Diritto al cibo
“Diritto al cibo” è la campagna di informazione e sensibilizzazione promossa da Ctm altromercato
Rispettare la biodiversità, aiutare lo sviluppo delle piccole economie locali del Nord e del Sud del mondo, scegliere un modello di alimentazione e di consumo responsabile. Tu puoi orientare il mercato, insieme possiamo ridurre il numero di persone a cui è negato il diritto al cibo.
Il diritto al cibo è il diritto umano fondamentale e precondizione del diritto alla vita. È nella Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e al primo posto degli Obiettivi del Millennio delle Nazioni Unite: riduzione della metà del numero di persone che soffrono la fame entro il 2015.
Nonostante ciò, oggi più di 920 milioni di persone vivono con meno di 1 $ al giorno e per questo non hanno denaro a sufficienza per comprare il cibo che serve loro a sopravvivere. Ciò non è dovuto alla carenza di alimenti, ma al fatto che il cibo non è accessibile: costa troppo rispetto a quanto le persone guadagnano ogni giorno. Le cause della fame quindi non sono nella natura ma nei disequilibri del commercio internazionale e nelle scelte delle politiche agricole che sono state prese in questi ultimi decenni.
Con la campagna Altromercato “Diritto al cibo” il commercio equo e solidale rivendica il proprio ruolo di soggetto politico attivo impegnato a far conoscere le cause della fame e a proporre soluzioni concrete, in rete con tutti gli altri protagonisti dell’economia che credono in un’agricoltura ed un mercato del cibo diversi da quelli attuali.
Il paradosso
A soffrire la fame sono soprattutto coloro che vivono nelle aree rurali e lavorano per produrre quello che arriva sulle nostre tavole. Questo è il frutto di un mercato delle materie prime agricole fortemente improntato alla specializzazione produttiva e all’esportazione, che ha smantellato i sistemi agricoli locali.
La sovranità alimentareIl diritto delle persone al cibo è strettamente legato al diritto dei popoli, delle comunità e dei Paesi di definire le proprie politiche agricole, alimentari e di lavoro in modo ecologicamente, socialmente, economicamente e culturalmente appropriato alle proprie situazioni specifiche. Il diritto delle persone al cibo, in altre parole, può essere garantito soltanto in un contesto di sovranità alimentare. Garantire il diritto dei popoli e delle comunità alla sovranità alimentare significa mettere chi produce, distribuisce e consuma alimenti al centro dei sistemi e delle politiche alimentari e al di sopra degli interessi dei mercati e delle imprese.
Grazie al commercio equo e solidale, in primo luogo riesco a sopravvivere come agricoltore. Non soffro più la fame, i prezzi che mi vengono garantiti sono stabili ed equi – una cosa che con la maggior parte delle altre aziende non accade – e le esigenze qualitative sono superiori. Ho servizi adeguati, pozzi per l’acqua potabile, stabilimenti puliti. Ho cambiato molte cose e posso vivere più serenamente.
Coltivatore di El Guabo, Ecuador
per informazioni: www.dirittoalcibo.it
Eh già, chi produce affinchè noi possiamo nutrisrci viene pagato uno straccio, chi vende il triplo se non di più.
E poi la seconda cosa che non mi va giù è la questione sull’acqua: anche l’acqua è un diritto, ma come fare affinche l’abbiano tutti?
Limitarne il consumo con delle tasse particolari per limitare gli sprechi in modo tale però da sfavorire coloro che nn hanno un alto reddito o fornire acua gratis a tutti favorendo sicuramente gli sprechi ma perlomeno garantirla a tutti?