Fazzolettone mio


Pregare al ritmo della vita

Fazzolettone mio L’altra mattina frugavo nei cassetti del mio armadio. Tra le mille cose inutili ho ritrovato il mio fazzolettone, povero straccio scolorito. L’avevo totalmente dimenticato e lasciato troppo solo. Avrei volentieri chiuso immediatamente il cassetto e sarei scappato subito. Invece ci ho ripensato. Fazzolettone mio, a strisce blu e rosse, hai disturbato la mia giornata; hai intralciato la mia vita; sei riapparso per rimettere tutto in discussione. Avevo chiuso nel dimenticatoio della coscienza il mio passato scout perché ho troppa paura di buttarmi; perché ho paura di dire sì, un sì che richiede altri sì; perché ho paura di uscire dal mio egoismo ed aprire le mani alla generosità. Fazzolettone mio, sei stato lo stendardo che ha guidato la mia crescita. Eri bello e luminoso, il giorno della e ti portavo con grande fierezza. Eri la mia ‘coscienza’ e mi hai insegnato che la Legge degli non va vissuta solo quando si fa attività, ma in ogni momento della vita. Eri presente, quasi come un ‘grembiule’, quando facevo servizio alla mensa dei poveri. Eri sempre lì, come ‘testimone coraggioso’, quando attraversavo la città con il bus e la gente mi prendeva in giro. Eri come un ‘anello’ intrecciato con i fazzolettoni del Gruppo per ricordarmi che la è una, fatta di tanti fratelli. Oggi ti ho ritrovato, vecchio amico. Mi hai ricordato il nostro passato. La nostra strada insieme è stata luminosa. Hai ragione tu. Voglio ripartire con te attorno al collo, per dire di sì, il sì della mia promessa rinnovata; per scegliere la generosità; per dare senza pensare a me; per servire. Grazie, fazzolettone mio, mi hai ridato la voglia di mettermi in gioco! Padre Stefano dell’ di Sant’Antimo