La tragedia del Vajont, cinquant’anni dopo.


Con il simbolico passaggio di testimone tra i soccorritori di allora e quelli di oggi, si è conclusa domenica 15 settembre la tre giorni di commemorazioni organizzata in Veneto nel cinquantennale del disastro che provocò 1910 vittime. Migliaia di volontari hanno preso parte agli appuntamenti organizzati a Longarone (Belluno) per ricordare le vittime della catastrofe, ma anche mettersi alla prova, rodando meccanismi e procedure per essere pronti di fronte a nuove emergenze.

Proprio questo aspetto, di prevenzione, preparazione e formazione dei nuovi soccorritori, ha dato il senso all’esercitazione nazionale “Nord-Est 2013”, promossa da Dipartimento di Protezione Civile, Regione Veneto e Regione autonoma Friuli Venezia Giulia, insieme con le provincie autonome di Trento e Bolzano. L’obiettivo è stato mettere alla prova la capacità di risposta in emergenza delle componenti e delle strutture operative del Servizio Nazionale di Protezione Civile, a livello centrale e periferico, in uno scenario sismico simulato dopo un sisma di magnitudo 5.8, con epicentro a Tambre (Belluno).



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Esercitazione Vajont – 13/15 settembre 2013


Prevenzione, soccorso e memoria: sono i tre punti cardine della tre giorni organizzata dalla Protezione civile nei luoghi del disastro del Vajont.

La sera del 9 ottobre 1963 una grande frana si staccò dalle pendici settentrionali del monte Toc, precipitando nel bacino artificiale sottostante. La caduta nell’invaso di oltre 270 milioni di metri cubi di rocce e detriti generò un’onda alta più di cento metri che superò la diga e si abbatté sugli abitati della valle del Vajont, causando quasi duemila vittime.

L’evento commemorativo in programma il 13, 14 e 15 settembre 2013 è un omaggio alla solidarietà di quanti, già dopo le prime ore dal disastro, si mobilitarono per prestare soccorso ai sopravvissuti. Al centro dell’evento ci sarà un toccante passaggio di testimone tra i soccorritori di allora e i volontari di protezione civile di oggi.



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Gli Scout di Treviso piangono Francesco


Gli scout di Treviso piangono Francesco
“Da capo squadriglia dava il meglio di sé”

«Era allegro e sano come un pesce. Da quando ho saputo della sua morte continuo a rivederlo davanti agli occhi». Don Bernardo è il parroco di Lancenigo dove la famiglia Dotto è particolarmente attiva in parrocchia. Mentre parla si asciuga le lacrime. Davanti a una simile tragedia anche l’uomo di fede si abbandona al dolore e alle domande che sono destinate a rimanere senza una risposta. A Lancenigo la famiglia Dotto è conosciuta e stimata da tutti: il padre di Francesco, Massimo, suona la chitarra in chiesa durante le cerimonie della domenica; la madre, Marina, è invece catechista.



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Giorno del Ricordo – 10 Febbraio 2011


10 Febbraio 2011 Foibe dalla Tragedia all’Esodo



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Giorno del Ricordo – 10 Febbraio 2010


10 Febbraio 2010 Foibe dalla Tragedia all’Esodo



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