3 Nov, 2015
Gli scout pratesi, nello spirito di servizio che contraddistingue la loro attività, hanno dato la disponibilità, in occasione dell’arrivo di Papa Francesco, a fare servizio d’ordine durante la veglia di preghiera e a distribuire le colazioni ai ragazzi che passeranno la notte in attesa del Santo Padre. Ovviamente parteciperanno anche ai momenti di preghiera. «Il servizio d’ordine – spiega il responsabile dei gruppi pratesi Paolo Gallina – è affidato ai capi, mentre per la preghiera abbiamo esteso l’invito a tutti i ragazzi maggiorenni. Sarà un momento particolare e di condivisione, non solo fra noi, ma anche con tutta la comunità credente». Quello del 10 novembre non è il primo incontro fra gli scout e il Papa: a giugno, un gruppo di responsabili pratesi è stato invitato all’udienza in San Pietro dedicata all’Agesci. «Una giornata memorabile, ma lo abbiamo visto da lontano. Diverso invece, averlo qui, nella nostra città».
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17 Giu, 2015
NOSTRA SORELLA TERRA
“Laudato si’, mì Signore”, cantava San Francesco d’Assisi. In questo bel cantico ci ricordava che la nostra casa comune è anche come una sorella, con la quale condividiamo l’esistenza. Questa sorella protesta per il male che le provochiamo, a causa dell’uso irresponsabile e dell’abuso dei beni che Dio ha posto in lei. Siamo cresciuti pensando che eravamo suoi proprietari e dominatori, autorizzati a saccheggiarla. La distruzione dell’ambiente umano è qualcosa di molto serio. Il Patriarca Bartolomeo si è riferito particolarmente alla necessità che ognuno si penta del proprio modo di maltrattare il pianeta. Su questo punto, egli si è espresso ripetutamente in maniera ferma e stimolante, invitandoci a riconoscere i peccati contro la creazione. Perché “un crimine contro la natura è un crimine contro noi stessi e un peccato contro Dio”. Credo che Francesco sia l’esempio per eccellenza della cura per ciò che è debole e di una ecologia integrale, vissuta con gioia e autenticità. È il santo patrono di tutti quelli che studiano e lavorano nel campo dell’ecologia”.
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15 Giu, 2015
Siamo venuti a Roma con il bastone e la bisaccia del pellegrino.
Siamo venuti ad incontrare il nostro Papa pieni di gioia, desiderosi di offrirci per fare bella la nostra Chiesa. Questa piazza, oggi, e’ un’immagine fedele di ciò che è l’ Agesci: una grande famiglia cui appartengono bambini e bambine, ragazze e ragazzi, accompagnati da giovani adulti e adulti meno giovani. Tutti noi, e tutti allo stesso modo, abbiamo promesso di fare del nostro meglio per essere sempre pronti e preparati a servire.
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14 Giu, 2015
Cari amici dell’AGESCI, buongiorno!
Vi ringrazio di essere venuti così numerosi da tutte le regioni d’Italia a formare questa festosa presenza in Piazza San Pietro. Saluto il Capo Scout e la Capo Guida, l’Assistente Ecclesiastico Generale, i lupetti e le coccinelle, gli esploratori e le guide, i rover e le scolte, con le comunità-capi e i sacerdoti assistenti.
Vi dirò una cosa – ma non vantatevi! -: voi siete una parte preziosa della Chiesa in Italia. Grazie! Forse i più piccoli tra voi non se ne rendono bene conto, ma i più grandi spero di sì! In particolare, voi offrite un contributo importante alle famiglie per la loro missione educativa verso i fanciulli, i ragazzi e i giovani. I genitori ve li affidano perché sono convinti della bontà e saggezza del metodo scout, basato sui grandi valori umani, sul contatto con la natura, sulla religiosità e la fede in Dio; un metodo che educa alla libertà nella responsabilità. Questa fiducia delle famiglie non va delusa! E anche quella della Chiesa: vi auguro di sentirvi sempre parte della grande Comunità cristiana.
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13 Giu, 2015
“Creare ponti e non muri con la società”
Novantamila scout dell’Agesci stanno festeggiando il pontefice che compie un giro in papamobile tra la piazza e via della Conciliazione.
Contro la “espansione della criminalità, nelle sue espressioni economiche e finanziarie” e contro la “piaga delle corruzione“, le “istituzioni sono chiamate a recuperare una strategia di lungo respiro, orientata alla promozione della persona umana e alla pacifica convivenza”. Lo ha detto il Papa al Csm. La globalizzazione – ha detto parlando della complessità della giurisdizione – “porta con sé anche aspetti di possibile confusione e disorientamento, come quando diventa veicolo per introdurre usanze, concezioni, persino norme, estranee ad un tessuto sociale con conseguente deterioramento delle radici culturali di realtà che vanno invece rispettate; e ciò per effetto di tendenze appartenenti ad altre culture, economicamente sviluppate ma eticamente indebolite”.
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