Corpo Nazionale Giovani Esploratori ed Esploratrici Italiani (CNGEI)
Il Corpo Nazionale Giovani Esploratori ed Esploratrici Italiani (CNGEI), è la seconda associazione scout nata in Italia, fondata nel 1912 da Carlo Colombo, e la più antica tuttora esistente; attualmente è la terza associazione per numero di iscritti.
È una organizzazione nazionale per l’educazione fisica, morale e spirituale della gioventù; è Associazione di Promozione Sociale, dal 1916 è Ente Morale, sotto l’alto patronato del Presidente della Repubblica e dei Ministeri della Pubblica Istruzione, degli Affari Esteri, dell’Interno e della Difesa. L’Associazione fa parte della Federazione Italiana dello Scautismo, e tramite questa dell’Organizzazione Mondiale del Movimento Scout (OMMS/WOSM) e dell’Associazione Mondiale Guide ed Esploratrici (AMGE/WAGGGS). Fa parte della Protezione Civile e ha stipulato intese con il Ministero dell’Ambiente, con il Corpo Forestale dello Stato, con la FAO e un accordo quadro con il Ministero della Pubblica Istruzione, oltre ad un protocollo di collaborazione con Legambiente.
Storia
L’inizio
Nel gennaio del 1912, il prof. dott. Carlo Colombo terminò di scrivere lo “Statuto” del suo movimento che chiamò «Corpo Nazionale dei Giovani Esploratori Italiani» (Boy Scout d’Italia) e «Unione Nazionale delle Giovinette Esploratrici Italiane» (Girl Scout d’Italia) con lo scopo prefisso d’essere strumento educativo per tutti i ragazzi e le ragazze italiane. Con un gruppo di giovani della Società Podistica Lazio, Colombo compì un esperimento, conclusosi nell’ottobre del 1912, ai prati della «Farnesina» a Roma: fu un gran successo e da quell’iniziativa ebbe origine il CNGEI, ufficialmente fondato a Roma il 30 giugno del 1913. Carlo Colombo ebbe la soddisfazione di vedere la sua istituzione crescere, moltiplicarsi e farsi molto onore. I giovani esploratori, dal camiciotto verde, intervengono a favore delle popolazioni marsicane colpite dal terremoto e con opere di servizio durante la prima guerra mondiale. Aderiscono all’associazione personalità del mondo della scienza e della cultura: basti gli esempi di Guglielmo Marconi che fu presidente onorario della sezione di Bologna e Gabriele d’Annunzio che fu consigliere del Consiglio Direttivo Nazionale. Nel Corpo Nazionale confluiscono gran parte dei Boy Scout italiani, tra cui molti di quelli già aderenti ai Ragazzi Esploratori Italiani (REI). I giovani esploratori, in omaggio ai primi gruppi scout, usarono il giglio della REI con la scritta “Sii preparato” nel cartiglio. Il 10 novembre 1914 esce il primo numero della rivista del CNGEI “Sii Preparato”. È questa la prima pubblicazione periodica dello scautismo comparsa in Italia nonché primo esempio di mensile per ragazzi.
Nel novembre del 1914 venne costituita, a Roma, ad opera di Colombo, la sezione femminile che accolse le “Girl Scouts”, anche se i primi esperimenti di scautismo femminile furono condotti fin dal 1913. Assunse la guida della sezione di Roma, in qualità di presidente, la baronessa Ferrero e Mary Rossi (già collaboratrice di Baden-Powell) come Capo Reparto e Commissaria. Il 29 giugno del 1915 si svolge l’Assemblea costituente della sezione di Roma delle Giovinette Esploratrici Italiane che segna la data ufficiale della nascita dell’Unione Nazionale delle Giovinette Esploratrici Italiane (UNGEI). Assunse la Presidenza la principessa Anna Maria Borghese de Ferrari. Dal 5 maggio del 1915 il CNGEI fu posto sotto l’Alto Patronato del Re, del Presidente del Consiglio e dei Ministri della Guerra, della Marina, degli Esteri, delle Colonie e della Pubblica Istruzione. Inoltre il Re consentiva l’iscrizione al Corpo Nazionale del principe ereditario Umberto ed in seguito della principessa Giovanna all’UNGEI e autorizzò, sull’esempio dei fratelli scout inglesi, a fregiare il distintivo degli esploratori reali con il simbolo della corona reale. Il 21 dicembre del 1916, il Capo dello Stato, per proposta del ministro della Pubblica Istruzione On. Francesco Ruffini, eresse il CNGEI in Ente Morale con Decreto Luogotenenziale, a riconoscimento della sua funzione educativa nei confronti della gioventù. Queste due caratteristiche sono mantenute tuttora (ovviamente il Patronato appartiene al Presidente della Repubblica ed ai Ministeri della Pubblica Istruzione, degli Affari Esteri, dell’Interno e della Difesa). Fu il pieno successo dell’opera del Colombo, tanto che Robert Baden-Powell stesso gli scrisse (chiamandolo “Chief Scout of Italy”) di seguirlo con il più gran piacere ed interesse, e il Duca degli Abruzzi Luigi di Savoia, grande esploratore, assunse la Presidenza Generale del Corpo.
D’altra parte il Corpo Nazionale non mancò di ricevere espressioni di vera e propria critica. Durante il conflitto, che vide per il CNGEI un periodo di innegabile fortuna, ci furono episodi di netto rifiuto. In diverse città l’ambiente fu ostile agli esploratori nazionali ed in vari episodi furono fatti segno di gravi aggressioni da parte di ragazzi definiti, dalle colonne della rivista, come “non pochi giovinastri”, “tristi avvinazzati o malviventi”. Inoltre, gli ambienti e la stampa cattolica di stretta osservanza assunsero toni virulenti contro lo scautismo avanzando argomenti di natura dottrinale e molte polemiche furono sollevate dai cattolici circa il legame tra il Corpo Nazionale e la massoneria. L’accusa fu sempre respinta da Colombo, ma pare accertato il favore del vertice massonico italiano per il CNGEI. Secondo una fonte attendibile, – come afferma Fabrizio Marinelli – è in effetti probabile “che l’influenza massonica sia stata molto più importante all’inizio, ma sia andata scemando anno dopo anno”, anche se “contatti di dirigenti scout con la massoneria sono continuati fino allo scioglimento”. Ma le critiche più aspre provennero da parte operaia e socialista. Le classi popolari vedevano l’organizzazione scout con diffidenza, nel migliore dei casi come qualcosa di estraneo alla propria cultura e alle proprie necessità.
Malgrado questo, il CNGEI – UNGEI aveva raggiunto il massimo della propria espansione con oltre 400 sezioni e sottosezioni, molte delle quali con sedi nelle colonie o comunità italiane all’estero come a Costantinopoli, Tripoli, Lussemburgo, Esch-sur-Alzette, Alessandria d’Egitto, Cairo, Porto Said, Marsiglia, Smirne, Tunisi, São Paulo-Jahù e Buenos Aires (spontaneamente costituitasi ma non riconosciuta dalla Sede Centrale per la mancanza della dichiarazione ufficiale di gradimento del ministro italiano), con un totale di iscritti che oscillava dai venti ai trentamila soci (una cifra mai più raggiunta), nonostante la presenza dell’ARPI, di Ugo Perucci, e la defezione tra le proprie file del ramo cattolico (all’epoca minoritario), con la conseguente nascita dell’Associazione Scautistica Cattolica Italiana (ASCI). Nel 1916, nel CNGEI venne costituita la classe speciale degli esploratori marini, fluviali e lacuali, sviluppando le attività già avviate dal 1915, formando dei reparti autonomi e separati da quelli degli esploratori comuni. Nel CNGEI c’è una grande esperienza e tradizione di scouts nautici: un primo convegno a carattere nazionale si svolse nel 1917. Campi marini nazionali si svolsero nel 1918, nel 1919, nel 1920 e nel 1922 a cui seguirono altri incontri nazionali. Importanti furono anche le imprese dei reparti fluviali e lacuali. Tra le specialità degli esploratori marini e fluviali è da ricordare gli «idro-ski», cioè speciali scivolatori sull’acqua, che destarono l’interesse di Baden-Powell. Nell’UNGEI non era previsto la classe marini, infatti le attività marine non erano una caratteristica del reparto ma un’attività. Nel 1918, il Vice Presidente e Commissario Generale del CNGEI, prof. Vittorio Fiorini, nella sua relazione al Convegno nazionale tenutosi a Roma, propose l’istituzione della classe «Seniori», vale a dire gli adulti scout. La proposta di Fiorini, approvata dagli Organi Statutari, ebbe pratica attuazione nel 1919 con l’istituzione degli Esploratori Seniori. Nel 1920 si tiene il primo Jamboree mondiale, ospitato nell’area espositiva di Olympia, a Londra. Il CNGEI fu presente con una delegazione composta da Carlo Ratti, Bruno Cavalieri Ducati e tre esploratori. I rappresentanti del Corpo Nazionale consegnarono a Baden-Powell la medaglia d’oro al merito, che l’associazione gli aveva decretato. In contemporanea al Jamboree si tenne la prima conferenza internazionale per discutere sulla costituzione di un comitato internazionale permanente. Il CNGEI, che partecipò all’evento, venne dichiarato e registrato come socio fondatore della conferenza internazionale scout.
Nel luglio del 1920, nel collegio S. Ugo di Oxford, si tenne la prima conferenza mondiale del guidismo a cui era presente l’Italia con l’UNGEI. Nel 1922, il “Sii Preparato” si trasformò in una rivista più ricca ed accattivante e durante l’anno si introdusse una rubrica sulle attività dell’UNGEI detta Cronaca femminile. Nel 1924, in seguito alla Conferenza internazionale scout di Parigi del 1922 che stabilì la possibilità che lo scautismo femminile (a livello mondiale chiamato anche guidismo) si organizzasse con modalità e norme proprie, l’UNGEI modifica il proprio nome in Unione Nazionale Giovinette Volontarie Italiane (UNGVI) con una fisionomia propria ed autonoma. La direzione generale passò da Roma a Rovereto sotto la guida di Antonietta Giacomelli come commissaria generale. Nel 1924, inizia la pubblicazione della rivista dell’UNGVI “Sii Preparata”, con redazione a Rovereto.
La Giungla SilenteTra il 1927 e il 1928 il regime fascista sciolse le associazioni scout italiane. Il 10 febbraio 1927 per ordine del segretario generale del Partito Nazionale Fascista, Augusto Turati, l’Unione Nazionale Giovinette Volontarie Italiane fu sciolta. Il 31 marzo 1927, dopo le prime pressioni della polizia fascista su alcune sezioni e pochi giorni prima che invadesse la Sede Centrale, la presidenza generale del Corpo Nazionale, prevenne l’azione del Governo, disponendo la sospensione delle attività di tutte le sezioni e reparti del CNGEI. Malgrado ciò, all’interno del Corpo Nazionale, in varie località d’Italia, in vario modo ed in varia misura, diversi gruppi decisero di continuare a praticare un’attività clandestina o mascherata, che spesso arrivò a sfiorare l’aperta ribellione, dando vita alla cosiddetta “Giungla silente” (il nome dato dal CNGEI al periodo clandestino). Le informazioni che si hanno riguardo alla storia del periodo clandestino del CNGEI, sono in pratica poche, logica conseguenza della segretezza con cui gli scout dovevano muoversi. I sistemi scelti per sopravvivere, sia pur ufficiosamente, possono ricondursi a due posizioni: da un lato un atteggiamento di effettivo scioglimento e di cessazione delle attività; dall’altro una continuazione delle attività sotto mentite spoglie. La principale organizzazione di riferimento dei dirigenti del CNGEI nei primi anni della “Giungla silente” fu il «Lupercale», con sottotitolo “Rovers d’Italia”, vero e proprio “Movimento” clandestino Scout. L’Associazione era organizzata in “pagus” (città) composti da “sodales”. Il motto era “Alere flammam” e lo stemma raffigurava una fiamma che, scaturendo da tre tizzoni, formava un giglio scout. Sorto nell’agosto del 1927, ebbe regolare statuto, depositato presso la prefettura di Roma, e aveva lo scopo di tenere uniti i dirigenti, i commissari e i capi unità del CNGEI, per averli pronti al momento della ripresa delle attività Scout. Essendo limitata ai maggiorenni (ma chi non aveva compiuto 18 anni poteva essere socio aggregato) non incorreva nel divieto della legge. Lo statuto del sodalizio fu inviato in tutte le città dove erano esistite sezioni o sottosezioni del CNGEI. Aderirono al Lupercale, anche, alcuni scout dell’ASCI, inoltre furono mantenuti contatti con Hubert S. Martin, direttore del Bureau internazionale. Nel 1929 le Autorità di Pubblica Sicurezza, venute in sospetto, avevano dato il via ad un’inchiesta in tutta Italia. Furono schedati i nomi di tutti gli iscritti all’istituzione e su di loro furono raccolte notizie ed informazioni e per di più gli aderenti furono convocati, interrogati e perquisiti. Tra il 1931 e il 1932 la Polizia impose, con la forza, lo scioglimento del Lupercale. Luigi Pirotta, promotore del Lupercale e futuro Capo Scout del CNGEI, nel 1933 fu diffidato dalla Polizia ed espulso dall’Amministrazione del Governatorato di Roma, di cui dal 1928 era vice Segretario, per reato contro il capo del governo. Dopo nove mesi di disoccupazione a seguito di una nuova inchiesta disposta dal Ministero dell’Interno, era riammesso in servizio, ma perdeva ogni anzianità ed emolumento. Sfuggirono a quei controlli le attività svolte all’aperto dai giovani con i loro capi con o senza camiciotto verde, ma sempre con il foulard e la cintura dell’uniforme scout.
A Trieste sorse il Gruppo Escursionisti Indomito con Jesurun, Pirnetti e Viezzoli che operò i suoi campi fino al 1940, a Torino con Genovese si formarono i Giovani Escursionisti Italiani che prolungarono le attività fino al 1935, a Firenze con Borrani e Marzanti si costituì il Gruppo Escursionisti Indipendenti che continuò i suoi campi sino al 1933. Si noti che questi gruppi avevano una sigla comune: GEI. Inoltre, le Bandiere di molte sezioni e sottosezioni furono affidate alla conservazione dei Musei civici come a Rovereto dove la domenica del 10 aprile 1927 tutti gli iscritti della sezione si radunarono per l’ultima volta. Conclusa la cerimonia, vi fu la sfilata per le vie cittadine fanfara in testa, fino al Castello per rendere omaggio alla Lapide dei Caduti e consegnare, alla Direzione del Museo, le bandiere. Le bandiere, delle sezioni di Bari, Catania e Pesaro, vennero tagliate in pezzi e date in custodia ai più meritevoli. A Bari la cerimonia si tenne il 20 ottobre 1927, gli scout si riunirono segretamente per tagliare la bandiera Nazionale in striscioline che ripartirono fra loro, firmando ognuno un giuramento. Gli scout di Bari parteciparono per diverso tempo a gare di marcia a squadre, organizzate nella provincia, come squadra GEI. A Catania fu attivo un gruppo scouts clandestino, animato da Emanuele Scalici, fino al 1933, quando nel corso di una escursione morì in una tempesta di neve sull’Etna il giovane scout Cagni. A Pesaro, invece, si formarono i gruppi detti delle «Aquile Azzurre», di Rivalta e Perfetti, che protrassero le attività fino al 1940. Ai vari dirigenti e gruppi clandestini del CNGEI continuarono a giungere le lettere di Luigi Pirotta e di Roberto Villetti (“Papà Akela”), i quali ebbero in quel periodo una funzione di incoraggiamento e di guida morale. Nel 1929 il CNGEI clandestino partecipò al 3° Jamboree di Birkenhead, Arrowe Park, in Gran Bretagna. Facevano parte del contingente il Capo Scout Roberto Villetti, l’esploratore reale Paolo Savini, vice commissario della sezione di Bari, ed il capo reparto Cesare Musatti della sezione di Roma. Pure il ramo femminile dell’UNGVI, come per il ramo maschile, se pur per scopi diversi, continuò a vivere per qualche anno sotto altra forma e diversa denominazione, per realizzare pellegrinaggi nei campi della Grande Guerra. Nel 1927 per questo scopo fu fondata un’opera chiamata “Libere Escursioni ai Campi di Guerra” che fino al 1930 tenne ancora unite le giovinette volontarie.
La rinascita e storia d’oggiSolo alla caduta del regime fascista nel 1943 il CNGEI ed in seguito l’UNGEI poterono riorganizzarsi e riprendere le attività, nel 1944 nel meridione liberato e nel 1945 in tutta Italia. L’Assemblea, dei vecchi scout (i seniores), del 21 giugno del 1944 segna ufficialmente la ripresa delle attività del CNGEI in tutta Italia. Alla ripresa delle attività, i dirigenti del Corpo Nazionale accertarono che le Autorità del 1927 non emanarono nessun provvedimento legislativo per abrogare la Legge del 21 dicembre 1916 n. 1881, che eresse l’istituzione in Ente Morale, e che quindi per la legislazione italiana il CNGEI non aveva cessato di esistere. Il 21 novembre 1944 a Roma venne firmato tra l’ASCI e il CNGEI l’atto costitutivo della Federazione Esploratori Italiani seguito più tardi il 27 luglio 1945 dal ramo femminile scout, AGI e UNGEI, che diedero vita alla Federazione Italiana Guide ed Esploratrici. Le due federazioni furono ufficialmente riconosciute dai due movimenti mondiali. Nel 1945 nel CNGEI oltre alle tre classi giovanili (lupetti, esploratori e pionieri) sono previsti i Seniori. Anche l’UNGEI nel 1946 prevede, alle tre classi giovanili (primule, esploratrici e scolte), le Seniores (o Fiamme). Nel 1949 il CNGEI inquadrava i Seniores nella quarta classe dell’organizzazione scout. In questa classe erano riuniti gli iscritti di ambo i sessi dai 21 anni in poi. I Seniores erano raggruppati in Clan, uno per ogni località, con organizzazione finanziaria ed amministrativa propria al di fuori delle sezioni. Al primo Congresso Nazionale dei Seniores, del 2 e 3 giugno 1951, a Firenze nasce il Gran Clan Nazionale Seniores. Dal 18 dicembre 1954 il Gran Clan diviene “Clan Nazionale Seniores Scout Italiani”. Nel 1949 nel CNGEI iniziano le attività degli Scouts dell’aria a cui seguì l’organizzazione di un primo corso di cultura aeronautica scout, organizzato presso la Scuola di Guerra Aerea di Firenze – Cascine. Alla fine degli anni sessanta, evidenti difficoltà materiali e logistiche hanno bloccato lo sviluppo e le attività degli Scouts dell’aria all’interno dell’Ente. Nel 1953, a Lucerna, viene fondato l’Amicizia Internazionale degli Adulti Scout e Guide (oggi International Scout and Guide Fellowship) e il Clan Nazionale Seniores Scout Italiani fu uno dei membri fondatori. Tra la metà degli anni sessanta e settanta, lo scautismo laico vive una profonda crisi, relativa all’applicazione del metodo, conoscendo sconvolgimenti e defezioni.
La fusione con l’UNGEI e la trasformazione in Corpo Nazionale Giovani Esploratori ed Esploratrici Italiani
Con l’approvazione del nuovo statuto, il 26 maggio del 1976, con Decreto del Presidente della Repubblica, avviene l’unificazione totale del CNGEI e dell’UNGEI nel Corpo Nazionale Giovani Esploratori ed Esploratrici Italiani. Il CNGEI si orientò ad una sempre maggior qualificazione in senso laico e pluralista, ed inoltre applicò le seguenti scelte: democrazia partecipativa, coeducazione, scelta adulta e impegno civile. Inoltre, nello stesso anno, per motivi di politica associativa il Clan Nazionale Seniores Scout Italiani confluì nel CNGEI, e diede origine alla «Quarta Branca». Nel 1986 si eliminò la dicitura «Quarta Branca» sostituendola con quella di «Branca Senior». Dal 1992 non esiste più la branca Senior ma solo i Senior, per eliminare la confusione che il termine «Branca» poteva dare (continuità educativa, ecc…). Parallelamente ai Movimenti Mondiali, sono nate alcune organizzazioni federative ufficiali tra le associazioni scout e guide riconosciute, per meglio coordinare gli scambi di collaborazione internazionale, come l’Unione Internazionale delle Associazioni Scouts e Guide Laiche e Pluraliste di cui il CNGEI è membro fondatore.
Nel 1988 il CNGEI produsse il primo dei suoi documenti “pedagogici”: il Progetto di Formazione Spirituale, che indica come il CNGEI promuova la cura e lo sviluppo della vita spirituale interiore di tutti i propri soci che esclude la caratterizzazione e quindi la formazione confessionale. Nel 1997 il CNGEI produce un ulteriore documento, utilizzato come argomento d’esame in molti corsi di pedagogia all’Università, il Progetto Educativo Globale, in cui sono dettate le linee guida educative seguite dal CNGEI per perseguire lo scopo dello scautismo, ossia formare il Buon Cittadino. Nel 2001 viene istituito il Percorso Senior dell’adulto nel CNGEI. Infine nel 2004 è stata approvata la Carta di Identità associativa, che espone le caratteristiche e le scelte che il CNGEI persegue.
Caratteristiche La “Carta d’identità associativa”Lo scautismo CNGEI si caratterizza per le sue cinque scelte associative, così come delineate nella sua Carta d’Identità Associativa: democrazia, laicità, coeducazione, scelta adulta e impegno civile
Collegamenti con il movimento nazionale e internazionale ScoutIl CNGEI, che a livello internazionale si qualifica come SAGA (Scout and Guide Association, cioè associazione contenente al suo interno sia Guide e Scout) è membro, assieme all’Associazione Guide e Scouts Cattolici Italiani (AGESCI), della Federazione Italiana dello Scautismo (FIS) che a livello internazionale si qualifica come SAGNO (Scout and Guide National Organisation, cioè organizzazione nazionale composta da associazioni di Guide e Scout). Il CNGEI, attraverso la FIS, partecipa rispettivamente all’Associazione Mondiale Guide ed Esploratrici (AMGE/WAGGGS) e all’Organizzazione Mondiale del Movimento Scout (OMMS/WOSM). Il CNGEI è membro fondatore dell’Unione Internazionale delle Associazioni Scout Laiche e Pluraliste (UIPL). Ha fatto parte inoltre (in rappresentanza dei soci adulti), della Federazione Italiana Adulti Scout (FIAS) e tramite questa dell’International Scout and Guide Fellowship (ISGF/AISG).
Il metodo
Il metodo educativo scout è quello delineato dal fondatore dello scautismo Robert Baden-Powell, ispirato alla Legge e alla Promessa. L’offerta educativa CNGEI si ripartisce in tre branche, caratterizzate da specifiche fasce d’età:
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il Branco accoglie i Lupetti dagli 8 ai 12 anni
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il Reparto accoglie gli Esploratori ed Esploratrici dai 12 ai 16 anni
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la Compagnia accoglie i Rover dai 16 ai 19 anni
Dopo i 19 anni i ragazzi finiscono il loro percorso educativo e possono, volendo, proseguire nello scautismo come Senior, nel Clan o come capi educatori in unità. Sia per i senior nel Clan, sia per i capi educatori sono previsti corsi di formazione al ruolo, svolti da specialisti, e riconosciuti dall’Organizzazione Mondiale del Movimento Scout e dall’Associazione Mondiale Guide ed Esploratrici.
Tra le più importanti ricorrenze degli scout si segnalano:- la “Giornata del Pensiero”, 22 febbraio, genetliaco del fondatore del movimento Scout, Robert Baden-Powell e di sua moglie Olave Baden-Powell. Tale ricorrenza, riconosciuta da tutti gli scout del mondo, costituisce l’occasione per rafforzare il senso comune di appartenenza al movimento mondiale;
- il San Giorgio, 23 aprile, ricorrenza del patrono degli scout. In tale occasione le unità, i gruppi, le Sezioni provvedono o aderiscono all’organizzazione di particolari attività che diffondano la conoscenza dello scautismo sul territorio.
per maggiori informazioni: www.cngei.it
17 ottobre 2008 – A 90 anni dalla scomparsa il Cngei ricorda Carlo Colombo
“Qual’è dunque la finalità di questa istituzione? Lo scopo è duplice e nobilissimo: bastare a se stessi, affrancandosi da ogni dipendenza non necessaria, ad essere utili in massimo grado ai propri simili. Un ragazzo così educato non sarà mai di peso a nessuno, percorrerà la propria carriera, qualunque essa sia, come un forte cui le difficoltà e gli ostacoli mai non scoraggeranno”
Così Carlo Colombo presentava sul mensile “Lazio” nel marzo del 1913 la “sua” istituzione dei giovani esploratori. Nato nel 1869 a Oleggio, Carlo Colombo perse giovanissimo il padre e assunse il peso della famiglia. Conseguita la licenza liceale si iscrisse alla Facoltà di Medicina dell’Università di Torino, ove al terzo anno ottenne grazie al prof. Mosso, un posto come assistente straordinario nell’Istituto di Fisiologia, all’epoca uno dei più vivaci centri di ricerca scientifica e dove l’équipe del professore effettuava ricerche sulla pressione del sangue. Nel 1894 si laureava brillantemente; dallo studio delle leggi fisiologiche e delle applicazioni terapeutiche Colombo maturò l’idea della prevenzione fisica e giudicò utile dedicarsi a preparare nei giovani i forti cittadini del domani. Fu grazie a queste convinzioni che si dedicò allo studio di quel movimento giovanile che dall’Inghilterra si stava velocemente diffondendo in tutta l’impero britannico e oltre.
Effettuò pertanto un viaggio di studio in Inghilterra, dove ebbe la possibilità di incontrare Robert Baden-Powell, fondatore del movimento scout. Al suo rientro in Italia decise di creare un’organizzazione giovanile scout aperta a giovani di qualsiasi ceto sociale e confessione religiosa sull’esempio del modello inglese, ma apportandovi alcuni adattamenti di metodo e forma per renderlo più vicino alla mentalità e alla tradizione latina. Questa organizzazione è il Cngei, che pur modernizzandosi e adattandosi ai mutamenti del tempo è rimasto fedele al solco tracciato dal suo fondatore.
Coerente con il proprio impegno, nel momento più difficile della prima guerra mondiale, Carlo Colombo decise di partire per il fronte ottenendo d’essere assegnato quale medico di una Compagnia di Alpini. In prima linea sul Monte Zugna meritò la Medaglia di Bronzo al Valor Militare. Alla fine di agosto del 1918 il ministero lo richiamò a Roma per assistere al II Convegno Nazionale del Cngei. Tornò esaurito nelle forze a causa di un’infezione tifica che aveva contratto in trincea e che il 17 ottobre 1918 lo faceva salire alle Praterie del Cielo.
Carlo Colombo morì da soldato ma così scrisse dei suoi esploratori:
“I ragazzi esploratori potranno essere utili, anzi utilissimi, in guerra, ma non sono né saranno necessariamente dei soldati. In essi si vuole coltivare, nel modo più intenso, il germe del buon cittadino, anzi dell’eroico cittadino, ed a questo scopo servono i metodi della triplice educazione , armonicamente applicati, e cioè: educazione fisica, educazione psichica, educazione tecnica.”
A 90 anni dalla scomparsa i suoi ragazzi esploratori insieme alle ragazze esploratrici lo ricordano con gratitudine.