Giornata della Memoria


27/01/1945 – 27/01/2009

Se questo è un uomo

Voi che vivete sicuri Nelle vostre tiepide case, Voi che trovate tornando a sera Il cibo caldo e visi amici:

Considerate se questo è un uomo Che lavora nel fango Che non conosce pace Che lotta per mezzo pane Che muore per un sì o per un no.

Considerate se questa è una donna, Senza capelli e senza nome Senza più forza di ricordare Vuoti gli occhi e freddo il grembo Come una rana d’inverno.

Meditate che questo è stato: Vi comando queste parole. Scolpitele nel vostro cuore Stando in casa andando per via,

Coricandovi alzandovi; Ripetetele ai vostri figli. O vi si sfaccia la casa, La malattia vi impedisca, I vostri nati torcano il viso da voi.

Commenti

  1. Stefano Vitali scrive:

    Se è giusto ricordare la Shoah, è doveroso non dimenticare gli altri genocidi del passato che sono stati relegati in un angolo della nostra memoria.

    La storia del genere umano è costellata di massacri, persecuzioni e pulizie etniche che per efferatezza, numero di vittime e motivazioni ignobili non sono seconde al dramma ebraico. Eppure solo la Shoah trova ampio spazio nei libri, soprattutto di testo, e nella cinematografia, ci viene costantemente ricordata e solennemente celebrata.

    La stessa guerra mondiale con i suoi 55 milioni di morti, in maggioranza civili, è considerata un corollario al dramma ebraico.

    Il sospetto è che la Shoah sia utilizzata non tanto come monito alle future generazioni – se così fosse s’istituirebbe una giornata dedicata a tutti gli olocausti, anche recenti – quanto come strumento politico e ideologico a sostegno d’Israele, come attenuante e scudo per la sua politica repressiva condotta in Palestina.

    Il 27 gennaio vogliamo ricordare:

    · il genocidio del popolo armeno, un milione e mezzo di uomini, donne, vecchi e bambini scientemente eliminati dal governo turco nel 1915;

    · i dieci milioni di pellerossa massacrati dagli americani nel corso del XIX secolo a cui si aggiungono le vittime indigene della colonizzazione del Sud America e del Canada per un totale di circa 100 milioni di morti;

    · i quattordici milioni di africani prelevati dalla loro terre e resi schiavi dagli americani per essere utilizzati come animali da lavoro. A questi si aggiungono le vittime dell’Apartheid in Sud Africa;

    · i sette milioni di morti in Ucraina dal 1935 al 1937 a seguito delle carestie provocate intenzionalmente dal regime stalinista in quello che era considerato il granaio d’Europa;

    · i quattro milioni di civili vittime dei bombardamenti terroristici alleati in Italia e Germania;

    · i tre milioni di civili massacrati per vendetta dall’Armata Rossa in Prussia, Slesia e Pomerania sul finire del secondo conflitto mondiale;

    · le vittime dei bombardamenti nucleari di Hiroshima e Nagasaki, inferti dagli Americani al solo scopo di testare i nuovi ordigni, quando il Giappone aveva già avviato le trattative per la resa;

    · i tre milioni di vittime civili dell’Armata Rossa nell’occupazione sovietica dell’Afghanistan a cui si aggiungono i morti dell’attuale occupazione americana;

    · i due milioni di cambogiani (su sei di abitanti) morti nel loro Paese trasformato dai Khmer Rossi in un immenso campo di concentramento;

    · le vittime decedute per fame e torture nei gulag comunisti di tutto il mondo (compresa la Cina con la quale l’Italia e l’Occidente intrattengono ottimi rapporti d’affari), stima oscillante fra i 200 e i 300 milioni di persone;

    · i desaparecidos, vittime della repressione anticomunista dei regimi filoamericani in Argentina e Cile e le migliaia di scomparsi per mano dei regimi golpisti in Grecia e Turchia negli anni ‘70;

    · i massacri in Ruanda, Etiopia, Congo e nel resto dell’Africa centrale per motivi tribali. In quei Paesi, una volta autosufficienti, manca il cibo, ma non le armi fornite a piene mani dagli occidentali che condizionano e sostengono i peggiori regimi dittatoriali per controllare i ricchi giacimenti minerali;

    · le vittime della persecuzione anticristiana nel Darfur e nei paesi islamici. In Sudan i cristiani uccisi dalla bande schiaviste ammontano ad oltre due milioni.

    E l’elenco continua…

    Se anche queste sono vittime innocenti della barbarie umana perchè non dedicare anche a loro una giornata della memoria? Sappiamo che sarebbe impraticabile istituire un giorno per ogni evento (probabilmente non basterebbero i giorni del calendario) potremmo allora abolire tutte quelle ricorrenze di chiaro sapore politico – 27 Gennaio, 10 febbraio e 25 aprile – e sostituirle con un’unica grande e solenne ricorrenza dedicata a tutti gli olocausti del mondo e della storia. Sarebbe il modo migliore per ricordare senza discriminare.

  2. Gianfranco scrive:

    Caro Stefano,
    e come non dimenticare le decine di migliaia di etiopi e di libici assassinati dal nostro esercito durante le guerre coloniali, o il nostro contributo a riempire le foibe quando l’Italia dascista credeva di vincere la guerra e prima che iniziasse la barbaria titina, o le decine di migliaia di morti causati dai bombardamenti nazisti in spagna e in inghilterra…..
    No. Credo che questa sia una strada sbagliata. La Shoà ha un altra dimensione. Viene da lontano, persino dal fondo della nostra coscienza, e tende a riaffiorare. Bene la condanna della violenza e della guerra, ma il mito del “destino manifesto” (la strage dei nativi del nord america) ha altra portata e valenza dal genocidio degli ebrei perpetrato dal nazismo e supinamente accettato, tollerato, a volte negato o giustificato da troppi. Capisco che questo come altri fenomeni da te citati vengono spesso utilizzati a scopi di parte, ma noi scout dobbiamo saper guardare alla sostanza delle cose. E l’olocausto è un orrore infinito.

  3. Diego scrive:

    Gianfranco, scusa ma Stefano parlava di tutti i massacri, quindi anche quelli che tu hai puntualmente ricordato.
    inoltre non comprendo, io sono scout e guardo alla sostanza delle cose come tu dici, per me un uomo è uomo a prescindere dalle sue ideologie politiche o dal colore della pelle o dalla sua religione, e mi viene la pelle d’oca leggere che per te la morte di nostri fratelli non è un delitto ugualmente condannabile, qualsiasi barbaria o genocidio è un orrore infinito e non solo l’olocausto.
    Quando forse vedremo veramente le cose nella sostanza ci accorgeremo di questo, intanto mi rimane un amarezza nel constatare che per molti di noi gli uomini non hanno gli stessi diritti, nemmeno nel ricordo.
    Diego

  4. stefano FSE Albino 1° scrive:

    … non capisco, per quale ragione l’olocausto ebraico è un orrore infinito ed ha un’altra portata e valenza rispetto agli altri genocidi? Hanno forse sofferto di meno gli zingari ed omosessuali imprigionati nei lager nazisti? eppure anche loro erano li perchè appartenenti ad una razza, o ad una comunità particolare…

  5. gianfranco scrive:

    Forse perchè l’olocausto non era derivato da ragioni prevalentemente economiche. Forse perchè non era un atto di guerra. Forse perchè non era dettato da una fase contingente della politica. Forse perchè non mirava ad eliminare avversari politici o pericoli per il potere. Forse perchè veniva da lontano. Forse perchè a praticarlo era un popolo “civile”. Forse perchè gli assassini non erano dei pazzi. Forse per la sua vasta rete di consensi e convivenze. Forse perchè ancora oggi c’è chi cerca di negarlo o comunque attenuarlo. Forse perchè è riuscito a concentrare e documentare in pochi anni il maggior numero possibile di orrori. Forse perchè ci mostra chiaramente cosa è capace di fare un essere umano verso un suo simile.
    Ed è vero che lo hanno subito anche gli zingari e vari altri, giudicati inferiori agli esseri inferiori, e quindi indegni di sopravvivere.
    Ma non confondiamo. L’uccisione di esseri umani, dall’infanticidio all’effetto collaterale, è un crimine orrendo e a mio parere è difficilmente giustificabile. Ma l’olocausto a mio parere si pone su un altro livello.

  6. Gianfranco scrive:

    Forse perché non aveva obiettivi prevalentemente economici. Forse perché non era dettata da atti di guerra o di difesa. Forse perché non faceva differenza di sesso, di età, di religione o di fede politica. Forse perché non mirava a eliminare avversari politici veri o presunti o pericoli per il potere. Forse perché è stato concepito e perpetrato nel cuore stesso della civiltà europea. Forse perché le sue radici vengono da lontano. Forse perché ha avuto grandi consensi e grandi connivenze. Forse perché in pochi anni ha concentrato e documentato un numero immenso di orrori. Forse perché ha dimostrato in pratica cosa è capace di fare un essere umano a un altro essere umano. Forse perché i suoi autori non erano pazzi. Forse perché ancora oggi c’è chi nega o attenua.
    Ed è vero che l’olocausto nazista lo hanno subito anche altri, come gli zingari e gli “esseri inferiori” giudicati indegni di vivere anche come schiavi, e credo che ne facciano parte a pieno titolo. Ma non confondiamo. L’uccisione di un essere umano, si tratti di un infanticidio, di un esecuzione capitale, o di un effetto collaterale, è sempre un crimine orrendo e difficilmente giustificabile. Secondo me l’olocausto si pone decisamente su un altro livello. Ed è per questo che è giusto tenerne viva la memoria . Possibilmente senza strumentalizzarlo troppo come del resto rischia di avvenire con la Marcia della Pace ed altre iniziative. Ma questo forse esce dalle nostre possibilità.

  7. damiano iglesia6 scrive:

    ma si ricorda…x far capire alle persona di nn cometere lo stesso errore….però sta rinascendo…

  8. Stefano FSE Albino 1 scrive:

    Forse… Gianfranco non hai risposto alla mia domanda..
    le tue osservazioni si applicano perfettamente a qualsiasi genocidio avvenuto nella storia dell’umanità…
    Ripeto, e sempre più convinto: non esistono morti di serie A e serie B (anche se vogliono farcelo credere)!!!

    Buona Strada
    Stefano R+S
    FSE Albino 1°

  9. Mi sembra che l’argomento non fosse l’omicidio (intenzionale o preterintenzionale) ma la Shoà. E sono d’accordo che non esistono morti di serie A e serie B . Personalmente sono anche convinto che in un mondo civile la stessa pena di morte sia un orrore, verso chiunque e comunque venga applicata. Ma, come avrai capito, ritengo che l’Olocausto abbia un altro significato rispetto, per esempio, alle morti bianche, o alla morte per fame nel terzo mondo. E siccome vi è chi direttamente o indirettamente cerca di minimizzare o rimuovere, penso sia bene ricordare, perchè non si ripeta in vecchie o nuove forme. Secondo me il rischio è reale. Sarebbe il colmo se in Israele la difesa del diritto ad avere un proprio stato e a vivere in sicurezza si trasformasse in un razzismo e una persecuzione verso coloro che reclamano a loro volta lo stesso diritto. Però, vedi, anche in questo caso i nazisti non si sentivano minacciati dalla presenza degli ebrei.

  10. tarcisio scrive:

    Si è vero tutti i genocidi sono da condannare e dobbiamo imparare a non distinguere tra morti “giusti” e delitti, cosa che ci hanno oramai addomesticato a fare. Quante volte prima di condannare un assassinio ci vien la voglia di guardare, se così si puo dire, la sua targa e/o quella del morto. Data l’età ricordo le discussioni negli anni di piombo: alcuni dovevano essere solo “compagni che sbagliano” altri restavano solo biechi assassini, e/o viceversa.
    Come non ricordare che l’Irlanda ha oggi, dopo oltre un secolo e mezzo, solo poco più della metà degli abitanti che aveva nell’800, vittime della carestia delle patate, c’è che dice procurata o per lo meno non alleviata dal ‘padrone’ britannico?
    Penso che per la Shoah la differenza principale sia la volontà dichiarata e programmata di sterminare completamente un popolo da parte di un governo. Certo i Progrom c’erano anche nell’URSS ma erano più “occasionali” come anche per i Tartari di Crimea, i tedeschi del Volga, i Ceceni, ecc. spostati in una notte da Stalin. La Shoah ricorda la dichiarata ed attuata volontà di sterminare tutti a tutti i costi.
    Son d’accordo dovremmo partendo dalla Giornata della Memoria ricordare, per lo meno noi ai nostri ragazzi, che ci son stati e putroppo continuano ad esserci, stermini enormi, e da educatori alle scelte senza cadere nella trappola di distinguere i “colori”; le vittime son sempre e solo vittime; gli aguzzini son sempre e solo aguzzini.
    E putroppo sembra che spesso la storia sia sempre all’anno zero: Hutu, Tutsi, Pigmei, Neri nel Darfur, Tamil, Curdi, ecc. ecc. Mai come in questi anni liberi dal Terrore Nucleare, se poi siam liberi, si vedon stermini quotidiani che durano decenni,.. quante volte i sogni son divenuti utopie.
    Buon Cammino

  11. Diego scrive:

    Scusate, ma far credere che i gulag o i pogrom fossero “occasionali” è una bestialità mostruosa……
    Così come il credere che ragioni economiche, politiche, sono un attenuante.
    I genocidi sono tutti da condannare senza ma e senza se e nessuno è più importante degli altri, ma tutti fanno parte della brutta storia dell’uomo.
    Invece imponendo una falsa scala di importanza rimanendo schiavi delle ideologie del ‘900 non riusciremo mai ad evitare che la barbaria umana venga cancellata, perchè rimarrà sempre un se e un ma.

  12. tarcisio scrive:

    Chiedo scusa non intendevo sminuire nessun crimine, come mi sembra di aver più volte ecritto, anzi sostengo che è un errore creare scalette d’importanza come talvolta è successo e succede.
    L’uso del termine “occasionale” messo fra virgolette era solo per, a mio modesto parere, far notare la diffrenza tra la shoah dagli altri genocidi, senza sminuire la gravita di alcuno.
    Son d’accordo che si deve sempre ribadire che un crimine è un crimine senza giustificazioni di sorta sempre.

  13. Laura scrive:

    Leggendo le vostre preziose riflessioni, non posso fare a meno di condividere con voi una mia piccola esperienza. Sto seguendo il corso dei 10 comandamenti, non so se ne avete mai sentito parlare. In un incontro, si parte dal racconto biblico della torre di Babele. Cercando di andare oltre il senso apparente delle parole, si scoprono aspetti nuovi e che si collegano alla storia dell’umanità. Primo Levi, nel suo libro “Se questo è un uomo”, cita proprio questa torre, che diventa segno di progetti costruiti da uomini che mettono al primo posto un idolo, piuttosto che Dio. E in nome di questo idolo schiacciano altri uomini, giungendo persino a compiere sacrifici umani. Di torri di Babele nella storia ce ne sono tante: tutte accomunate dal disprezzo per Dio e per l’uomo, due facce della stessa medaglia. Spero che possiate anche voi ascoltare la Parola dei dieci comandamenti. Buona strada.