Se non diamo fastidio non siamo scout


SE NON DIAMO FASTIDIO NON SIAMO SCOUT
Educare: il modo più rivoluzionario per cambiare il mondo.

Stavolta hanno tentato di dare fuoco ad un container forzando una finestra e gettando dentro liquido infiammabile. Per fortuna le fiamme non si sono propagate oltre la prima stanza interessata, ma il container al momento non è utilizzabile… Si tratta dell’ennesimo episodio anche se finora non si erano spinti a tanto“. Queste le parole di Salvo Caruso, capo clan del Paternò3, il gruppo scout oggetto di un atto di vandalismo nella loro .

Il tentativo d’incendio, la ferma risposta dei capi di quel gruppo e la grande di tutti gli scout siciliani e non siciliani ci porta a riflettere su quanto davvero incida lo scoutismo nel e quanto possa “mettersi in mezzo” nei rapporti del contesto sociale in cui è presente. Non è questo il primo e nemmeno sarà l’ultimo atto di vandalismo che subisce una sede scout; a questi atti si aggiungono l’aria di sufficienza della gente verso le attività, l’indifferenza delle istituzioni, fino ad arrivare alle vere e proprie minacce ai capi che operano in territori difficili dove spesso lo scoutismo è l’unica realtà educativa presente.

Continua Salvo: “in questo giorno particolare, mentre ricordiamo un altro scout ( Diana, ucciso dalla ndr) che ha pagato con la la sua doppia uniforme di Sacerdote e Capo Scout, mi viene in mente che portarla, questa uniforme, volenti o nolenti, ci espone in prima linea. Perché educare è forse il modo più radicale e rivoluzionario di cambiare il mondo. E se a volte noi stessi, presi da tante cose, ce lo scordiamo, questi episodi ce lo ricordano“.

Utilizzare l’ come modalità radicale e rivoluzionaria di cambiare il mondo è proprio la missione e la vocazione dello scoutismo che non è, come potrebbe apparire da una lettura superficiale, un contenitore di attività ricreative ma una proposta forte fatta di cose e persone semplici; punto di forza di questa proposta è la continuità, la perseveranza e sopratutto il contatto diretto e coraggioso col territorio. L’azione educativa scout, se fatta bene, non può che dar fastidio a chi vuole incatenare il territorio nell’ignoranza e nell’. Un gruppo scout che non si fa sentire, che non scardina certi sistemi, che non è “sale” del territorio, ha davvero senso? Azzarderei col dire che uno scout “o da fastidio o non è”.

Mi appresto ancora una volta a incoraggiare me stesso e la mia Comunità Capi ad andare avanti con sempre maggiore determinazione, perché questi episodi ci fanno capire che siamo sulla strada giusta, che operiamo sui nervi scoperti della nostra città, sono certo che non ci mancherà la vicinanza e la solidarietà dei nostri fratelli Scout e degli uomini di buona volontà che vivono nel nostro territorio” Queste parole significative ci danno certezza che la Comunità capi del Paternò 3 saprà riprendere il , rialzarsi e imboccare nuovamente la strada buona dell’impegno e della perseveranza, la stessa strada di Padre Pino Puglisi, Don Peppe Diana e di tutti coloro che eroicamente fanno semplicemente il loro dovere.