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Autore Messaggio
BOBOMAN



Età: 60
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Messaggi: 1076
Residenza: Far West

MessaggioInviato: Martedì 05 Febbraio 2008, 00:38    Oggetto: Rispondi citando

newlucio ha scritto:
scusami alcebront,
senza offesa ma la tua considerazione è un po' troppo semplicistica... la discussione che si è aperta qui e che continua su altri topic non è da poco.. il fatto stesso che gira e rigira si torna sempre allo stesso punto, alla creazione dell'AGESCI (o meglio, in realtà a cosa ha portato alla sua creazione) con le sue conseguenze non è argomento che si può liquidare con una chiamata all'unione e via dicendo.... e pluribus unum è il motto dell'Europa, giusto? nella stessa Chiesa esistono vari carismi: rinnovamento dello spirito, francescani, gesuiti, cielle, opus dei... vari mezzi che hanno però come scopo quello di servire Dio... a nessuno verrebbe mai in mente di dire a quelli di rinnovamento che devono uniformarsi ai domenicani e viceversa, perchè l'obiettivo è lo stesso, Servire Dio...

si può dire lo stesso dello scoutismo italiano oggi? tra le varie associazioni scouts cattoliche vi è comunione d'intenti? BP mirava a creare buoni cittadini ma anche persone felici, ove la felicità è il vero successo della vita; ed in questa visione della felicità Dio non può essere escluso;


vorrei porre alcune domande a tutti i partecipanti a questa discussione: a cosa mira il metodo AGESCI e a cosa mira il metodo FSE? mi faceva riflettere l'intervento di Boboman in un altro topic in cui diceva che l'AGESCI nasce dalla paura di alcune persone del metodo scout... ma paura di cosa? forse di quel tipo di persone che lo scoutismo ASCI voleva produrre.. e che, si potrebbe ipotizzare, lo scoutismo AGESCI non produce piu.... è davvero così?

lucio


Qui invece il discorso è diverso è essere Scout e per essere Scout si deve seguire gli insegnamenti di chi lo scoutismo lo ha inventato e sviluppato, liberi di fare altro MA E' PUR SEMPRE ALTRO.

Per essere Scout bisogna aderire a certe basi e se vi si aderisce,non sono concepibili i frazionamenti.
Per quanto riguarda la paura di seguire il Metodo (quello con la M) esso è cosi moderno ed attuale che puo far paura,in certi momenti storici e volendo ancora adesso.
Il Metodo si basa sulla Corte d'Onore,che non è solo un nome altisonante e per taluni anacronistico....ONORE e chi ne ha piu o chi lo coltiva e lo fa coltivare....giusto quattro gatti che magari si beccano anche del...REAZIONARIO.

La Corte è in un unica parola L'AUTOGESTIONE la completa fiducia ai ragazzi ,IL GIOCO NELLE LORO MANI,IL FUTURO NELLE LORO MANI....passiamo dal REAZIONARIO al RIVOLUZIONARIO????

Bene questa potentissima leva di potere in mano ai giovani puo avere fatto paura....è continua a far paura...la libertà,democratica e matura.....fà paura.....per fortuna non a tutti....

Ripeto,doverosamente,che questi sono meccanismi delicati e che sicuramente ,qualche adulto ha TROPPO timonato dove voleva lui e non i ragazzi,e questa può essere stata anche in taluni casi la PAURA che ha mosso certi cambiamenti.
Ma qui va corretto l'errore e chi lo fa non il metodo o chi lo subisce...i ragazzi.
Ma rimane però che la prima paura descritta è stata quella che principalmente ha voluto mettere nel dimenticatoio il Metodo per sostituirlo con un surrogato,APPENA SIMILARE, ma molto "addomesticabile".

UN MOVIMENTO,UN METODO,UNO SCOUTISMO......B.-P.

Snoaring Bear

Orso Ronfante

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uomodelbosco





Registrato: 06/03/07 18:14
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MessaggioInviato: Martedì 05 Febbraio 2008, 09:17    Oggetto: Rispondi citando

Nel mio ritorno allo scoutismo (agesci) una cosa mi ha colpito: spesso nei documenti associativi, in Coca, e anche qui nel forum, ho visto un guardare all'associazione come fosse una specie di "altare sacrificale".
"Come ti poni verso l'associazione?" "ti farebbe bene un campo dove chirire la tua posizione verso l'associazione" "domandiamoci: io e l'associazione" "nel progetto del Capo è opportuno pensare al rapporto con l'associazione"
Ovviamente iniziare con dei distinguo o dei dubbi ti fa guadagnare occhiatacce...
Ma io mi domando: cosa dovrebbe essere l'associazione? E' l'asociazione stessa la misura dello scoutismo o piuttosto non dovrebbe essere lo scoutismo a misurare una associazione?
Se devo fare una critica pesante all'Agesci è proprio questa (oltre alle altre, eheheheh): si spingono i Capi ad una aderenza associativa che viene prima di ogni altra considerazione di livello superiore.
Esempio: "ma perchè in agesci facciamo così e cosà?" "Forse è meglio che ti chiarisci le idee e verificare se l'associazione fa per te".
Questo modo di pensare è dannoso. Se dobbiamo essere Capi in grado di aiutare i ragazzi a guidare da sè la propria canoa, allora non possiamo, noi per primi, essere spinti ad inginocchiarci incondizionatamente ad una associazione come se tutto quello che ne sgorga è acqua santa.
Classica obiezione: "bene, sbattiti e porta avanti le tue idee".
In teoria va bene, in pratica l'associazione è diventata, in virtù dei numeri una specie di Moloch semiinattaccabile, per cui la base si prende quel che cade dall'alto con poche o scarse possibilità di intervento, e se appena apri bocca..."sei sicuro che l'associazione?...."
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PG



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Messaggi: 27

MessaggioInviato: Martedì 05 Febbraio 2008, 11:44    Oggetto: Rispondi citando

Caro uomodelbosco
hai perfettamente ragione.
Qui dobbiamo capire a chi va la fedeltà di un capo, al metodo o all'associazione?
Perchè è da questo che nascono le divisioni dello scoutismo italiano, considerare più importante l'immagine associativa.
Noi siamo più fedeli, più bravi, più...
E' da questo che non ci si riconosce fratelli.
Se facciamo fare attività insieme a ragazzi di diverse associazioni, se non li indottriniamo prima sulle "differenze", non ci sono problemi si riconosceranno come uguali.
Man mano che si sale di età o nella "gerarchia" diventa sempre più importante l'immagine associativa e la fedelta si sposta dal metodo.
PG
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gufopreciso



Età: 37
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Messaggi: 909
Residenza: Genova-Voltri

MessaggioInviato: Martedì 05 Febbraio 2008, 12:14    Oggetto: Rispondi citando

PG ha scritto:
Qui dobbiamo capire a chi va la fedeltà di un capo, al metodo o all'associazione?
Perchè è da questo che nascono le divisioni dello scoutismo italiano, considerare più importante l'immagine associativa.
Noi siamo più fedeli, più bravi, più...


Mi trovate assolutamente d'accordo con voi. Cool

Ho avuto molte chiaccherate illuminanti con il "barba del gruppo" a proposito della dicotomia Movimento-Associazione. L'associazione dev'essere un tramite principalmente organizzativo (ma anche educativo e formativo) tra il Capo, l'Unità, il Gruppo e il Movimento. Non il modello unico di fedeltà, nè tantomeno un orrizonte di valutazione: o fai così o sei fuori.

Snelliamo la struttura e adeguiamola un pò, facendo il Consiglio Capi anzichè la Corte d'Onore. Ok, ci può stare, ma deve in sostanza e in pratica mantenere la stessa funzione, altrimenti non è più scautismo, e con che coraggio si può parlare di "fedeltà al metodo". I continui inviti dell'Associazione a ridare autonomia e a ridare cogestione sempre e costanti ed immutati negli anni non possono che portare ad una lettura: la cronicità del non utilizzo in questo senso della ConCa. E questo succede perchè negli utlimi anni si è perso di vista l'orrizonte del Movimento, in un turbinio centripeto ed autoreferente dell'Associazione e dei capi che, detesto dirlo, sembrano sempre più una "quarta branca" sottoposta alle "norme direttive" di "qualcuno" anzichè la base stessa e componente stessa. Nonostante la democraticictà, la mia CoCa e le Zona rilevano sempre la "lontananza" degli organismi centrali che sembrano sempre viaggiare su binari e con binari paralleli ma mai convergenti (per citare un noto politico italiano). Si vive sempre più una situazione di "calato dall'alto" anzichè "innalzato dal basso", e si prova sempre più fastidio per il parlare parlare parlare parlare parlare parlare parlare parlare. Si riscontrano sempre problemi ma non si attuano mai o raramente risposte pratiche. Il Convegno su pirimpimi ha rilevato la criticità bla bla bla. L'osservatorio della cannuccia invita i capi ad una maggiore responsabilità verso questo strumento per sviluppare nei ragazzi una maggiore adesione a quell'obbiettivo educativo stabilito dal consiglio generale di due anni fa. EMBE? Ed ora che mi hai invitato? E poi di contro si fanno i "processi" se un capo fa qualcosa che non è contemplato dai mille documenti stampati da Roma... Ma sempre ci si perde sui particolari dimenticandosi del quadro generale...

Se pretendo che tutti i miei esploratori sappiano fare un tot di nodi si grida allo scandalo perchè "non esistono più le prove di classe! ogni percordo dev'essere adeguato al ragazzo"... Bah...

Io ovviamente non c'ero. Ma osservando la CoCa, le Assemblee di Zona e Regionali, la domanda che corre e che si percepisce è una sola. Ma i CFP da dove spuntano? Perchè? Ce n'era la necessità? E ancora... se l'Associazione, e anche il progetto nazionale nuovo, lamentano che i Capi sono sempre più "teorici pedagoghi" anzichè "pratici uomini dei boschi", e la scarsa abilità manuale e conoscenza di tecniche scouting, perchè si è voluto inserire UN ALTRO momento di "parole" anziche inserire un momento di "manualità", lasciando questa alla scelta e alal discrezione del singolo? Poi mi ricordo l'Assemblea Regionale, molta democraticità. Si cerca di spiegare cosa sono i CFP ai Capi, dicendo "ormai sono approvati" e "non si sa bene cosa siano, aspettiamo che il nazionale (con la collaborazione degli input delle regioni) prepari l'articolato". Shocked E questa è la democraticità dell' "innalzarsi dal basso"?

Come non si può vedere l'Associazione come una divinità che tutto muove e dirige e che chiede sacrifici all'altare e di cui il Movimento, il Metodo è il Vestito, ma non la Sostanza? E come si può soprattutto dire "non è vero"... Bah...

Un'Associazione a cui interessa di più quanti rosari faccio al giorno, quanti convegni seguo, anzichè se so fare un nodo, se mando la squadriglia in uscita, ecc... A cui interessa più la mia conoscenza teorica e pedagocica del "metodo" anzichè la mia conoscenza pratica DI ESSO e di CIO CHE SERVE AD ESSO. Ti faccio capire l'importanza della la vita all'aperto --> Constato che alcuni Capi non sanno vivere all'aperto --> Scrivo parole di lamentela e faccio un invito affinchè la si scopri. NON MANCA UN PASSAGGIO LOGICO? Non t'insegnano che ai ragazzi bisogna far capire come la VERIFICA sia importante per capire anche ciò che è mancato e lavorarci? Non è il passaggio chiave nella stesura dei vari progetti e programmi? E ALLORA PERCHE NON LO SI APPLICA ANCHE N QUESTO CASO? Bah.. Se i ragazzi sono carenti in topografia, sarà obbiettivo lavorarci. Ma perchè se i capi sono carenti in topografia, mi limito a dire "guarda che sei carente?", e gli propongo un altro incontro vocazionale invece (pur non sminuendo l'importanza di questo aspetto).

Scusate forse sono andato un pò oltre...

E ancora...Andare fuori? A cosa servono altre scissioni? E poi con che risultato? Non si tratta d'ipocrisia....
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uomodelbosco





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MessaggioInviato: Martedì 05 Febbraio 2008, 12:50    Oggetto: Rispondi citando

gufopreciso ha scritto:
Il Convegno su pirimpimi ha rilevato la criticità bla bla bla. L'osservatorio della cannuccia invita i capi ad una maggiore responsabilità verso questo strumento per sviluppare nei ragazzi una maggiore adesione a quell'obbiettivo educativo stabilito dal consiglio generale di due anni fa. EMBE? Ed ora che mi hai invitato?

Infatti!
Non so voi, ma la maggior parte dei documenti associativi che leggo utilizzano uno spaventoso burocratese che mi spinge a leggerli due volte prima di capire (vagamente) di che parlano. E dire che per motivi di lavoro sono spesso con carte burocratiche tra le mani.
E quando anche ho decifrato di che si tratta, mi domando a che serve.
La "base" vuole concretezza, anche perchè il tempo è sempre tiranno e dedicare una domenica a stare seduti a sentire cose che non si capisce a che servano è una richiesta da fare veramente con cautela. E poi si lamentano che i Capi disertano...
Una volta un vecchio Capo scuoteva la testa "mi hanno sempre detto che lo Scoutismo entra dagli scarponi...che siamo a fare qui? Preferisco, se devo scegliere, portare i ragazzi nei boschi"
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rinoceronte caparbio
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MessaggioInviato: Martedì 05 Febbraio 2008, 15:38    Oggetto: Rispondi citando

Noto con piacere che gli inviti ad adeguarsi al tema del topic sono stati ascoltati...
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GnuEspansivo



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MessaggioInviato: Martedì 05 Febbraio 2008, 15:40    Oggetto: Rispondi citando

PG ha scritto:

Qui dobbiamo capire a chi va la fedeltà di un capo, al metodo o all'associazione?
Perchè è da questo che nascono le divisioni dello scoutismo italiano, considerare più importante l'immagine associativa.
Noi siamo più fedeli, più bravi, più...
E' da questo che non ci si riconosce fratelli.


La mia fedeltà come Capo va al ragazzo. La fedeltà al ragazzo è l'unico metodo possibile come ho appreso al CFA.
In questo io vedo fratelli tutti gli scout, AGESCI, CNGEI, FSE, Nuova ASCI e chi più ne ha più ne metta. Non esiste UN modo per portare i ragazzi alla felicità nemmeno nello Scoutismo. Nemmeno BP si è fermato alla sua intuizione originale, ha creato poi i Lupetti, i Rover, le Guide. Perché? Secondo me perché voleva estendere la proposta quanto più possibile.

Crediamo che un'associazione piuttosto che l'altra abbia una proposta migliore? Beh, secondo me ha una proposta diversa. Che non è ALTRO dallo scoutismo. Perché il metodo continuo a pensarlo come uno strumento. Sarò folle? Se si mira all'educazione globale della persona, seguendo le fondamenta gettate da BP, allora costruisco sullo Scoutismo, e secondo me è ancora Scoutismo.
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uomodelbosco





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MessaggioInviato: Martedì 05 Febbraio 2008, 15:58    Oggetto: Rispondi citando

Gnu espansivo ha scritto:
La mia fedeltà come Capo va al ragazzo. La fedeltà al ragazzo è l'unico metodo possibile come ho appreso al CFA

Ehm...in pratica?
Citazione:
Nemmeno BP si è fermato alla sua intuizione originale, ha creato poi i Lupetti, i Rover, le Guide. Perché? Secondo me perché voleva estendere la proposta quanto più possibile.

Già, ma l'ha fatto lui (scusa se è poco), non io, e neppure te.
Citazione:
Crediamo che un'associazione piuttosto che l'altra abbia una proposta migliore? Beh, secondo me ha una proposta diversa. Che non è ALTRO dallo scoutismo.

Dipende da che consiste la diversità. Ovvio che se è il colore dell'Uniforme posso anche chiudere un occhio, ma se le differenze cominciano ad essere sul metodo e la sua applicabilità, allora è ALTRO dallo scoutismo. Possiamo dire che è "liberamente ispirato" allo scoutismo, ma di più faccio fatica ad affermare.
In merito al "liberamente ispirato": quando entrai, all'epoca, in E/G c'erano le 4 tappe. Forse sin da subito ho cominciato a pormi domande che mi hanno posto in modo critico. Perchè, se BP parlava di 3 tappe e altre associazioni parlavano di 3 tappe, in agesci ce n'erano 4? La domanda, ovviamente, suscitava sospetti in chi la poneva, ma guarda caso, dopo anni e anni qualcuno, finalmente, ha ripristinato le 3 tappe. Ecco, questo è un esempio di scoutismo "liberamente ispirato". Chiamiamolo scoutismo, ma non Scoutismo per favore.
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GnuEspansivo



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MessaggioInviato: Martedì 05 Febbraio 2008, 16:18    Oggetto: Rispondi citando

uomodelbosco ha scritto:
Gnu espansivo ha scritto:
La mia fedeltà come Capo va al ragazzo. La fedeltà al ragazzo è l'unico metodo possibile come ho appreso al CFA

Ehm...in pratica?


In pratica credo che sia errato dire che il metodo sia immodificabile. Qui non si sta mettendo in dubbio l'aderenza, che può dar più o meno fastidio ma sono abbastanza fatti proprio secondo me, agli sritti originali, ma il fatto che discostarsi porti necessariamente un abbassamento di qualità. La fedeltà al ragazzo sta nel cercare di realizzare l'obiettivo di BP, che era la realizzazione del singolo, non l'applicazione delle sue parole.

Citazione:
Citazione:
Nemmeno BP si è fermato alla sua intuizione originale, ha creato poi i Lupetti, i Rover, le Guide. Perché? Secondo me perché voleva estendere la proposta quanto più possibile.

Già, ma l'ha fatto lui (scusa se è poco), non io, e neppure te.


Secondo me la divinizzazione dei fondatori è il modo migliore di perderne il messaggio. Sul libro dei capi c'è scritto che dobbiamo scegliere le esche che piacciono ai ragazzi, come un pescatore che per pescare deve studiare cosa piace al pesce. Anche questo lo ha scritto lui. Io ci leggo un invito a non perdere di vista il ragazzo. E questo può anche voler dire cambiare.

Citazione:

Citazione:
Crediamo che un'associazione piuttosto che l'altra abbia una proposta migliore? Beh, secondo me ha una proposta diversa. Che non è ALTRO dallo scoutismo.

Dipende da che consiste la diversità. Ovvio che se è il colore dell'Uniforme posso anche chiudere un occhio, ma se le differenze cominciano ad essere sul metodo e la sua applicabilità, allora è ALTRO dallo scoutismo. Possiamo dire che è "liberamente ispirato" allo scoutismo, ma di più faccio fatica ad affermare.
In merito al "liberamente ispirato": quando entrai, all'epoca, in E/G c'erano le 4 tappe. Forse sin da subito ho cominciato a pormi domande che mi hanno posto in modo critico. Perchè, se BP parlava di 3 tappe e altre associazioni parlavano di 3 tappe, in agesci ce n'erano 4? La domanda, ovviamente, suscitava sospetti in chi la poneva, ma guarda caso, dopo anni e anni qualcuno, finalmente, ha ripristinato le 3 tappe. Ecco, questo è un esempio di scoutismo "liberamente ispirato". Chiamiamolo scoutismo, ma non Scoutismo per favore.


Ti rigiro quello che ho detto prima: è il metodo il nostro primo obiettivo?

Mi sa tanto che stiamo nuovamente OT.
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gufopreciso



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MessaggioInviato: Martedì 05 Febbraio 2008, 19:07    Oggetto: Rispondi citando

GnuEspansivo ha scritto:
In pratica credo che sia errato dire che il metodo sia immodificabile. Qui non si sta mettendo in dubbio l'aderenza, che può dar più o meno fastidio ma sono abbastanza fatti proprio secondo me, agli sritti originali, ma il fatto che discostarsi porti necessariamente un abbassamento di qualità.


Mmm... per come la vedo io non necessariamente. Ma prima di discostarsi si dovrebbe ragionare profondamente sull'effettiva e reale necessità del cambiamento. Se sia un cambiamento strategico oppure no. Se la motivazione è un miglioramento o un mero adeguamento, se miglioro o semplicemente voglio "svecchiare", se miglioro o lo rendo più accessibile e adattabile a più ragazzi, se miglioro o semplicemente semplifico.

Citazione:
La fedeltà al ragazzo sta nel cercare di realizzare l'obiettivo di BP, che era la realizzazione del singolo, non l'applicazione delle sue parole.

[...]

è il metodo il nostro primo obiettivo?


Ovviamente no, è il ragazzo. E l'obbiettivo di B.-P. era la realizzazione del singolo. Ma non era un obbiettivo esclusivo allora. E il nostro Movimento non è l'unico movimento che ha come scopo la formazione dei ragazzi. Il nostro potrà essere un obbiettivo particolarizzato, totalizzante, ispirato, tutto quello che volete, ma non siamo i solo a ricercare questo obbiettivo. Ciò che ci caraterizza, ciò che ci distingue dagli altri, cio chè distingue l'idea di B.-P. non è tanto l'obbiettivo, ma piuttosto il come raggiungerlo. Il Metodo.

Poi qui si cozza anche con il discorso dell'élitarismo: scautismo per tutti, o scautismo aperto a tutti? Che perdonatemelo trova che sia la chiave di volta di qualsiasi discorso.

Citazione:
Secondo me la divinizzazione dei fondatori è il modo migliore di perderne il messaggio. Sul libro dei capi c'è scritto che dobbiamo scegliere le esche che piacciono ai ragazzi, come un pescatore che per pescare deve studiare cosa piace al pesce. Anche questo lo ha scritto lui. Io ci leggo un invito a non perdere di vista il ragazzo. E questo può anche voler dire cambiare.


Certo. Ma il problema è fino a che punto? Con che motivazione? Cambiamento si, ma non compromesso.

Non che ciò che dice B.-P. è sacro e non modificabile. Ma che quello è il punto di partenza del nostro miglioramento e cambiamento, e non dev'essere semplicemente una "memoria storica".
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rinoceronte caparbio
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MessaggioInviato: Martedì 05 Febbraio 2008, 20:23    Oggetto: Rispondi citando

Mi sono stufato.
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rinoceronte caparbio
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MessaggioInviato: Giovedì 07 Febbraio 2008, 02:03    Oggetto: Rispondi citando

torno a chiuderla se continuate a uscire dal seminato.
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