seguono.

 

INDICE
Prefazione
Quasi un’introduzione
UN PIFFERAIO MAGICO......

I. UN MOVIMENTO EDUCATIVO PER I GIOVANI
Chiarezza nella definizione
Scopo del Movimento scout
I princìpi del Movimento scout
Le 'idee-forza’ del metodo scout
La promessa
La legge
Lavoro nei piccoli gruppi
Dalla parte del ragazzo

II. UN MODELLO DI APPRENDIMENTO SOCIALE
L’io non esclude il 'noi’
Giocare e 'giocarsi’ nel gruppo
Gioco e lavoro manuale
Simbolismo
Alla ricerca di un Super-Io

III. FORMARSI PER EDUCARE
I corsi formazione quadri dirigenti o 'campi scuola’
La 'Comunità capi’, luogo di formazione permanente

IV. LA COEDUCAZIONE: UN PROBLEMA APERTO
Uno strumento educativo
Interrogativi
Crescere insieme

V. BADEN-POWELL: UNA VOCE DAL CORO DELLA SCUOLA ATTIVA
Alcune significative esperienze di scuola attiva
Russia
Gran Bretagna
Spagna
Francia
Germania
Stati Uniti
Svizzera.............
Belgio
Italia..............

VI. SCUOLA E SCAUTISMO: UN’INTEGRAZIONE POSSIBILE?...
Parallelismo tra scuola e scautismo
Le opposizioni tra scuola e scautismo
Un inserimento difficile
Riconoscimenti pedagogici
Attivismo scout

VII. SCAUTISMO E SVANTAGGIATI
Le prime esperienze
Un 'grande gioco’ per tutti
La rieducazione dei 'bambini-problema’

VIII. ATTUALITÀ DEL METODO EDUCATIVO SCOUT
Una risposta alle attese dei giovani
Un metodo di educazione attiva e integrale
Un saggio utilizzo delle risorse del proprio organismo
Un metodo di educazione personalistica e di educazione alla socialità
Un movimento ecologico ante litteram
Uno stimolo al miglioramento dei rapporti internazionali e al conseguimento della pace

Appendice
Bibliografia

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