Cercando il Dio del silenzio
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“Oggi sarai con me in paradiso”! È commovente questa frase di Gesù crocifisso e straziato dal dolore, promette la salvezza al ladrone. Noi lo chiamiamo “ladrone” eppure Lui lo ha guardato con amore e non ha esitato a fargli la promessa più grande.
Non di rado, in effetti, nel mondo odierno, noi ci sentiamo perdenti. Ma l’avventura della speranza ci porta oltre.
“Se ti sei votato al servizio di Dio, perché ancora paragoni la tua vita a quella degli altri, e ti lamenti perché loro hanno questo e quest’altro? Perché ti rammarichi di servire Dio a motivo di alcune rinunce che questo comporta?” (F.X. Nguyen Van Thuan).
Molti sono stati in questi anni gli studi, gli articoli, le riflessioni, le pubblicazioni di studiosi e intellettuali che hanno tentato di definire e ridefinire costantemente il senso della Memoria.
Sessantacinque anni fa, il 27 gennaio 1945, venivano aperti i cancelli di Auschwitz. Le immagini che apparvero agli occhi dei soldati sovietici che liberarono il campo, sono impresse nella nostra memoria collettiva. Ad Auschwitz, come negli innumerevoli altri campi di concentramento e di sterminio creati dalla Germania nazista, erano stati commessi crimini di incredibile efferatezza.