Papa Francesco, la forza della spontaneità
Che sarà un Papa amatissimo è apparso chiaro sin dal primo messaggio destinato alla piazza gremita di fedeli, giunti in Vaticano per salutare la sua elezione. E Francesco I sembra destinato a non deludere l’affetto e le speranze che il grande popolo della Chiesa ripone in lui.
Nell’Angelus di ieri ha confermato la sua capacità di andare dritto al cuore della gente. Con parole chiare, semplici, schiette e atteggiamenti che prendono le distanze dai dettami più rigidi del protocollo. <Pregate per me>, continua a chiedere con sincera umiltà a quanti gli si accostano in cerca di una benedizione. Attraverso i suoi discorsi porge saluti informali e auguri di buon pranzo.
Frasi che rivelano una grande umanità e desiderio di autentica vicinanza alle anime che il suo compito di pastore lo chiama a guidare. Francesco parla di un Dio che perdona sempre e comunque, come un padre buono, paziente, pronto ad accogliere incondizionatamente le nostre miserie. E mentre pronuncia queste parole il suo stesso volto appare proprio come quello di un padre di cui fidarsi e a cui affidarsi, perché è evidente che tra le sue categorie mentali rientra la sospensione di ogni giudizio.
Così papa Francesco si prepara a diventare un riferimento morale per chi ha voglia di credere e di rispecchiarsi in un qualcosa di sinceramente pulito in tempi così bui.