L’offensiva cattolica anti Halloween
Non cambia il giudizio su Halloween, insomma, ma la strategia. «Dalla fase di critica si è passati a iniziative per riscoprire il significato di Ognissanti»…
Treats or tricks, dolcetti o dispetti? E sabba da discoteca, vestiti da menagramo, zucche ghignanti. C’è chi, come il compianto vescovo Alessandro Maggiolini, con saggezza gastronomica osservava che «le zucche sono buone per farci i tortelli». Il cardinale Carlo Maria Martini fu tra i primi, anni fa, a notare desolato che «questo tipo di feste è estraneo alla nostra tradizione, a valori immensi come il culto dei defunti che apre la speranza all’eternità».
Il più duro è stato il cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato vaticano, nel pieno della polemica sui crocifissi nelle scuole: «L’Europa del terzo millennio ci lascia solo le zucche e ci toglie i simboli più cari! No, Halloween non mi piace per niente, anche se arrivo dalle parti di Vercelli e mi piacciono i Celti…».
Festa pagana, festa consumistica, festa aliena: no, decisamente alla Chiesa non è mai piaciuto quel carnevale lugubre alla vigilia («Eve») di Ognissanti(«All Hallows»). Eppure non tutti i dispetti vengono per nuocere. Con buona pace dei rosarioni «riparatori» organizzati ogni anno contro «il capodanno di Satana» – secondo la sobria definizione del Gruppo di ricerca sulle sette di Imola – si fa strada l’idea che le zucche, tutto sommato, abbiano funzionato come «una provocazione provvidenziale», sorride monsignor Domenico Pompili, portavoce della Cei. Così a Genova, dov’è arcivescovo il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, il Museo della diocesi ha ideato per sabato un itinerario nel centro storico alla riscoperta delle tradizioni, dal Chiostro dei Morti alle raffigurazioni pittoriche dei santi, con tanto di dolcetti autorizzati dalla nostra storia: come le «fave dei morti» fatte con pasta di mandorle, vaniglia e cioccolato.
E intanto i «papaboys» del progetto «Sentinelle del mattino» (sentinelledelmattino.org), creato da don Andrea Brugnoli, hanno lanciato via Internet e Twitter la festa di «Holyween», la notte dei santi: la sera del 31 ottobre, alla faccia di «streghe e zombie», invitano parrocchie e cittadini a esporre alle finestre le immagini di santi e beati, da Padre Pio a Madre Teresa e Chiara Badano. Parteciperanno almeno trenta città, da Torino a Palermo, e in comuni come Pordenone, Ravenna, Padova e Città di Castello una chiesa rimarrà aperta nella notte. Tra l’altro la mattina dell’1 novembre, a Roma, si corre la terza edizione della «Corsa dei santi», maratona benefica organizzata dai salesiani.
Non cambia il giudizio su Halloween, insomma, ma la strategia. «Dalla fase di critica si è passati a iniziative per riscoprire il significato di Ognissanti», spiega monsignor Pompili. «Del resto, la memoria dei defunti riceve significato dalla festa dei santi che la precede: nulla di triste o lugubre, perché i morti sono coloro che ci hanno preceduto nel cammino verso la vita eterna…».
Gian Guido Vecchi
Il mercato impone modelli che hanno come unico scopo di spingere a consumare in modo acritico. E al mercato nulla interessa di quanto accade nell’intimo della persona. Purtroppo molti, troppi cristiani si adeguano senza alcun atteggiamento critico.
Al di là che io personalmente non festeggi halloween trovo insopportabile che qualcuno (i soliti) condanni una festività che qualcun altro festeggia.
Oppure che indica delle contro-iniziative.
Seminatori d’odio, vi chiamo io.
Coltivatori di intolleranza che non siete altro.
Non era forse la libertà di coscienza il vero regalo del Cristo? E allora, se non festeggiate halloween, lasciatelo festeggiare agli altri.
Mica organizzo un anti-iom kippur.
Evientemente, questi signori dall’alto della loro conoscenza divina si sono dimenticati del trattato sulla tolleranza di John Locke, uno dei padri dell’occidente, quindi dentro la nostra cultura.
Sempre non siamo diventati una teocrazia simil-mediorientale.
Caro Zero (è il tuo vero nome? ) , io non combatto contro Halloween : lo lascio festeggiare in santa pace a chi vuole. Io combatto la situazione di chi, non sapendo trovare altro per divertirsi, trova la soluzione di cercare di far ridere facendo paura. Io la paura la conosco davvero perchè sulla mia testa, a Coriano di Rimini, caddero ben 74.000 bombe , durante il passaggio della Linea Gotica. Per tale motivo, dico che è bene organizzare feste simpatiche, ben fatte , allo scopo di non avere bisogno di indire questo tipo di festa.
D.Romano Nicolini 339 84 12 017
Giudichi ciò che dico dalle mie parole e non dal nome che uso per riempire la barretta richiesta.
Con tutto il rispetto per la Sua esperienza, non capisco che c’entri.
Ritengop sinceramente che esorcizzare la paura (quella di fantasia, perchè immagino lei comprenda la differenza tra Frankenstein e 74000 bombe), faccia bene e possa per alcuni essere divertente.
Inoltre, non mi ha risposto in maniera esauriente: dato che ci si ostina a difendere la nostra cultura occidentale, non trova giusto difendere anche il trattato sulla tolleranza di J. Locke?
Trovo profondamente ingiusto che qualcuno organizzi “anti-feste”, lo trovo molto offensivo, e grossolano.
Come troverei grossolano e offensivo se la UAAR organizzasse un “antinatale”, in cui non si festeggia la nascita di nessuno, chiedo allo stesso modo il rispetto da parte dei “pii” cristiani (anche se spesso l’unione atei agnostici è molto più tollerante).