Arrivare fino a Lourdes… per una firma


Arrivare fino a … per una firma.
(Ma ne è valsa la pena).

Eccoci di ritorno da Lourdes, una settimana di sicuro indimenticabile.

Staccare la spina dalla quotidianità, dai ritmi sempre più caotici della società in cui ci immergiamo ogni mattina e ritemprare non solo il corpo, ma anche lo spirito in quell’atmosfera quasi surreale che si respira in tutta la zona sacra di Lourdes, è un’emozione talmente “personalizzata” tanto da non poterla descrivere.

Certo i primi giorni son trascorsi timidi e un po’ impacciati, ma poi entrare nelle vesti del quasi perfetto “volontario”, quello instancabile che non si lamenta mai, se fa freddo o se fa troppo caldo, grondande di sudore, ma sempre pronto a dire “eccomi” le mie braccia, ma anche i miei piedi, le mie gambe, sono a disposizione, riempie il e l’anima e ti fa sentire davvero “utile”.

Eh sì, le gambe, perché è questo che mettevamo a disposizione a Lourdes, le nostre gambe per tutti quelli che non sono autonomi negli spostamenti…e via a gran risate con chi è affidato a queste “gambe” sull’unico mezzo di trasporto utilizzabile, la carrozzella, per andare su per la “via della ” e “sui passi di Bernadette”, partecipare al flambeau, alla celebrazione eucaristica davanti la grotta o al rosario dei giovani “e non”. Ogni tanto fare una capatina ai negozietti per i rituali acquisti dei souvenirs, ed anche in questo c’è voglia di relazione, aiutarli nelle scelte dei ricordini, confrontarsi su quelli che saranno i cimeli per un ricordo di quel luogo consacrato.

Vedere, nonostante i loro limiti, tutti quei sorrisi spontanei, quella gioia contagiosa che come un’onda che abbraccia tutti e tutto, senza lasciare nessuno in disparte, ascoltare le loro storie è un susseguirsi di emotività spontanea. Come dimenticare Giovanni con i suoi racconti di adolescente, o Luciana che lì ha trovato anche il fidanzato, e Pietro che ormai vede solo attraverso gli occhi dell’anima…e poi c’è Aldo che da quella barella sembra ringraziare tutti della loro presenza attraverso solo il suo sguardo.

Questo scenario è servito ai ragazzi del “Perfecta Letitia” del gruppo scout Matera 2 a meditare sul perché delle loro scelte e all’impegno che di lì a poco avrebbero preso, perché è lì, davanti a quella “grotta”, e come testimone Nostra Signora di Lourdes, che hanno scelto di apporre la firma sulla Carta di Clan per suggellare il loro “” nella propria vita.

Questa esperienza è servita a tutti, anche se il primo giorno non si riusciva a capire bene quale fosse la nostra collocazione, ma tutti, dopo l’esperienza della “carrozzella”, erano d’accordo su una sola cosa : dare a chi è meno fortunato di noi è una cosa meravigliosa, ricevere anche solo un sorriso è un’emozione indescrivibile, tanto da non poter essere generalizzata, ad ognuno di noi quella settimana ha lasciato un segno vivo e indelebile in modo diverso nei nostri cuori.