Il mio incontro con papa Francesco
Il mio incontro con papa Francesco
Per ricordare il cinquantesimo anniversario dell’elezione del papa bresciano Paolo VI, il vescovo di Brescia aveva chiesto, per i bresciani, un’udienza privata da Papa Francesco.
Io sono uno scout del gruppo Brescia 11 e il nostro capo, Gianandrea Bonometti, ha deciso di partecipare a questa udienza con gli scout e con i loro parenti che volevano venire. Allora mi sono detto: “Perché non ci vado anch’io?” e quindi mi sono organizzato con la mia famiglia.
Il 22 giugno 2013 siamo arrivati nella Basilica di san Pietro a Roma e c’è stata la Santa Messa celebrata dal nostro vescovo. Dopo siamo stati in attesa di Papa Francesco ed abbiamo cominciato ad applaudire quando è arrivato. Lui ci ha parlato di papa Paolo VI e dei tre aspetti fondamentali del suo insegnamento: l’amore verso Dio, verso la Chiesa e verso l’Uomo.
Salutando tutti come fratelli, si avvicinava a noi che siamo in carrozzina e mi sono stupito perché non pensavo che ci salutasse così da vicino perché c’era tantissima gente. Aspettavo il mio momento per salutarlo e, quando si è avvicinato a me, vedendolo come nostro fratello, ho spalancato le braccia e ci siamo stretti in un abbraccio, durato tanto, che mi è sembrato più lungo rispetto agli altri. Mi sono emozionato moltissimo che non riuscivo neanche a parlare.
Dopo il lungo abbraccio ci siamo guardati intensamente negli occhi molto da vicino e in quell’incontro ho sentito la fratellanza in Cristo. Il Papa poi mi ha benedetto sulla fronte e mi ha fatto una carezza. Ho sentito l’emozione che mi ha trasmesso e mi pareva che anche lui fosse contento.
Poi da scout ho donato il mio fazzolettone che ho da quando ero lupetto, e pensavo che se lo mettesse addosso e non l’ha fatto, ma non fa niente. Ho riflettuto, alla fine, che a fermare il fazzolettone c’era una striscia di cuoio su cui c’era scritto “Francesco” ed il rosario basco che era del fazzolettone scout di mio padre.
Il Papa in un primo momento si è stupito che glielo donassi e mi ha chiesto se era per lui ma poi lo ha accettato e lo ha preso con un sorriso. Io ero così emozionato che non riuscivo a dire niente e allora mio padre gli disse: “Da Francesco a Francesco” perché mi chiamo come lui.
Poi è andato a salutare gli altri.
Dopo, fuori dalla basilica, ho saputo che tutti gli amici, che erano venuti con me, sapevano che avevo donato il mio fazzolettone al Papa, cosa che nessun altro aveva mai fatto nella storia dello scoutismo.
Ma io ero così contento soprattutto perché questo incontro mi ha fatto capire che siamo tutti fratelli e sorelle e abbiamo lo stesso obiettivo di seguire il Signore.
Inoltre ho imparato che, per arrivare ad un obiettivo, si deve essere veramente convinti per raggiungere la meta.
Francesco Raggi
AGESCI Brescia 11