Per la prima volta gli scout britannici hanno un capo donna
Per la prima volta nei loro 108 anni di storia gli scout britannici avranno una donna come leader. Ann Limb, 62 anni, ex funzionaria statale e insegnante, ha dichiarato che sarà sua missione emancipare il movimento britannico incoraggiando più ragazze a indossare l’uniforme verde e il fazzolettone.
Rimangono, invece, rigorosamente soltanto femminili le “Girl Guides” ovvero le guide. In Gran Bretagna l’associazione che Baden Powell avviò, proprio qui, nel 1908, è ancora divisa lungo linee di genere come all’inizio del secolo con le “Brownies”, le bambine tra i 7 e i 10 anni, che frequentano centri diversi dai “Cubs”, i lupetti. Le femmine sono state sì ammesse, nelle sezioni maschili, a partire dagli anni settanta, ma sono rarissime.
Diversi gli scout italiani che sono misti da tempo
In Italia, invece, come in altri paesi europei, nel 1974 l’Agesci ha cominciato a educare insieme maschi e femmine, con un sistema misto, affiancando ai lupetti le coccinelle già a otto anni. Insomma la patria del femminismo ha mantenuto separato lungo linee di genere lo scautismo, come aveva voluto il suo fondatore, decidendo, soltanto negli ultimi anni, di aprire alle femmine la propria sezione maschile. E’ solo dal 1991, infatti, che le undicenni britanniche possono diventare scout, e del mezzo milione di bambini che fanno parte di questo movimento, in Gran Bretagna, soltanto un quinto sono femmine.
Basta con gli scout figli bene delle classi medie
Figlia di un macellaio e cresciuta in una delle zone più malfamate di Manchester, Moss Side, la nuova capa scout pensa che aumentare il numero di ragazze sia la via del futuro. Né ama l’idea degli scout come hobby delle classi medie. “L’immagine degli scout come giovani bianchi, provenienti dalle classi medie, non incoraggia le femmine a far parte del movimento”, ha dichiarato Ann Limb, “Vogliamo aumentare il numero di ragazze e giovani donne perché lo scoutismo deve riflettere la società nella quale viviamo. Sarebbe bellissimo se raggiungessimo il milione di membri”. “Diventare una “Brownie” ha voluto dire moltissimo per me”, ha detto ancora la nuova capa scout, “Ha aumentato la mia autostima e la fiducia in me stessa. Non era come andare a scuola. Non importava se fallivi perché avevi un’altra possibilità”.
Mancano i volontari, scoppiano le liste di attesa
Il problema più grosso dello scoutismo britannico, in questo momento, è la mancanza di volontari mentre scoppiano le liste di attesa di bambini e ragazzi desiderosi di fare la promessa. Secondo Ann Limb i genitori più giovani, con meno di 55 anni, sono troppo occupati per dare una mano nei gruppi frequentati dai figli mentre toccherebbe a chi ha più di 55 anni, i “baby boomers”, rimboccarsi le maniche e darsi da fare. “Anche le aziende dovrebbero cambiare”, ha detto Limb, “Per dare più spazio al volontariato”.