Parliamo di Campi per Ragazzi

Il racconto di Lucrezia Castellani, guida al Jamboree 2011


Un ricordo: il jam mi ha lasciato molti ricordi,ma quello che mi è rimasto più nel cuore è certamente il giorno del cultural day: ognuno ha messo in mostra la propria cultura. Durante la cerimonia nella quale eravamo presenti tutti e 39.000 i partecipanti girarsi e vedere dietro di sé una marea di scout è sicuramente il ricordo che mi rimarrà per sempre in mente;

Cosa ti ha lasciato: mi ha fatto vivere emozioni incancellabili, ma soprattutto mi ha fatto conoscere persone con le quali sono tutt’ora molto legata, un legame che va oltre ogni distanza;

Come mai hai partecipato: i miei capi mi hanno proposto questa esperienza ed ho subito accettato, avevo una vaga idea di cose fosse il jamboree. Solo appena arrivata mi sono resa conto di che tipo di esperienza stavo per vivere;

Una parola: è impossibile descrivere tutto il jam in una sola parola, incancellabile è la prima che mi viene in mente!

Il racconto di Martina Fanni, guida al Jamboree 1991


Correva l’anno 1991, avevo 14 anni e da un momento all’altro avrei spiccato il volo, insieme al resto del contingente italiano, verso la Korea del Sud, destinazione Jamboree, reparto AGESCI Madama Butterfly.

Un ricordo: come selezionarne uno? Lo spirito di unità che si respirava in quella città di 30000 scout, l’affinità con tutti quegli altri scout e guide, il sapere che anche con le nostre differenze avevamo in comune una Promessa che ci rende fratelli e simili. L’inaugurazione e la conclusione… Mi sentivo come un’atleta olimpica!

Cosa mi ha lasciato: emozioni indescrivibili, amicizie belle, mi ha insegnato a guardare il mondo con occhi diversi. Many Lands, One World, mi ha fatto intravvedere quello che doveva essere il sogno di BP, ragazzi di tutto il mondo che si incontrano accomunati dallo stesso spirito di fratellanza senza frontiere.

Come mai hai partecipato: proposta dei miei capi, avevo una fifa blu però! L’idea mi è piaciuta, la paura gestita.

Una parola: che impresa trovarne una! Mi viene in mente Senza Confini: di spazio, di tempo. Dopo oltre 22 anni sono ancora qui a parlare, entusiasta e innamorata, del mio Jamboree. È parte di me, come persona.

Il racconto di Giulia Zamparelli, guida al Jamboree 1995


Nella mia mente ho ancora ben viva l’immagine di 4 ragazzi in maniche di camicia dai colori sgargianti: una persona delle 4 ero io, in camicia azzurra, e gli altri 3 erano, credo, ragazzi di diverse età del Belgio. Scoprii così, al 18th Jamboree, che ci sono associazioni dove la camicia dell’uniforme cambia colore in base alle branche.

Ed in effetti del mio Jam i ricordi più vivi sono tutti legati ai colori. Le camicie di cotone pesante color giallo uovo o rosso fuoco, i gonnellini scozzesi e le minigonne marroni, bandiere multicolori, variegate piume in cima a stravaganti cappelli ed una infinità di piccole tende colorate. Anche quella fu una scoperta sconvolgente: non tutti i “reparti” del mondo avevano delle tende da 8 posti, catino arancione e telone verde (le Jamboree, appunto…)!

E che dire di quelle larghe fasce monospalla piene zeppe di innumerevoli distintivi (e io che avevo tanto faticato per ottenere il mio primo brevetto che, tra l’altro, aveva ulteriormente denudando la mia spalla destra)?!

Posso definire una grande opportunità l’aver potuto partecipare ad un Jamboree: ho avuto modo di spalancare e affacciarmi da una finestra sul mondo e riempirmi i polmoni d’aria internazionale Devo dire che il motto “il futuro è adesso” per me fu profetico. Auguro ai tutti gli ambasciatori italiani in viaggio verso il Giappone un grande “spirito di unità”.

Discesa Fluviale (Toscana)


Standing ovation per Alex Zanardi, testimone di coraggio al #forumbravers


Standing ovation per Alex Zanardi, testimone di coraggio al #forumbravers

Sarà anche vecchia come battuta, ma mi fate tremare le gambe dall’emozione” esordisce.
Umiltà, umorismo ed entusiasmo per essere presente a questo evento: Alex si racconta con un linguaggio semplice, diretto e divertente e ad ogni battuta viene spontaneo il sorriso (e anche l’applauso).

Il grande pilota parla di Coraggio, ma ci tiene a precisare di non sentirsi un eroe nè un maestro. Vede se stesso come qualcuno che lungo la sua strada ha preso qualche buca ma spinto dal suo amore per la vita, non si è risparmiato per provare a rialzarsi subito dopo. Proprio per questo ha qualcosa da raccontarci.Ci parla di scelte, quelle quotidiane, che nella loro semplicità ci permettono di afferrare la Grande Opportunità quando passa. Alex di occasioni e fortuna sente di averne avuta molta. Prima è riuscito a coronare il sogno di diventare pilota, poi ha lavorato per partecipare alle paraolimpiadi; ma riconosce anche il valore della famiglia che gli è stata accanto, che gli ha permesso di provarci e di essere qui oggi.



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