Libri Scout

AGESCI
SENTIERO FEDE vol.1
il progetto - le schede

 

NUOVA FIORDALISO
Roma 1997
ISBN 88-8054-108-0
cm. 15 x 21.5 pagine 153


collana: Orientamenti


L’incontro dello scautismo con la fede cattolica si è rivelato fecondo come scuola di crescita per cristiani autentici e come fonte di autentica spiritualità. Il vangelo trova significativi riscontri nelle parole-chiave dello scautismo e questo viene a sua volta illuminato e potenziato, quando è praticato nell’esperienza del cammino ecclesiale”. (Giovanni Paolo II, 24 giugno 1995)

Dal Progetto unitario di catechesi al Sentiero fede: l’Agesci rinnova il suo impegno per l’evangelizzazione e mette a punto obiettivi e strumenti per una catechesi intimamente intessuta con la pedagogia scout. Ragazzi e capi possono così percorrere insieme il sentiero della vita e della fede, attingendo alle fonti dell’esperienza cristiana, nello stile della spiritualità scout. Il Progetto presenta orientamenti chiari e impegnativi per gli educatori e per la comunità ecclesiale. Le Schede offrono concrete piste di lavoro per la formazione permanente e la progettazione di significative esperienze di educazione alla fede con il metodo scout.


INDICE Alle comunità capi Agesci (Il Comitato centrale) Presentazione (S.E. Mons. Lorenzo Chiarinelli) PER METTERCI IN CAMMINO La meta: educare alla fede oggi Dal PUC al Sentiero fede I compagni di viaggio 1 DAL METODO ALLO SPIRITO SCOUT Il metodo educativo scout: per quale uomo? Lo spirito scout, lo stile scout Legge, promessa e motto La progressione educativa scout Gioco, avventura, strada e servizio 2 DAL VANGELO ALLA SPIRITUALITÀ SCOUT Gesù si accostò a loro... Una Parola da accogliere, celebrare, vivere Alla scuola della bibbia e della natura Spiritualità scout: un modo originale di essere cristiani 3 LA PEDAGOGIA DEI SEGNI E DELL’ESPERIENZA Il linguaggio della catechesi Esperienza, simbolo, concetto Significato umano, religioso, cristiano 4 ASK THE BOYS L’orizzonte culturale Chiamati alla maturità della fede Lo sviluppo psicologico 5 EDUCARE ALLA FEDE NELLE BRANCHE Tre branche, un solo itinerario Lupetti/coccinelle: la pista della gioia Esploratori/guide: la fede come avventura Rover/scolte: domanda di vita e scelta di servizio 6 LE RESPONSABILITÀ DEL CAPO E DELLA COMUNITÀ CAPI La comunità capi e la comunità cristiana Il capo educatore alla fede Il ruolo dell’assistente ecclesiastico La vita di fede in comunità capi 7 DAL PROGETTO ALLA REALTÀ Dal progetto all’itinerario Orientarsi tra le schede Abbreviazioni dei libri della Bibbia SCHEDE: Bibbia Campo Carità Chiesa Essenzialità Fratellanza Maria Natale Regno Pasqua Riconciliazione Santi Servizio Speranza Strada Uscita
PRESENTAZIONE

di S.E. Mons. Lorenzo Chiarinelli, Vescovo di Aversa Presidente della Commissione Dottrina della Fede e Catechesi della Conferenza Episcopale Italiana

Ad un popolo esule in terra straniera viene annunziata la “buona notizia” della libertà: i messaggi corrono con il cuore in festa, le vedette che si scorgono prorompono in grida di gioia. Si rinnova l’esperienza dell’esodo, ha inizio la lunga marcia. Nel faticoso cammino c’è una presenza che dà coraggio, energia, sicurezza: “Davanti a voi cammina il Signore, il Dio di Israele chiude lu vostra carovana” (cfr. Is 52,7-12).
Questa marcia, che viene da lontano e porta lontano, continua ancora ed ecco che l’Agesci (Associazione Guide e Scouts Cattolici Italiani) individua, organizza e propone il Sentiero fede quale servizio di educazione alla fede nell’orizzonte metodologico che caratterizza l’Associazione.
Il progetto organico e coerente, e che sostituisce quello del 1983, presenta una pedagogia della fede che intende tracciare un “sentiero” e accompagnare lungo il suo snodarsi i passi dei giovani d’oggi, in un’esperienza di “route” che coniuga la ferialità della vita con la trascendenza della fede, sempre nuova.

La dimensione itinerante, infatti, connota profondamente l’esperienza della fede. Il cammino, l’itinerario, il viaggio sono una delle categorie espressive più frequenti del linguaggio rivelato.
Ricordiamo Abramo (Gen 12,1); la vicenda dell’esodo (Es 12,37; 13,12); lo stile di vita dei profeti (cfr. 1Re 19,1-8). Credere è abbandonarsi a Dio (Dei Verbum 5) e ciò comporta sempre un esodo, un “uscire” dalla propria angoscia, dalla logica mondana, dalla negatività del peccato per educarsi al pensiero di Cristo (Il rinnovamento della catechesi 38). Sì, proprio in questo “educarsi” a pensare come Cristo, a giudicare, a scegliere e ad amare come Lui, a vivere come Lui consiste l’educazione alla fede, nell’autenticità e totalità delle sue espressioni.

La fede è esperienza globale

Le scienze umane insegnano che la persona è unità nella varietà delle sue espressioni e nella molteplicità dei suoi fattori. E persona matura è quella senza dicotomie, senza schizofrenie, senza compartimenti-stagni. La fede, come l’amore, tocca proprio il “mistero” della persona: ne tocca il “cuore”, secondo la terminologia ebraica; la totalità. La fede si colloca non in un settore parziale o aggiuntivo dell’esperienza umana: è un modo d’essere che coinvolge globalmente la persona. “La fede accolta dall’uomo diviene esperienza umana integrale” (RdC 26). In tal senso la fede è seguita e segue l’età, l’educazione, l’ambiente, lo stato di vita. È lievito che fermenta tutta la pasta!

La fede è esperienza dinamica

La vita, tutta la vita, è movimento, sviluppo: è orizzonte, è cammino che si snoda con varietà di ritmi e di periodi. La fede non è “al di fuori”, non si colloca “alla periferia”: essa si iscrive nelle pieghe dell’esistenza con i suoi dinamismi e i suoi rischi, assumendo tutta la corposità della vita. Non è essa uno “standard”: cammina e cresce con la persona. E la persona umana è libertà: cioè capacità di una risposta rinnovata, di un dono che riscopre incessantemente la sua freschezza.

La fede è esperienza storica e sociale

L’uomo è “essere nel tempo”; è storia ed è storicità. L’uomo è “essere-con”: è relazione, è comunione. La fede non è alienazione, migrazione in un “altro mondo” come fuga dalle concrete vicende dell’uomo. La fede non è “individualismo” che risolve nell’intimità tutta la sua ricchezza. La fede è vivere il mistero di Dio nella storia: è camminare in solidarietà e condivisione con l’uomo. È andare verso il Regno, ma facendosi carico, insieme a tutti gli uomini, degli avvenimenti, delle richieste e delle aspirazioni del tempo (cfr. Gaudium et Spes 11). In questo senso la fede è novità mai esaurita: perché l’uomo è essere aperto al futuro. Proprio per questo il documento-base della CEI su Il rinnovamento della catechesi - che il Sentiero fede ha ben presente e al quale felicemente si ispira – sintetizza così il cammino della fede: “Chi, mosso dallo Spirito, si fa attento alla parola di Dio, segue un itinerario di conversione a Lui, di abbandono alla Sua volontà, di conformazione a Cristo, di solidarietà nella Chiesa, di vita nuova nel mondo. È itinerario che può comportare, nello stesso tempo, la letizia dell’incontro e la continua esigenza di ricerca; la compunzione per l’infedeltà e il coraggio per la ripresa; la pace della scoperta e l’ansia di nuove conoscenze, la certezza della verità e il costante bisogno di nuova luce” (RdC 17).

La catechesi è abilitazione a questa esperienza di fede; è accompagnamento in questo itinerario; è “formazione” del cristiano, secondo la suggestiva espressione di Tertulliano: “Cristiani non si nasce, si diventa”. Ma, allora, la catechesi deve farsi carico contemporaneamente della identità, della verità, della intellegibilità della fede. Dal messaggio che, a proposito di catechesi, ci è stato trasmesso dal Catechismo della Chiesa Cattolica, emerge con chiarezza un dato: la concezione organica della cate-chesi. Il processo catechistico è processo vitale: sia sul piano della pro-posta che su quello della risposta (traditio-redditio); richiede annuncio e dottrina, celebrazione e sacramenti, prassi cristiana e testimonianza. La fedeltà alla divina Rivelazione, la dimensione liturgico-sacramentale, la non separazione dalla cultura e dalla vita, sono essenziali alla catechesi.
Ne consegue che ogni autentica catechesi deve educare simultanea-mente alla fede professata, celebrata, vissuta, pregata, per rimanere nella terminologia del Catechismo della Chiesa Cattolica. Deve essere “catechesi per la vita cristiana”, per ritornare al documento-base della CEI.

Il Sentiero fede, nei suoi densissimi capitoli, esemplifica tale metodologia in forma sistematica e viva, attingendo con competenza e passione educativa a tutte le risorse dell’esperienza scout. Evidentemente il testo non intende esporre anche i “contenuti” catechistici propri di una pedagogia della fede secondo le diverse “età”. Ma per questo ci sono i testi del Catechismo per la vita cristiana della CEI, con la loro collaudata articolazione, alla luce del Catechismo della Chiesa Cattolica. Opportunamente, le schede predisposte per la costruzione di concreti itinerari di fede, rimandano espressamente ai catechismi della Chiesa italiana.
Il “sentiero” è aperto.
A tutti e a tutte coloro che lo percorreranno (il pensiero corre con affetto innanzitutto alle tre branche: lupetti/coccinelle, esploratori/guide, rover/scolte) e a quanti e a quante - come educatori, assistenti, come capi – si faranno “compagni e compagne di viaggio”, un fervido augurio: lungo il vostro sentiero si ripeta la sconvolgente esperienza che fu dei due discepoli sul sentiero di Emmaus (cfr. Lc 24,13-35).
“Gesù in persona si accostò e camminava con loro” (Lc 24,15). Egli cammina ancora; ancora dialoga; ancora spiega le Scritture; invita ancora a condividere la mensa!
Che ciascuno, lungo il sentiero, senta che il cuore gli arde nel petto e lo riconosca!
Allora camminare è una gioia, partecipare la scoperta un bisogno, raccontarla a tutti una festa!
+ Lorenzo Chiarinelli 30 marzo 1996, Pasqua di Risurrezione


PER METTERCI IN CAMMINO

Ogni buon scout, come chiunque sia esperto di avventure all’aria aperta, appassionato della montagna, sa preparare tutto il necessario prima di mettersi in cammino. Specie quando ha davanti non una breve passeggiata pomeridiana, ma un cammino lungo, impegnativo e affascinante. Individuata la meta, traccia sulla mappa sl percorso da fare, mette nello zaino l’occorrente e... parte.

La vita, dell’uomo e ancor più del credente, è un cammino. La strada è una parabola antica, che può essere raccontata e vissuta in maniera sempre nuova nelle diverse età e situazioni della vita. L’incontro con le tracce lasciate da altri uomini, l’essere insieme ai fratelli, la scoperta di nuovi orizzonti... sono tante le esperienze che rendono il cammino meno faticoso, anzi appassionante e significativo. Soprattutto la scoperta di Dio come compagno di viaggio, spinge a percorrere il sentiero della fede, come quello che solo può portare a vivere il segreto della vita e della feli-cità: dare la felicità agli altri. Lo ha detto Baden-Powell, ma soprattutto lo ha reso possibile la luce e la forza del vangelo del Signore. La strada con-duce a scoprire “la via”: il Signore nato per strada e morto sulla strada per farsi riconoscere come la via della verità e della vita.

Non stupisca questo modo di entrare in un percorso di catechesi secondo il metodo scout. Il santo padre Giovanni Paolo II ci incoraggia: ”L’incontro dello scautismo con la fede cattolica si è rivelato fecondo come scuola di crescita per cristiani autentici e come fonte di autentica spiritualità. Il vangelo trova significativi riscontri nelle parole-chiave dello scautismo e questo viene a sua volta illuminato e potenziato, quando è praticato nell’esperienza del cammino ecclesiale”'.

Lo scautismo si propone la formazione integrale della persona umana in una prospettiva fondamentalmente religiosa, perché mette a base della vita “la pietà verso Dio, l’amore per il prossimo e l’amore per se stessi in quanto servi di Dio”‘. Se questi valori profondamente cristiani venissero a mancare, lo scautismo si ridurrebbe a un insieme di tecniche più o me-no utili, e sarebbe privo del suo vero valore e di prospettive per il futuro.

L’Agesci non fa solo una generica scelta cristiana, ma si assume un preciso impegno all’interno della Chiesa, come si afferma nel Patto associativo: “i capi dell’associazione hanno scelto di fare proprio il messaggio di salvezza annunciato da Cristo e ne danno testimonianza secondo la fede che è loro concessa da Dio”. Perciò, in cammino sul Sentiero fede sono innanzitutto le comunità capi, gli educatori laici che, insieme ai sacerdoti assistenti, elaborano localmente la proposta educativa. Ogni comunità capi cerca di vivere come autentica comunità di cristiani, giovani e adulti, che offrono, fra i vari doni di cui il Signore arricchisce la sua Chiesa, il prezioso servizio dell’educazione, sempre più necessario perché la fede sia accolta e integrata nella vita di ogni uomo.

Oggi, il servizio educativo dei capi non si limita a valorizzare nella proposta di fede gli elementi caratteristici dello scautismo, ma vuole essere annuncio del vangelo all’interno del mondo giovanile. Infatti, se al ragazzo che viene all’Agesci non viene richiesta una previa professione di fede cristiana, a tutti si propone chiaramente la vita scout anche come cammino di fede, adeguato all’età, vissuto col gruppo dei coetanei, per scoprire e scegliere di seguire il Cristo vivente oggi nella Chiesa. Con questo spirito, mettiamoci in ascolto della proposta contenuta nel Sentiero fede, di cui queste pagine introduttive mostrano ragioni, obiettivi e impostazione.

LA META: EDUCARE ALLA FEDE OGGI

La Chiesa è la comunità dei credenti in Cristo, il popolo di quanti hanno accolto la buona notizia della sua venuta, della sua morte e risurrezione, della sua presenza nella storia, per la salvezza degli uomini. La Chiesa è il corpo di Cristo e ogni cristiano, membro di questo corpo, ascolta e pratica la parola di Gesù, e la annuncia ai fratelli, perché cresca il regno di Dio. Non può non evangelizzare (cfr. 1Cor 9,16): specie nel nostro tempo urge un impegno di tutti perché la novità di Cristo venga consegnata alle giovani generazioni e, anche nel futuro, la fede si diffonda e sia bene accolta. In tale prospettiva di evangelizzazione, la catechesi è l’approfondimento sistematico del messaggio del vangelo nel cuore e nella vita degli uomini. Essa mira alla maturazione della fede, della speranza e della carità, lungo itinerari adeguati alle età e alle situa-zioni di ciascuno. Pertanto, la Chiesa non può non fare catechesi: “La catechesi è compito assolutamente primordiale della missione della Chiesa”’, ed ogni attività educativa cristiana deve avere come obiettivo qualificante la catechesi, cioè il raggiungimento di una conoscenza viva e di un’accoglienza personale del messaggio evangelico nella sua genuinità e completezza.

Se “compito della catechesi è guidare l’itinerario degli uomini alla fede”', è sempre necessario un progetto, un itinerario di iniziazione cristiana, volto alla maturazione della fede e all’assunzione responsabile del proprio battesimo: attraverso l’ascolto della Parola e la graduale introduzione alla vita cristiana nella Chiesa, si costruisce l’unità interiore della persona, intorno ad una visione unitaria della fede, della storia, della vita.
Una catechesi “occasionale”, provocata da avvenimenti imprevisti e situazioni particolari, può favorire la percezione della parola di Dio come luce sulla concretezza del vivere umano, ma non offre quella organicità, che è propria sia della rivelazione di Dio che della crescita dell’uomo.

Sono queste le principali scelte fatte oggi dalla Chiesa italiana, che punta ad una catechesi come itinerario di vita cristiana, teso allo sviluppo di una fede adulta e responsabile. Per questo sono stati realizzati i diversi Catechismi, secondo le linee del medesimo progetto, presentato ne Il rinnovamento della catechesi, già nel 1970. Anche l’Agesci si ispira agli orientamenti di quel testo, nel cercare di aiutare fanciulli, ragazzi e giovano a conoscere Gesù e il suo vangelo, e a decidere per essi, nella grazia della fede.

Fedeltà a Dio e fedeltà all’uomo: è questa la legge fondamentale dell’educazione cristiana’, e la catechesi deve realizzarla per essere veramente efficace. Fedeltà a Dio, significa trasmettere tutta la sua Parola, senza compromessi e senza eccezioni, e fedeltà all’uomo vuoi dire rispete sensibilità, esigenze e capacità nel suo vivere dentro una storia, una reatà e una cultura ben precise. La storia del cristianesimo ricorda che non è facile conciliare queste due fedeltà: accettare l’incarnazione, accettare cioè che l’uomo Gesù di Nazareth, morto crocifisso e risorto, sia veramente Dio e che Dio si sia fatto veramente uomo.

Perché la catechesi sia fedele all’azione di Dio, è essenziale conoscere il contenuto della rivelazione cristiana, seguendo il cammino della Chiesa che mette in luce “il nuovo e l’antico” con accentuazioni diverse secondo i tempi e i luoghi. È altrettanto necessario essere attenti allo sviluppo dell’uomo, alle svolte della storia determinate da avvenimenti culturali e sociali di grande portata ma anche da fatti meno visibili, sapendo che così si può rivelare il misterioso progetto di Dio.

Ogni comunità cristiana, ogni parrocchia, ogni associazione, è chiamata ad attuare una catechesi che risponda più direttamente alle esigenze dei destinatari. Una vera catechesi, infatti, per far risuonare il messaggio eterno di Cristo, deve incarnarsi nel proprio contesto, assumendone il linguaggio, i problemi, i valori, le attese. Incarnarsi esige anche coinvolgersi in un’esperienza: catechesi è sempre un incontro con la parola di Dio che è viva, perché è una persona, che suscita sempre nuovi atteggia-menti, rapporti, forme di vita.
Fare catechesi impegna, perciò, i nostri gruppi a condividere la vita della comunità cristiana, attuando nella quotidianità ciò che si crede e si annuncia, nello stile evangelico che rende testimonianza viva al regno dei cieli e colpisce il cuore degli uomini e delle donne di ogni tempo.

DAL PUC AL SENTIERO FEDE

La tensione alla fedeltà a Dio e alla fedeltà all’uomo, essenziale per una vera catechesi e una vera educazione, si realizza con particolare intensità all’interno della vita scout. I cattolici, infatti, riconoscono “nell’educazione fondamentalmente liberatrice proposta dal metodo scout un accesso ai valori del vangelo” '. Nel progetto educativo dello scautismo, la crescita della persona, dalla promessa alla partenza, è orientata dall’unico ideale di uomo “preparato a servire nel modo migliore”. La prospettiva del servizio caratterizza un’educazione globale che comprende le varie tappe del divenire umano e le diverse dimensioni in cui si struttura la personalità cristiana.

Da tempo è maturata nell’Agesci l’esigenza di precisare la propria azione educativa nei confronti della fede, attraverso un progetto in sinto-nia con le scelte e le iniziative della Chiesa e dell’associazione negli ultimi anni, Dopo una laboriosa gestazione, a cui hanno partecipato anche esperti di varie discipline, capi e assistenti dell’Agesci, è stato pubblicato nel 1983 il Progetto unitario di catechesi (PUCì: un documento di lavoro offerto ai capi per la loro opera educativa, affidando al loro genio il compito di tradurre in pratica nei progetti e nelle attività delle singole unità le proposte evidenziate a livello generale.

Da allora, tutta l’associazione ha sperimentato piste di programmazione unitaria, sviluppando itinerari con tappe e punti di riferimento obbligati. I campi e i cantieri di catechesi, il contatto coi capi nei campi scuola e nei convegni, l’esperienza quotidiana di tantissimi staff hanno rivelato l’esigenza e suggerito la fisionomia di una nuova proposta di lavoro. I convegni Giona del 1991 hanno consentito di verificare le intuizioni ormai divenute patrimonio associativo, e i nodi che restano da sciogliere per un più efficace servizio dell’Agesci nell’educazione alla fede.
L’esigenza di progettualità e sistematicità è oggi viva nelle comunità capi che, però, mancano spesso di mediazioni adeguate alla proposta cristiana nella metodologia delle diverse branche. Per questo, riscrivendo Il Progetto, a partire dal materiale contenuto nell’edizione del 1983 (ristampata nel 1995), si è cercato di raccontare con maggior semplicità e concretezza il modo in cui nasce e si sviluppa una vera spiritualità scout. Diamo uno sguardo, in tal senso, alla concatenazione dei capitoli che seguono:
Cap. 1: quando i capi sanno applicare in maniera integrale e sapienziale il metodo scout, cogliendone tutta la profondità spirituale, il vasto mondo di valori, la continuità della proposta al di là della singola branca... si apre un sentiero affascinante verso Dio.
Cap. 2: certamente non basta questa iniziale apertura alla religiosità, per quanto influenzata dall’ispirazione cristiana riconoscibile negli scritti di B.-P., ma occorre - particolarmente oggi - un più incisivo annuncio del vangelo, un incontro faccia a faccia con Cristo, con la sua Parola da ascoltare, celebrare e vivere per giungere a un modo originale di essere cristiani, appunto, da scout.
Cap. 3: il linguaggio caratteristico di una catechesi che attinga al me-glio del metodo scout, utilizza simbolismo ed esperienza, esplorandone i significati umani, religiosi, cristiani.
Cap. 4: è sempre indispensabile entrare in comunicazione con il ragazzo che vive la sua ricerca religiosa qui e ora, ascoltandone le domande, conoscendone i talenti, tenendo conto del suo sviluppo psicologico e dell’influsso della società e della sua cultura.
Cap. 5: quasi raccontando la vita quotidiana delle unità scout, possia-mo delineare obiettivi e strumenti della catechesi proposta nelle tre branche dell’associazione, stimolando i lettori a riscrivere nella propria situazione itinerari effettivamente percorribili dai ragazzi.
Cap. 6: un richiamo necessariamente forte alle responsabilità del ca-po, dell’assistente ecclesiastico e soprattutto della comunità capi in ordine alla progettazione dell’educazione alla fede e alla formazione permanente dei capi.
Cap. 7: un ponte lanciato verso l’uso progettuale e creativo delle schede.

Sono proprio queste, le schede, la novità più evidente di questa proposta che, alla ricerca di una maggiore praticità, vuoi essere un Sentiero fede da percorrere, esplorare, giocare con assiduità e sempre maggior competenza. Per rispettare il ruolo della singola comunità capi e di ogni staff di unità nella progettazione di cammini di fede, aderenti ai ragazzi e al loro momento di vita e di attività scout, non presentiamo un itinerario standard, ma una serie di strumenti con cui “imparare facendo”, alla maniera del grande gioco scout.

Le schede sono come esche lanciate all’educatore scout per imparare a ragionare sulle esigenze di una buona catechesi nello scautismo. Sono come “porte di accesso” ai contenuti del progetto, leggendo le quali si è aiutati ad acquisire la mentalità progettuale necessaria per costruire validi itinerari catechistici. Sono tante e assai diverse le situazioni da cui emerge l’opportunità di un annuncio; sono tanti i tempi e le esperienze della vita che contengono un messaggio religioso da comprendere e accogliere. Lo scautismo è ricco di segni e attività dalla profonda valenza spirituale. Il capo deve imparare a chiedersi che fare, e perché, e quale Parola annunciare e vivere... Il racconto di un’esperienza, una sintetica riflessione pedagogica e metodologica, l’indicazione di altre idee che si potrebbero attuare nelle diverse branche... faranno delle schede un utile strumento per la progettazione della catechesi e per la formazione permanente nello staff e in comunità capi. Lasciarsi effettivamente guidare dalla colonna di “guida alla progettazione”, non per cercare ricette, ma per attivare un processo di riflessione e ricerca, può rendere i capi sempre più consapevoli delle proprie proposte educative. Saranno frequenti i rimandi a questo Progetto, facilitandone la lettura e l’attualizzazione. Le schede sono state stese con l’aiuto di numerosi collaboratori, e ciò giustifica una certa diversità di linguaggio e di impostazione: sarà una ricchezza piuttosto che un limite, per offrire stimoli alla creatività, senza costringere ad un unico modello di catechesi.

I COMPAGNI DI VIAGGIO

I primi chiamati a camminare con noi su questa pista sono tutti i capi e gli assistenti ecclesiastici dell’Agesci, nel loro ruolo di educatori della fede, a servizio della crescita graduale e armonica di lupetti e coccinelle, esploratori e guide, rover e scolte. Con grande stima per il dono di Dio seminato in ogni creatura umana, sapendo che proprio un’autentica e si-gnificativa relazione tra ogni ragazzo e il suo capo è il grande veicolo di importanti messaggi per la vita. Sul sentiero di Dio, spesso i piccoli ci precedono, ci tracciano il cammino, a loro dobbiamo assomigliare per entrare nel Regno (cfr. Mt 18,3), loro dobbiamo servire senza scandalizzarli (cfr. Mt 18,6), ma dando loro buona testimonianza. Ogni comunità capi sa che deve inserire nel proprio progetto educati-vo un programma di educazione cristiana, per dare continuità all’unico canunino di fede, dall’accoglienza nel branco o nel cerchio Qno alla partenza. L’azione educativa scout ha, infatti, lo scopo di condurre ogni ragazzo alla maturità della fede, mediante una proposta essenziale e graduale, coerente e continua, ad ampio respiro, in modo da dare spazio ai tempi diversi della libertà di ognuno e della grazia di Dio.
Anche nel caso di chi abbandona lungo la strada l’esperienza scout, è comunque utile avergli fatto intravedere una direzione, un progetto dagli orizzonti sempre più vasti. In questo modo, le singole esperienze di fede non saranno separate fra di loro né lasciate alla pura improvvisazione, ma collegate in qualche modo nella singola storia di vita, come esige ogni azione educativa.
Oggi si deve dare particolare valore alla partenza della scolta o del rover come gesto carico di responsabilità ed espressivo di un cammino realmente percorso, che apre ad una nuova tappa della vita del giovane. Nella branca rover/scolte l’importanza della partenza impone un più deciso impegno per l’annuncio del vangelo e l’educazione a coerenti scelte di vita, sin dall’ingresso nella comunità R/S. Nelle branche precedenti, questo obiettivo va tenuto presente nella mente dell’educatore come meta finale che esige un lavoro duttile e costante nelle singole tappe.

Nella Chiesa e con la Chiesa: i capi svolgono il loro servizio di educatori alla fede, partecipando attivamente della missione della Chiesa, impegnata a custodire e trasmettere il messaggio di Cristo. Lo scautismo è un terreno che accoglie questo messaggio dandogli la possibilità di crescere, è un veicolo efficace per comunicare la proposta cristiana: da tempo si parla in tal senso di “parabola scout”. Come ha ricordato il Papa, lo scautismo riceve dalla missione della Chiesa un grande arricchimento, e a sua volta può arricchire la Chiesa con il suo particolare “carisma”. La catechesi nelle associazioni ha una sua specificità rispetto a quella nella famiglia, nella scuola, nella parrocchia, perciò i capi devono cercare la giusta complementarietà fra la proposta di fede offerta dalla chiesa locale e quella attuata nel gruppo scout. Sulla base degli orientamenti contenuti in questo strumento, i capi potranno rendersi conto di quando e come la catechesi parrocchiale ha bisogno di venire integrata nel percorso educativo di ogni singolo ragazzo dell’unità, senza dimenticare le diverse esigenze di fanciulli, ragazzi e giovani che, col crescere dell’età, sono spesso privi di un annuncio cristiano costante ed efficace.

Uno strumento di formazione, di lavoro, di confronto. Ogni capo deve conoscere il Sentiero fede, non in maniera generica, ma facendone uno dei principali oggetti della propria formazione, soprattutto per capire come impostare organicamente l’educazione alla fede. Anche le schede vanno utilizzate non come comodi sussidi o ricette per la catechesi spicciola, ma come piste per esplorare e applicare l’intero progetto.
La comunità capi userà il Sentiero fede come punto di riferimento per formulare il progetto educativo nella parte che riguarda l’educazione religiosa, sia per le idee di fondo che per assicurare continuità all’itinerario di fede nelle branche. Lo studio potrà essere approfondito chiamando, in qualche occasione, una persona esperta ad illustrare l’uno o l’altro degli aspetti presentati nel Progetto: da quello teologico, a quello biblico, ecclesiale, psicologico, scout. Anche i capi delle singole unità, nel loro lavoro di staff, potranno trovare in esso stimoli ed esempi per costruire il proprio programma annuale e suggerimenti per i singoli eventi di fede.

L’educazione religiosa non può essere affare privato di nessun gruppo e tanto meno di singole persone; il messaggio cristiano è universale ed è affidato a tutta la Chiesa. Le singole comunità devono, perciò, comunicarsi il modo con cui attualizzano e propongono il medesimo messaggio. Il Sentiero fede, come in precedenza il PUC, ha anche lo scopo di porre un riferimento fra tutti i gruppi scout e assicurare così un orientamento comune in tutta l’associazione. Si auspica che a livello nazionale, regionale e di zona continui e si sviluppi il lavoro di approfondimento e di incarnazione di questo progetto, per la formazione dei capi quali credenti adulti e catechisti competenti, per preparare sussidi di catechesi che possano anche diffondersi in tutta l’associazione come segno di effettiva condivisione e come spinta dinamica al lavoro di tutti.

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