Adulti e Scout: Sono solo tre parole…


Sul finire della seconda guerra mondiale, man mano che gli eserciti alleati avanzavano dal sud verso il nord della penisola, i “vecchi scout”, coloro cioè che nel 1928 avevano subito lo scioglimento voluto dal fascismo, riaprivano le sedi dell’ASCI e raggruppavano nello scoutismo ragazzi di tutte le regioni.



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Sempre più lupetti


Sempre più lupetti. In Italia gli Scout sono 200mila e ora aprono anche all’islam

Montare una tenda e navigare su internet. Rammendare un paio di calzini e diventare un capo pattuglia. In marcia verso nuove avventure e orizzonti da scoprire, ‘diversità’ da apprezzare, cavandosela da soli. Perché ‘si impara facendo’ e ‘buoni cittadini’, ma anche ‘cittadini del mondo’ impegnati nella vita del proprio paese in nome della ‘fratellanza dei popoli’, si diventa.



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Il Sacerdote degli Esploratori


Il sacerdote degli Esploratori scritto nel 1946 ed edito nel 1947, su iniziativa del futuro Cardinale Sergio Pignedoli, già Assistente Ecclesiastico Centrale dell’A.S.C.I., Associazione Scoutistica Cattolica Italiana (1916 – 1974)



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Adulti e Scout, ovvero: l’enigma della pipa…


In un soleggiato pomeriggio dell’ottobre 1962, alla presenza del gruppo Nicastro 1° ASCI, schierato in quadrato, il Capo Squadriglia Francesco Marchetti, lasciava il Reparto per “salire” al Clan. La commozione di separarmi dai “miei ragazzi”, come amavo considerare, con una punta di giovanile baldanza, i componenti della squadriglia che mi era stata affidata un anno prima, la commozione, dicevo, era temperata dall’orgoglio di “salire” tra i grandi del gruppo, tra i vecchi rover: Scout con la divisa color cachi ed il capellone  liso e sformato  dalle molte uscite sotto la pioggia e dalle mille misteriose avventure, di cui si favoleggiava tra noi ragazzi del Reparto.



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Quando Carmine cantava “Passa la gioventù”


Quando si sentiva cantare per le strade della città “Passa la gioventù” Carmine probabilmente era uno di quegli esploratori sempre fuori dalle righe della squadriglia, che bighellonava con il suo amico piede tenero e che però era intimorito quando il capo squadriglia si girava con fare severo verso di lui. E di tempo da allora ne è passato. Si vocifera che siano 50 e l’Asci non c’è più, via l’uniforme grigia, via il solo giglio, via passa la gioventù. Ora c’è l’Agesci, l’uniforme è azzurra, il giglio è insieme al trifoglio e c’è il canto insieme, ma Carmine c’è, lui c’è ancora.



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