La tragedia del Vajont, cinquant’anni dopo.
Con il simbolico passaggio di testimone tra i soccorritori di allora e quelli di oggi, si è conclusa domenica 15 settembre la tre giorni di commemorazioni organizzata in Veneto nel cinquantennale del disastro che provocò 1910 vittime. Migliaia di volontari hanno preso parte agli appuntamenti organizzati a Longarone (Belluno) per ricordare le vittime della catastrofe, ma anche mettersi alla prova, rodando meccanismi e procedure per essere pronti di fronte a nuove emergenze.
Proprio questo aspetto, di prevenzione, preparazione e formazione dei nuovi soccorritori, ha dato il senso all’esercitazione nazionale “Nord-Est 2013”, promossa da Dipartimento di Protezione Civile, Regione Veneto e Regione autonoma Friuli Venezia Giulia, insieme con le provincie autonome di Trento e Bolzano. L’obiettivo è stato mettere alla prova la capacità di risposta in emergenza delle componenti e delle strutture operative del Servizio Nazionale di Protezione Civile, a livello centrale e periferico, in uno scenario sismico simulato dopo un sisma di magnitudo 5.8, con epicentro a Tambre (Belluno).
L’AGESCI Veneto è stata in prima fila: ha operato nei centri di coordinamento dei soccorsi dislocati sul territorio e anche in quello centrale, la sala operativa della Regione Veneto adibita a Direzione di comando e controllo. Una trentina i capi impegnati, la maggior parte distribuiti nei punti strategici del Centro di Coordinamento Soccorsi a Belluno e nei Centri Operativi Misti di Trichiana e Puos d’Alpago, oltre che nel Centro di Coordinamento Comunale di Belluno. Sette di loro hanno operato anche a Venezia, nella sala operativa del Coordinamento Regionale in Emergenza della Regione Veneto, incaricati di gestire la Funzione 4 (Volontariato) a fianco di enti, funzionari e dipendenti della Regione. Presenti in tutti i luoghi dell’esercitazione capi di dieci zone: Vittorio Veneto, Treviso, Scorzé, Venezia Isole, Mestre, Castelfranco, Padova Collemare, Vicenza Piccole Dolomiti, Verona Monte Baldo e Rovigo.
Una verifica con il bilancio finale dell’esercitazione avverrà, come spesso accade in questi casi, in un contesto di sistema, assieme alle altre associazioni, istituzioni e componenti di Protezione civile coinvolte dall’evento. Ma la ricchezza della presenza AGESCI nei centri nevralgici di un’emergenza, benché simulata, ha già dato indicazioni positive anche in ottica di impieghi futuri: in particolare è stato apprezzato il nuovo programma di accreditamento dei volontari e di gestione delle squadre sul campo, approntato in tempi record dalla Pattuglia regionale di Protezione civile e che ha permesso, valutato positivamente sia dalla Regione Veneto che dal Dipartimento nazionale, di registrare in velocità i volontari presenti di tutte le associazioni di volontariato e impiegarli nei diversi ruoli, squadre e centri di coordinamento in poche ore dall’inizio dell’emergenza. Un sistema creato dagli scout ma non per gli scout soltanto e messo a disposizione delle istituzioni incaricate di gestire un’emergenza e che sembra aver funzionato, permettendo un accreditamento veloce dei soccorritori e quindi un’immediata fruizione degli stessi in ottica di assistenza alla popolazione.